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Dalla plastica nasce nuova plastica: RES avvia in Molise il primo impianto di riciclo chimico d’Italia. Accordo con Shell

15 ottobre 2025 | 10:00
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Dalla plastica nasce nuova plastica: RES avvia in Molise il primo impianto di riciclo chimico d’Italia. Accordo con Shell

Nel polo industriale di Pettoranello del Molise, il gruppo RES guidato da Antonio Lucio Valerio sta realizzando il primo impianto italiano di riciclo chimico della plastica. Dal recupero dei rifiuti non riciclabili – come tappi, etichette e altri materiali di scarto – nascerà un olio destinato a sostituire il petrolio nella produzione di nuova plastica vergine. Un progetto pionieristico, frutto della tecnologia olandese BlueAlp e di un accordo decennale con Shell Chemicals Europe, che porta il Molise nel cuore dell’innovazione europea sull’economia circolare.

A Pettoranello, nel cuore della provincia di Isernia, la plastica rinasce. Non attraverso il riciclo meccanico tradizionale, ma grazie a un processo di decomposizione termo-chimica che ne trasforma la struttura molecolare restituendole una nuova vita. È la pirolisi, la tecnologia su cui punta RES – Recupero Etico Sostenibile, gruppo molisano che da oltre trent’anni lavora nel campo del trattamento rifiuti.

La pirolisi avviene a temperature elevate, in assenza di ossigeno: la plastica non brucia, ma si scompone, generando un olio pirolitico che può essere reimpiegato come materia prima per produrre plastica nuova. “È il passaggio che consente di chiudere davvero il cerchio dell’economia circolare – spiega Antonio Lucio Valerio, amministratore delegato di RES –. Non partiamo più dal fossile, ma da ciò che era già plastica, ridando valore a un materiale che fino a ieri finiva in discarica o nei termovalorizzatori”.

Res fabbrica

Nel grande piazzale di Pettoranello, accanto al già attivo impianto di selezione e trattamento delle plastiche provenienti dalle discariche, sono iniziati i lavori per la realizzazione del nuovo polo chimico di trasformazione, che sarà operativo entro la prima metà del 2026. L’impianto, basato sulla tecnologia BlueAlp, potrà trattare 20 mila tonnellate di rifiuti plastici all’anno, producendo circa 15 mila tonnellate di olio di pirolisi.

BlueAlp è una piattaforma industriale sviluppata nei Paesi Bassi che consente di convertire i rifiuti plastici non riciclabili in olio destinato ai processi di cracking delle raffinerie, dove verrà rigenerato in plastica vergine. È la stessa tecnologia che Shell utilizzerà nei suoi impianti europei, chiudendo così un ciclo produttivo interamente circolare: dal rifiuto, alla pirolisi, alla nuova plastica.

“Per la prima volta in Italia un’azienda del settore ambientale riesce a industrializzare la produzione di olio pirolitico – raccontano nei laboratori di RES –. Non è più solo ricerca, ma un modello concreto e replicabile, capace di dare valore agli scarti”.

Res fabbrica

L’innovazione molisana ha attirato l’interesse di uno dei colossi mondiali della chimica. Shell Chemicals Europe B.V. ha infatti firmato con RES un contratto pluriennale di dieci anni (sette più tre opzionali) per acquistare l’intera produzione dell’impianto di Pettoranello. L’accordo, il primo di questo tipo in Italia, prevede che Shell assorba tutte le 15 mila tonnellate annue di olio di pirolisi che verranno generate dal nuovo impianto.

“È una partnership strategica – spiega Valerio – che dà valore al nostro lavoro e riconosce la qualità industriale del progetto. Il Molise entra ufficialmente nella filiera europea della plastica circolare. E non solo: questa collaborazione ci permetterà di sviluppare ulteriormente ricerca, tecnologie e occupazione qualificata sul territorio”.

Valerio RES Valerio RES Valerio RES Valerio RES

Il processo di RES lavora sulle poliolefine, cioè su quelle plastiche – come i tappi e le etichette delle bottiglie – che non possono essere riciclate con metodi meccanici. Nel vicino stabilimento di lavaggio e separazione, la parte centrale delle bottiglie viene recuperata e trasformata in scaglie e granuli, mentre i tappi e le etichette diventano il “carburante” della pirolisi. È da questi scarti che si ottiene l’olio pirolitico destinato a Shell, con caratteristiche fisiche paragonabili a un greggio leggero ma con un vantaggio decisivo: deriva interamente da rifiuti plastici post-consumo.

Facciamo plastica nuova partendo dalla plastica stessa – sintetizza Valerio –. È un salto tecnologico che consente di recuperare materiali esclusi dai cicli di riciclo e di ridurre la dipendenza dal petrolio”. È la frontiera del recupero chimico, ed è proprio qui, in Molise.

Il progetto della pirolisi è il vertice di una rete industriale che unisce diversi poli RES: lo stabilimento di Pettoranello, il Centro di Ricerca e Sviluppo di Pozzilli (nato nell’ex Mossi & Ghisolfi) e gli impianti di selezione distribuiti sul territorio. Insieme, costituiscono una filiera completa della plastica circolare, dalla raccolta al laboratorio, fino alla rigenerazione.

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Nel centro di ricerca lavorano giovani ingegneri, chimici e tecnici specializzati, molti dei quali molisani rientrati dopo esperienze fuori regione. Oggi RES impiega più di ottanta persone, per il 90% molisani. L’azienda ha investito diversi milioni di euro nel solo polo di Pozzilli, dove si sperimentano anche nuovi polimeri biodegradabili ricavati dagli scarti caseari e materiali intelligenti per applicazioni biomediche e sensoriali. Oggi il progetto più avanzato resta la pirolisi, che rappresenta la punta più alta della transizione ecologica industriale.

L’impianto di Pettoranello è la dimostrazione che anche una piccola regione può guidare una rivoluzione industriale. “Il nostro obiettivo – afferma Valerio – è costruire un modello di economia verde che parta dal Sud e coinvolga tutto il Paese. Il Molise, con le sue competenze e il suo capitale umano, può essere un laboratorio nazionale di innovazione sostenibile”.

A regime, il progetto genererà ricavi superiori ai 20 milioni di euro l’anno, ma il valore più importante è un altro: aver trasformato un rifiuto in risorsa, e un territorio periferico in un centro di innovazione. “Per noi il rifiuto è la base di un ciclo industriale – conclude Valerio –. Da ciò che era scarto nasce materia prima, da un problema nasce valore. E dimostrare che questo può accadere in Molise è la più grande soddisfazione”.