Il catamarano flop

Termoli Jet, arriva il conto per gli sprechi pubblici: ex amministratori e dirigente condannati a pagare di tasca propria 3,5 milioni

La Corte dei Conti del Molise, con sentenza n. 5 del 2020, chiede il conto per danno erariale principalmente a Antonio Chieffo e Domenico Pollice, quindi a Michele Iorio, Filoteo Di Sandro, Rosario De Matteis, Michele Picciano e Gianfranco Vitagliano. Il fatto che siano stati assolti in sede penale non prescrive il danno alle casse pubbliche. Pesante il risarcimento, da pagare sia in via personale che in solido. La vicenda è famosa: l’operazione di rilancio del turismo con il catamarano costato 8 milioni, mai andata in porto.

Uno spreco di risorse pubbliche, una operazione costata milioni e milioni di euro alla collettività che non ha portato alcun beneficio. Se dal punto di vista penale i politici, i dirigenti e gli imprenditori protagonisti della ormai famigerata operazione di rilancio del turismo con il catamarano Termoli Jet, emblema di sperpero di soldi pubblici a livello nazionale, sono stati tutti assolti e non rischiano un giorno di carcere, sotto il profilo del danno erariale le cose sono ben diverse.

 

Oggi è stata depositata la sentenza della Corte dei Conti che condanna al risarcimento gli ex amministratori della Regione Molise Michele Iorio, Antonio Chieffo, Filoteo di Sandro, Rosario De Matteis, Michele Picciano e Gianfranco Vitagliano e l’ex dirigente regionale Domenico Pollice. Dagli iniziali 8 milioni di euro i giudici contabili hanno calcolato, facendo una sorta di sconto progressivo in considerazione di terze responsabilità, 3 milioni e mezzo di euro.

Una somma comunque ingente che dovrà essere risarcita alla Regione Molise dai diretti protagonisti, coloro cioè che hanno operato scelte, individuato la società privata violando la procedura ad evidenza pubblica, preparato e firmato le delibere.

Sono due, in modo particolare, coloro che avrebbero avuto il ruolo principale in questa vicenda, sempre sotto il profilo del danno. E cioè Antonio Chieffo, all’epoca assessore ai Trasporti e alle infrastrutture e fautore della delibera che ha innescato il tutto e il dirigente regionale Domenico Pollice, all’epoca della delibera (il 2005) numero uno della struttura regionale per il Servizio opere marittime. Il primo dovrà sborsare di tasca propria 2 milioni e 100mila euro, il secondo  un milione e 200mila euro, per il “ruolo fattual-istituzionale” avuto, come lo definiscono i magistrati.

Qualora il danno non dovesse essere risarcito, in virtù del principio della sussistenza, il collegio condanna in via sussidiaria (e cioè secondaria) Michele Iorio a pagare 500mila euro e gli ex assessori a pagare 350mila euro ciascuno.  Questo  in considerazione  che gli assessori hanno avuto nella vicenda un potere ridotto,  ricoprendo deleghe in settori diversi da quello del provvedimento contestato.

Il primo grado di giudizio fa scattare un imponente risarcimento, in parte personale e in parte in solido. Significa in buona sostanza che se qualcuno dei condannati non potesse pagare la sua quota l’importo andrebbe a ricadere in forma di responsabilità sugli altri, con un principio “a cascata” che parte da Chieffo e arriva a Iorio, e che da Iorio tocca Filoteo di Sandro, Rosario De Matteis, Michele Picciano e Gianfranco Vitagliano, tutti ex assessori titolari delle varie deleghe all’Ambiente e all’Agricoltura, alle Politiche sociali e sanitarie e alla programmazione.

Le eccezioni e le richieste di improcedibilità avanzate dalla difesa sono state rigettate dalla Corte dei Conti, che in una dettagliata sentenza di oltre 100 pagine, nella quale viene ricostruita la complessa vicenda del catamarano dei sogni, mette in evidenza l’obbligazione risarcitoria del danno erariale con natura personale e parzialmente in solido.

La storia del Termoli Jet inizia nel 2004 quando la Regione Molise, all’epoca guidata da Michele Iorio, decide di finanziare con i fondi dell’articolo 15 una nave pensata per i collegamenti nell’Adriatico fra la costa molisana e quella croata.

La spesa è di 8 milioni di euro ma quello che era sembrato un investimento con prospettive turistiche si rivela un clamoroso buco nell’acqua. La nave prende il largo molto raramente e il flusso turistico prospettato non vede mai la luce. Lo spreco di fondi pubblici viene subito ipotizzato dai magistrati della procura della Repubblica di Larino, con l’inchiesta che passa poi per competenza a Campobasso.

Si apre quindi un’inchiesta con le ipotesi di reato di falso ideologico e abuso d’ufficio e truffa aggravata ai danni della Regione da parte dell’ex governatore Michele Iorio e alcuni dei suoi ex assessori (Antonio Chieffo, Rosario De Matteis, Filoteo Di Sandro, Michele Picciano), il dirigente della Regione Domenico Pollice e i fratelli Giuseppe e Paolo Larivera.

Questi ultimi due erano stati coinvolti infatti nel tentativo di rilancio del Termoli Jet tramite la collaborazione fra pubblico e privato. Ma quella gara viene annullata prima dal Tar e poi dal Consiglio di Stato che rilevano irregolarità nell’assegnazione, visto che mancava la gara pubblica.

Tuttavia le inchieste penali finiscono in un vicolo cieco. Per primi vengono dichiarati prescritti i reati di falso ideologico e abuso d’ufficio mentre in seguito arriva all’assoluzione collettiva per il reato di truffa aggravata nell’ottobre 2013. Sempre grazie alla prescrizione.

L’ultimo filone è invece quello contabile. Davanti alla Corte dei Conti in primo grado nel maggio 2015, tutti gli imputati si appellano alla prescrizione. A bocca asciutta la Regione Molise che con la Giunta Frattura si era costituita parte civile.

Soltanto di recente il Termoli Jet ha salutato definitivamente il Molise perché venduto all’asta per 1,6 milioni di euro a un broker coreano nel dicembre 2016.

Ora la sentenza della Corte dei Conti, in un lavoro portato avanti con determinazione anche dal precedente procuratore Manfredi Selvaggi e dal sostituto procuratore Arturo Iadecola, ribalta tutto e condanna gli ex amministratori regionali a pagare i danni per una vicenda di sprechi finita per diventare negli anni passati la metafora della disinvoltura con la quale si gestiscono fondi pubblici, entrata in trasmissioni televisive e articoli dei principali giornali nazionali e finanche trattata su quotidiani esteri.

La sentenza è firmata dal Presidente Tommaso Viciglione, da Natale Longo e Gennaro di Cecilia della sezione giurisdizionale per la regione Molise della Corte dei Conti, che si è pronunciata su istanza della Procura generale del 22 novembre 2017, che ha chiesto in via Principale 8 milioni di risarcimento danni in solido tra i 7 imputati in relazione alla iniziativa del Termoli Jet, operazione costata complessivamente 16 milioni di euro, 8 dei quali investiti dalla regione Molise a favore di un socio privato (Larivera) individuato senza gara ad evidenza pubblica.

Un progetto fantasmagorico che doveva far decollare il turismo, soprattutto quello proveniente dai Paesi balcanici e dalla Croazia e arrivare perfino a Medjugorje, che si è rivelato al contrario niente più di un amaro flop.

 

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