Campobasso

Il Corpus Domini dei bambini: usi, costumi e quella popolarità improvvisa dei piccoli figuranti sugli Ingegni

La paghetta extra per bancarelle e giostre, i visi sporcati di nero dal diavolo e l'inattesa popolarità di una giornata indimenticabile per i piccoli protagonisti della sfilata di domenica: Corpus Domini è soprattutto la festa dei bambini

Corpus Domini è la festa di tutti: single e coppie, famiglie grandi e piccole, giovani e anziani, autorità laiche, militari, religiose, commercianti del posto e ambulanti. Ma è soprattutto una festa per i bambini. Sembra pensata per il loro divertimento: bancarelle, giostre, sfilata dei Misteri, partecipazione, per tanti di loro – e da veri protagonisti, non certo come comparse – sugli Ingegni.

Ad accompagnare queste giornate, in quella che può essere considerata una festa popolare nel senso più autentico del termine, ci sono le tradizioni. E non parliamo solamente di quelle ufficiali, ma anche quelle che vanno considerate più che altro come costumi del posto.

Pensiamo all’usanza dei nonni campobassani di regalare qualche euro ai nipoti per lo shopping alle bancarelle dove ad ogni angolo c’è una ‘purcaria’ da comprare o mangiare. O a quel dolcissimo lancio di caramelle al centro storico quando i bambini sugli Ingegni sfiorano le mani delle anziane appollaiate sui balconi che diventano, almeno in quel giorno, il loro privatissimo palchetto. Farsi sporcare la faccia dal diavolo “perché affrontino la paura” è quasi una barbarie agli occhi dei forestieri. Per le mamme campobassane invece è solo un alone grasso e nero difficile da smacchiare dai vestitini della festa.

Come non considerare, poi, un appuntamento irrinunciabile quello con le giostre? Arrivano in città prima della festa e c’è già la ‘processione’ di ragazzini curiosi, vanno via qualche giorno dopo Corpus Domini senza fare mai flop. Presenze garantite su autoscontro, barca dei pirati, casa degli specchi e, per il più piccini, il giro sul bruco mela o i gonfiabili.

Il cuore pulsante di tutta la festa, però, è inevitabilmente quello delle sfilata di domenica mattina. La meraviglia di chi sta sopra i Misteri e di chi sta sotto è identica, la prospettiva totalmente diversa.

Raccontare, scavando nei ricordi di chi quella giornata l’ha vissuta da protagonista, è un pensiero vivo tanto quanto la tradizione che l’accompagna. La sveglia presto per arrivare al Museo in tempo per la vestizione, la benedizione del vescovo perché vada tutto bene, le mamme che sciamano come api operaie attorno alle loro piccole regine. Poi, si salta in sella (perché quello che non si vede sotto gli ampi abiti somiglia molto a una sella per cavalli), si ricevono le ultime raccomandazioni dal ‘clan’ dei Teberino: mani giunte in preghiera per gli angioletti, non ridere sguaiatamente, non sbracciarsi per salutare amici e parenti tra la folla e bere acqua di tanto in tanto, specie quando fa molto caldo.

E’ una recita del resto, ci sono delle parti e ben 59 di queste (su 74 figuranti) sono per i bambini.

Già, perché quelli che vanno sui Misteri interpretano ruoli ‘da grandi’: pensate a San Michele che con la spada combatte contro i diavoli o la bella Maddalena dai capelli sempre lunghissimi. Immaginate Sant’Antonio, l’eremita tentato dalla donzella o l’angelo Isacco sull’Abramo che è il personaggio più ‘sballottato’ dell’intera processione. Qualcuno di loro non ce la fa per il caldo o la stanchezza e così si vede qualche sedia vuota, a volte rimpiazzata a volte no.

Sono bambini esposti a una improvvisa popolarità:  quanti di loro, nella vita, finiranno sotto gli occhi di decine e decine di migliaia di persone? Forse non molti, ma per un giorno, un giorno soltanto, saranno oggetto di una attenzione particolare da parte del resto del popolo, quello che sta sotto e guarda ammirato il leggendario spettacolo degli Ingegni che svettano verso il cielo.