Cronache

Selezionati “a discrezione” in base al curriculum: si indaga su 10 assunti in Protezione Civile

Massimo riserbo sulla indagine in corso affidata alla Squadra Mobile del capoluogo, che vede al centro di una nuova denuncia incentrata su presunte illiceità nella procedura di assunzione a tempo determinato, una decina di assunti nel 2006, fra cui l’attuale assessore comunale di Campobasso Salvatore Colagiovanni. Gli uffici amministrativi dell’ente e la Regione Molise sono già stati oggetto di un “blitz” per acquisire documenti ritenuti utili. Le assunzioni, a tempo determinato e con una prima proroga quinquennale, sarebbero avvenute senza esame e nemmeno “per titoli”, in base a una procedura arbitraria sulla quale gli inquirenti hanno acceso i riflettori.

Assunti dalla Protezione Civile nel 2006, poco prima della riorganizzazione degli uffici che l’ex Governatore Iorio affidò all’architetto Giarrusso, sulla base di una selezione arbitraria che avrebbe baipassato sia esami che titoli. Curriculum non verificati e ritenuti utili a giustificare non una, ma ben nove proroghe, che hanno consentito ai beneficiari del contratto a tempo determinato di andare avanti in forza di prolungamenti contrattuali non meglio giustificati. Fino all’ultimo, risalente allo scorso novembre.

Una decina di “ingaggi”, che vanno avanti a colpi di rinvii ormai da oltre dieci anni (il primo quinquennale, gli ultimi protratti di anno in anno) è finita nel mirino della Procura della Repubblica di Campobasso nell’ambito di un nuovo filone di indagine che, ancora una volta, si concentra sugli uffici amministrativi dell’ente preposto a garantire la corretta gestione delle emergenze, già coinvolto da scandali vari legati all’ormai famoso “concorsone” per il quale a palazzo di Giustizia è in corso l’udienza preliminare sul cosiddetto “sistema Iorio”.

Quest’ultima vicenda gravita attorno a una procedura di selezione ambigua, nel corso della quale – è una ipotesi investigativa – sarebbero stati anche messi nero su bianco, nei curricula dei candidati, titoli non corrispondenti alla realtà e dunque falsi. Tuttavia la selezione sarebbe avvenuta su base discrezionale, probabilmente motivata dalla urgenza di potenziare uffici che 11 anni fa erano insufficienti per il Molise alle prese con la ricostruzione post sisma e una serie di emergenze meteo e idrogeologiche che rendevano necessaria una riorganizzazione tempestiva, soprattutto della sala Operativa, il front-office che oggi si trova nel vivaio di Campochiaro “per la gestione, il coordinamento e il sostegno, sull’intero territorio regionale, di tutte le situazioni di crisi o d’emergenza”.

L’inchiesta è entrata nel vivo dopo l’acquisizione un esposto anonimo ma definito “circostanziato” e quindi ritenuto fondato. All’esposto è seguita una prima verifica da parte della Squadra Mobile del capoluogo, e contestualmente l’acquisizione di materiale ritenuto “interessante” negli uffici amministrativi e nella sede della Regione Molise, dove oggi è responsabile regionale Giuseppe Pitassi, che ha sostituito Gino Cardarelli il 30 novembre 2016.

All’epoca dei fatti, la primavera del 2016, il responsabile era ancora Guido Bertolaso, che si è trovato a dover fronteggiare l’emergenza nazionale e il caso Molise, e che ha aperto al potenziamento della struttura in previsione di una sua riorganizzazione, che da lì a qualche mese sarebbe stata concretizzata da Giarrusso. Tra le prime azioni del potenziamento, seguendo le indicazioni di Bertolaso, l’assunzione di circa dieci persone per la Sala Operativa e il sistema di monitoraggio elettronico e telematico. Persone selezionate sulla base delle esperienze e dei corsi di studi esibiti dai candidati che, questo è il sospetto degli investigatori, non sarebbero stati adeguatamente verificati.

Tra i fortunati, spicca il nome dell’assessore campobassano alle Attività Produttive Salvatore Colagiovanni, che al pari dei colleghi non ha tuttavia ricevuto alcun provvedimento e si dichiara assolutamente sereno e disposto a fornire tutte le spiegazioni necessarie perché, riferisce al telefono, «ho conservato la documentazione richiestami di volta in volta dagli uffici per le proroghe, comprensiva di numeri di protocollo».

Colagiovanni, spiegando di non avere alcuna responsabilità di orario né ruoli di coordinamento in Sala Operativa, precisa di essere a conoscenza delle voci che si rincorrono da settimane circa presunte illiceità dietro la procedura di selezione. «Procedura che – aggiunge – è stata la stessa seguita per i miei colleghi. Personalmente non sono stato preso sulla base di requisiti specifici, in quanto non occorrevano lauree o diplomi particolari per concorrere».

Eppure gli inquirenti si stanno concentrando anche sui “titoli” indicati dai candidati selezionati, alcuni dei quali risulterebbero falsi. Sulla inchiesta c’è – comprensibilmente e in attesa di ulteriori conferme – la riservatezza più stretta. Ma sviluppi importanti potrebbero realizzarsi già nei prossimi giorni.

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