Rete ospedali e rete Ictus, bocciato il piano dei Commissari: servono correzioni profonde, tutto da rifare
Il parere della Direzione generale della Programmazione del Ministero della Salute mette in discussione il DCA 100 e la proposta di nuova rete ospedaliera. Confermati tagli e riconversioni, ma senza un piano approvato la rete Ictus non può partire e i privati non possono essere accreditati.
La ‘nuova’ e contestata Rete Ictus è di fatto congelata, la riorganizzazione ospedaliera della sanità molisana è sospesa perché manca il perimetro normativo per l’accreditamento dei privati, i tagli sono confermati: è una specie di colpo di grazia al Piano dei commissari ad acta alla sanità Bonamico e Di Giacomo quello che arriva dal parere dei tecnici ministeriali dopo gli incontri romani i cui esiti hanno tenuto banco nei giorni scorsi, accompagnati da dichiarazioni più o meno velenose e controverse. Il punto della questione è che, mentre in Molise si litiga, mentre ci si attacca su presunti risultati ottenuti ora dalla politica ora dalla struttura commissariale, il Ministero – cioè l’organismo che di fatto detiene il potere decisionale sulla sanità molisana commissariata – boccia il lavoro portato al tavolo e chiede modifiche sostanziali alla proposta 2025-2027. Stop al decollo della rete Ictus, nodo irrisolto sui rapporti con Neuromed e Responsible. Per Agnone, Termoli e Isernia si profila lo scenario più temuto: chiusure e declassamenti.
E’ proprio il parere tecnico a mettere nero su bianco le falle del Piano Operativo 2025-2027, approntato, sembra – almeno a giudicare dalle indiscrezioni che arrivano dalla Capitale – in maniera frettolosa e approssimativa. la sintesi del verdetto: “La Rete Ictus è senza fondamento, mentre i tagli a punti nascita ed emodinamiche sono confermati. L’integrazione fra Cardarelli e Responsible è senza copertura economica. E i 20 milioni in più dichiarati ai microfoni non esistono”.
Il Piano Operativo Sanitario 2025-2027 del Molise, già al centro di polemiche, incassa una bocciatura pesantissima. Secondo un parere firmato dalla Direzione generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute, il documento elaborato dai commissari Marco Bonamico e Ulisse Di Giacomo contiene errori e contraddizioni tali da comprometterne l’intera validità.
Il giudizio è netto: il Piano è ridotto a un elenco di azioni, senza cronoprogramma, senza equilibrio dei conti e senza una visione di riequilibrio del sistema sanitario regionale. In questo quadro, la rete Ictus annunciata con il DCA 100/2025 non poteva nemmeno partire. Gli stessi commissari avrebbero ammesso che “la mancata approvazione della rete ospedaliera impedisce di fatto alla Struttura Commissariale di procedere alla riorganizzazione dell’emergenza-urgenza e delle reti tempo-dipendenti, nonché all’inserimento di Neuromed e Responsible”. Tradotto: il decreto era privo di fondamento, e la rete Ictus è un annuncio.
Stesso discorso per i privati. In assenza di una rete ospedaliera approvata, non ci sono le condizioni per accreditare il Neuromed di Aldo Patriciello e il Responsible di Petracca nel percorso emergenza-urgenza. Mancano inoltre – e questo lo dice chiaramente il Ministero – “controlli di appropriatezza sulle prestazioni, l’uso obbligatorio del CUP regionale da parte dei privati e un’analisi seria del fabbisogno della popolazione”.
Insomma, una batosta. Tanto più che si ribadiscono, al contrario, i tagli che agitano il dibattito politico, come pure il declassamento del Caracciolo di Agnone a ospedale di comunità. Scelte che stravolgono la geografia sanitaria della regione e mettono a rischio i servizi in aree già svantaggiate.
Passando al capitolo Cardarelli, anche qui la bocciatura è chiara. Nell’ipotesi di trasferimento del principale ospedale molisano nei locali di Responsible, mancano piani gestionali, protocolli clinici, regole sul personale e modalità di remunerazione. Non solo: vale la pena ricordare che la struttura privata di Campobasso è stata costruita con fondi pubblici ex articolo 20, e dunque non può essere “regalata” in comodato d’uso senza un quadro normativo solido.
Neppure i conti tornano. I commissari hanno inserito 20 milioni di euro in più all’anno per il triennio 2025-2027, considerandoli come risorse aggiuntive dal Fondo sanitario nazionale. Ma il Ministero avrebbe corretto la cifra: quei soldi non sono extra, fanno già parte della quota assegnata. Sintesi: rivedere i conti al netto di 20 milioni per ciascun anno.
Sul fronte finanziario, il Molise incassa 30 milioni di premialità (anni 2017-2018) che si sommano ai 33 già riconosciuti. Ma la mobilità passiva continua a divorare il sistema: 60 milioni l’anno, pari al 12,7% del fondo sanitario, la quota più alta d’Italia. Roma chiede accordi con le regioni confinanti per limitare l’emorragia, misure mai adottate.
Infine, la rete Ictus, altra nota dolente. Chi ha visionato il documento può dire, senza timore di essere smentito, che sono proprio i tecnici in rappresentanza dei Ministeri coinvolti (Finanze e Salute) a chiedere chiarimenti urgenti sulla Stroke Unit di Campobasso (II livello solo sulla carta), garanzie di TAC h24 negli spoke di Termoli e Isernia, e dettagli economici sui rapporti con Neuromed. Dettagli che sono del tutto assenti nel Piano. Insomma: solo con un documento integrato e modificato la rete potrà essere considerata operativa. E per ora non se ne parla. La proposta commissariale di riorganizzazione della rete ospedaliera e delle reti tempo-dipendenti mostra “criticità significative che necessitano di revisione e adeguamento in coerenza con gli standard nazionali”.
Il nodo più delicato resta quello del rapporto con il Neuromed di Pozzilli. Nel parere si chiede esplicitamente di chiarire se il centro di riferimento per la rete Ictus debba essere il Cardarelli di Campobasso, individuato come hub pubblico, oppure la struttura privata accreditata. Una distinzione tutt’altro che tecnica: il documento ministeriale sottolinea che le attività affidate al Neuromed rientrerebbero tra le cosiddette “funzioni assistenziali integrative e ulteriori”, che richiedono una quantificazione economica precisa e una metodologia di calcolo trasparente. In altre parole, prima di autorizzare qualsiasi rimborso o affidamento, servono cifre certe, criteri verificabili e il rispetto dei tetti di spesa. Per il Molise, tuttavia, questo vuol dire anche altro: l’espansione del Neuromed, proprietà della famiglia Patriciello, non è solo un tema sanitario. È un terreno che intreccia equilibri di potere e alleanze che in Molise da anni condizionano governi regionali e scelte strategiche.
Intanto la bocciatura di Roma mette in discussione mesi di lavoro dei commissari, conferma i tagli più temuti e rimanda tutto indietro, lasciando il Molise con un Piano zoppo, una rete Ictus bloccata e un sistema sanitario vulnerabile come mai.


