Occupazione a rischio

Vibac, i lavoratori attaccano sindaco e Regione. Giovedì protesta in piazza Sant’Antonio video

Dopo il presidio di venerdì scorso nessuna risposta per i lavoratori dell’azienda di produzione nastri isolanti. Il 17 marzo sciopero e manifestazione davanti al Comune di Termoli

Nessun passo in avanti, nessun gesto che possa far credere ai lavoratori Vibac in una soluzione positiva del problema. Per questo le segreterie e le Rsu Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Failc Confail rincarano la dose e giovedì saranno in piazza Sant’Antonio per un nuovo sciopero con manifestazione davanti al Comune di Termoli.

Perché adesso le accuse non sono rivolte soltanto all’azienda, che a dicembre avrebbe prima paventato una cassa integrazione per ristrutturare gli impianti e migliorare la sicurezza, salvo poi fare marcia indietro quando i lavoratori hanno detto no a un taglio in busta paga in cambio di quei lavori e ora si ritrovano in cassa integrazione senza sapere che ne sarà dell’azienda che produce nastri isolanti al Nucleo industriale termolese.

Adesso arrivano accuse anche nei confronti delle istituzioni. “La Vibac non scherza con la sua incuranza, ma le istituzioni nemmeno. Sindaco di Termoli, assente; Assessorato alle Attività Produttive Regionale, assente; Giunta Regionale, assente. Le istituzioni coinvolte con le nostre comunicazioni formali della scorsa settimana non hanno ritenuto opportuno entrare in questa vertenza per poterla gestire al meglio insieme a noi, pertanto le invitiamo di nuovo a contattare la proprietà per decidere del destino di 200 famiglie molisane”.

Quindi i sindacati fanno il punto di una situazione sempre più fosca ed elencano le ‘colpe’ dell’azienda. “I lavoratori interinali, stiamo parlando di 34 lavoratori che non sono lavoratori di serie B, li sta mandando tutti a casa; non dà nessun riscontro ad un incontro già promesso all’ultima riunione per una data intorno al 15 marzo; Continua a produrre utilizzando parzialmente gli impianti, mentre potrebbe riaprire ad horas, avendo chiesto ed ottenuto dalla Regione Molise, un rientro dalle inadempienze impiantistiche in un arco temporale di tre anni. Nel frattempo però, la richiesta insistente di rinunciare a tutta la contrattazione di secondo livello per tre anni che sviluppa una cifra intorno ai 2,5 milioni di euro, praticamente quasi l’intero ammontare degli investimenti necessari, continua. Infatti l’azienda fa sapere per vie traverse che ripartirà un minuto dopo che le organizzazioni sindacali firmeranno una rinuncia a circa 4500 euro all’anno per dipendente”.

Per questo le sigle sindacali denunciano e stigmatizzano “la disdetta di tutti gli accordi aziendali fatta unilateralmente dalla Vibac il 24 febbraio 2022 e chiediamo un incontro allargato alle segreterie regionali sindacali, allargato possibilmente agli Assessorati competenti ed al Sindaco di Termoli”.

La decisione di proclamare un nuovo sciopero di due ore giornaliere per ogni turno di lavoro per giovedì 17 marzo si spiega secondo i sindacati con la poca chiarezza sul futuro dello stabilimento e con il rifiuto dell’azienda di incontrare le parti domani 15 marzo. “Si proclamano le ultime due ore di sciopero per ogni turno di lavoro – fanno sapere i sindacati – ad eccezione del turno 14.00/22.00 che sciopererà le prime due ore, dalle ore 14.00 alle ore 16.00, per il giorno giovedì 17 marzo”.

I lavoratori si ritroveranno in presidio quel giorno dalle 12,30 alle 14 in piazza Sant’Antonio.

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