Cultura & Spettacolo

Una piazza per Benedetto XIII: il Papa che ha “scritto” la storia di Toro

Sarà intitolato al cardinale Orsini il sagrato del convento di Santa Maria di Loreto. Qui l’alto prelato, divenuto Papa nel 1724, soggiornava per lunghi periodi mostrando grande generosità per il piccolo feudo molisano. Immunità fiscale per secoli, grano da semina gratis per i poveri e poi restauri di altari e abbellimento del convento. "Insomma - ha detto il sindaco Quercio - è grazie all’arcivescovo Orsini che è arrivata fino a noi una larga fetta della storia dei nostri paesi e di Toro in particolare".

C’è un legame strettissimo tra la piccola comunità di Toro e il cardinale Vincenzo Maria Orsini, meglio conosciuto come papa Benedetto XIII. A questa importante figura della chiesa cattolica la prossima primavera sarà intitolato il sagrato del convento torese così come deciso dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Roberto Quercio.
Una intitolazione quella della struttura dedicata a Santa Maria di Loreto “doverosa” per diverse ragioni, in primis il fatto che il cardinale Orsini (Gravina di Puglia 1650 – Roma 1730, già arcivescovo di Benevento per 44 anni, abate di Santa Sofia di Benevento e poi papa tra il 1724 e il 1730) “è stato un benefattore di Toro”, paese ricaduto fino al 1983 all’arcidiocesi beneventana.
All’inizio del 2017 per papa Benedetto XIII si è conclusa la fase istruttoria della sua canonizzazione che rappresenta l’anticamera della santificazione.

“Orsini – come ha spiegato il sindaco di Toro – si è distinto in particolare per il riordino degli archivi parrocchiali e per la stesura degli atti dei registri di rito, fin lì lasciati all’estro dei parroci che si succedevano nell’incarico”.
Ha inoltre redatto gli inventari dei beni artistici e patrimoniali di chiese, cappelle e confraternite, ha fatto restaurare e consacrare gli altari e delle chiese dell’arcidiocesi, “insomma – rimarca Quercio – è grazie all’arcivescovo Orsini che è arrivata fino a noi una larga fetta della storia dei nostri paesi e di Toro in particolare”.

Pochissimi sanno poi che sempre grazie al cardinale Toro e San Giovanni in Galdo (feudi che ricadevano nell’arcidiocesi beneventana) per sette secoli (1092-1785) hanno goduto del grande privilegio della immunità fiscale.
Una grande generosità ha contraddistinto l’azione del cardinale verso Toro dal quale ‘pretese’ l’irrisorio compenso di 30 tomoli di grano annui per l’affitto del suo mulino e dei terreni dell’abbazia, senza contare che face utilizzare gratuitamente il palazzo abbaziale ed evitò a molti contadini poveri di dover ricorrere agli usurai dell’epoca per procurarsi il grano da semina. Dai documenti è emerso infine che il cardinale Orsini ha fatto restaurare e abbellire il convento di Santa Maria di Loreto, uno dei luoghi in cui amava soggiornare e in cui, ancora oggi, viene custodito un rarissimo ritratto del cardinale da giovane, le lapidi di consacrazione della chiesa e degli altari restaurati dall’Orsini, la tela del Rosario, commissionata dall’arcivescovo, del quale è impresso lo stemma cardinalizio, firmata e datata nel 1721 da Nicola Boraglia, il chiostro affrescato nel 1726 proprio in onore dell’Orsini Papa, atteso in paese per la visita pastorale del 1726, e la imponente tela della Madonna di Loreto donata da Papa Benedetto XIII alla comunità di Toro (1728).
(cfr. Giovanni Mascia, Affreschi per il Papa. Arte, fede e storia nel chiostro e nel convento di Toro, Palladino editore, Campobasso 2008).

L’intitolazione della piazza al cardinale Vincenzo Maria Orsini (papa Benedetto XIII) avverrà in concomitanza con la consegna dei lavori del restauro – attualmente in corso – delle 19 lunette del chiostro del convento, “commissionato dalla Soprintendenza ai beni artistici del Molise in considerazione del valore storico, artistico e documentario dell’opera realizzata tre secoli fa in onore di papa Orsini”.