Un anno fa

Quando Amuchina e mascherine iniziavano a scarseggiare. Il panico prima dell’arrivo del virus

24 febbraio 2020 - Dal nostro archivio

Sembra passato un secolo. Andavi in farmacia per chiedere un gel igienizzante per le mani e ti trovavi di fronte all’alzata di spalle del farmacista di turno. “Non ne abbiamo, sono finiti”. Il panico da coronavirus era già diffuso ma c’era ancora incertezza su come comportarsi.

È aumentata la richiesta di mascherine, sono finite anche quelle” era la risposta tipica. Era il 24 febbraio del 2020 e primonumero.it raccontava tramite interviste e testimonianze direttamente nelle farmacie come la paura del contagio fosse già presente prima ancora che venisse individuato un caso di positività nella nostra regione. La parola Covid non l’avevamo ancora sentita pronunciare. Tuttavia era opinione comune che “la psicosi è infondata”. Purtroppo la realtà è stata differente.

Iniziavano in quei giorni anche i rifornimenti ingiustificati di cibo nei supermercati, la corsa alle scorte e il timore diffuso di rimanere senza qualcosa da mettere sotto i denti. Un anno dopo andare al supermercato è diventata una delle scuse per poter uscire, le mascherine non solo sono ormai le nostre compagne di vita, ma sono diventate addirittura obbligatorie.

I farmacisti che dodici mesi fa colloquiavano amabilmente senza alcun dispositivo di protezione, adesso sono coperti da visiere, mascherine e persino pannelli protettivi per evitare qualsiasi tipo di contatto con gli utenti. Come molti gli altri esercenti d’altronde. Non lo sapevamo ancora, qualcuno l’aveva immaginato, tanti lo temevano, ma lo tsunami stava arrivando.

Scaffali svuotati e farmacie prese d’assalto: “Ma la psicosi è infondata” – Videointerviste