Frosolone

Scalatore precipita e il sindaco ‘chiude’ la montagna. Climber delusi: “Vuole solo farci pagare”

Il sindaco di Frosolone ha interdetto la falesia di Morgia Quadra agli scalatori pochi giorni dopo l'ultimo incidente per fortuna non mortale: oltre alle ragioni di pubblica sicurezza c'è anche l'idea di coniugare tutela ambientale, sport, turismo e nuovi servizi che possano rendere più remunerativa la località tanto apprezzata dai climber. Loro però non ci stanno e contestano l'assenza di un confronto come pure la decisione di vietare le arrampicate alla luce di un progetto ancora tutto da realizzare.

Per gli esperti di arrampicata la falesia di Frosolone, in località Colle  dell’Orso, è la più importante del Molise. Gettonatissima dai climber molisani e non, soprattutto durante la stagione estiva, è stata appena interdetta dal sindaco Felice Ianiro che con ordinanza numero 85 del 18 agosto 2020 ha istituito “il divieto di utilizzo del complesso roccioso della Morgia Quadra ai fini dell’arrampicata sportiva”.

Ragioni di sicurezza, ma anche necessità di rendere più appetibile la località dotandola di “servizi primari”, alla base di questa decisione giunta come un fulmine a ciel sereno alle orecchie degli scalatori. Temono che attraverso la diversa (e migliore) regolamentazione della montagna il Comune di Frosolone voglia fare cassa rendendo remunerativa la gestione della falesia.

Pochi giorni fa, vale la pena ricordarlo, uno scalatore 54enne di Piedimonte Matese ha perso un appiglio sul complesso roccioso della Morgia Quadra ferendosi al bacino. Per soccorrerlo e portarlo all’ospedale Cardarelli è stato necessario far arrivare un’eliambulanza da Pescara che è atterrata nel piazzale dello stadio Selvapiana per il successivo trasferimento (in ambulanza) nel nosocomio di contrada Tappino. Ma di incidenti sulla Morgia Quadra se ne sono verificati tanti altri in questi anni: coi suoi 1200 metri, una forte esposizione al vento e circa 400 vie d’arrampicata sportiva la falesia di Colle dell’Orso attira, ogni anno, un gran numero di scalatori di ogni livello.

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Vietare a tutti l’arrampicata, però, è una scelta che sta facendo discutere. Pietro Radassao, climber di Campobasso, è fra coloro che hanno appreso con sconcerto la notizia contestando, oltre alla decisione in sé, anche l’assenza di confronto con gli scalatori che in questi anni, proprio per dare un segno tangibile della loro passione, hanno realizzato, armati di trapani e corde, diverse di quelle vie e passaggi da lasciare in eredità agli arrampicatori che sarebbero arrivati dopo di loro.

Pagare per scalare – magari attraverso servizi come parcheggi, area campeggio o toilette – è un’eresia che non fa bene al turismo molisano” questa in sintesi il contenuto del suo sfogo su facebook.

Ma per il sindaco di Frosolone, eletto poco più di un anno fa, la sicurezza è una ragione più che valida per interdire la falesia. Sebbene la coincidenza temporale con l’ultimo incidente – per fortuna non mortale (lo scalatore era agganciato al compagno che gli ha evitato il peggio) – avvenuto sulla sua montagna sia quantomeno sospetta.

Appena passato Ferragosto, infatti, e lo leggiamo nella sua ordinanza, il responsabile dell’area tecnica comunale ha informato Ianiro che per garantire attività sportive e agonistiche in totale sicurezza “è necessario conferire dapprima incarico professionale a tecnici esperti in materia ambientale e tecnica attinente all’attività sportiva in epigrafe descritta, redigere poi la relativa progettazione definitiva per l’acquisizione dei necessari pareri e autorizzazioni resi dagli enti sovracomunali, al fine di proporre all’amministrazione comunale un’ipotesi tecnico-contabile per la fruizione dell’area, munendola dei servizi primari”.

Insomma, un progetto ancora agli albori, per ipotizzare un grande cambiamento magari ai piedi della montagna tanto venerata dagli scalatori. Eppure tanto basta al primo cittadino per interdire la zona ai climber “fino alla realizzazione dei necessari interventi, al fine di tutelare e salvaguardare la pubblica e privata incolumità”.

Tempi incerti dunque per questa messa in sicurezza che sia anche rispettosa dell’ambiente (si tratta di un sito di interesse comunitario) e compatibile con nuovi servizi capaci, perché no, di rendere anche qualche euro alle casse municipali.

(foto tratte dal sito planetmountain.com)