Cambia il gestore del Centro antiviolenza e la sede comunale diventa indisponibile. Passarelli: “Vergogna istituzionale”
Durissimo affondo della consigliera Stefania Passarelli contro l’Amministrazione Forte dopo la comunicazione di indisponibilità dell’immobile di Viale Del Castello: “Non serve indossare le scarpe rosse nei momenti di circostanza: servono i fatti”.
E’ scontro tra la consigliera regionale di centrodestra Stefania Passarelli e l’Amministrazione comunale di Campobasso dopo la comunicata indisponibilità dell’immobile di viale Del Castello per nuova associazione che andrà a gestire il Centro antiviolenza e tutti i servizi annessi (Cav).
Nel mirino della delegata alle politiche sociali c’è la sindaca dell’area progressista Marialuisa Forte con la quale già in passato ci sono stati attriti pesantissimi in materia di servizi sociali, riorganizzazione degli Ambiti e riscrittura del nuovo Psr.

In una lunga ricostruzione la consigliera Passarelli spiega che l’Aps Liberaluna “a seguito dell’avviso pubblico del 1° agosto scorso è stata individuata quale partner della Regione nella coprogettazione e cogestione dell’intera rete di servizi e interventi dedicati al contrasto alla violenza di genere. Un iter terminato alla fine dello stesso mese e che ha visto, all’esito della procedura di valutazione della Commissione tecnica, l’attribuzione all’Aps Liberaluna del punteggio più alto. La stessa agirà – in stretta integrazione con gli Ambiti Territoriali Sociali di Campobasso, Isernia e Termoli, oltre che con i Comuni interessati – nella gestione dell’intera rete dedicata al contrasto alla violenza di genere: un servizio, come è evidente, che non può assolutamente interrompersi”.
I guai sarebbero cominciati quando è stato reso noto che le stanze utilizzate in precedenza dal centro Be future Molise (della cooperativa Be Free) non sarebbero state disponibili per Liberaluna mettendo a rischio, dal 1 novembre prossimo, data di avvio delle attività, un servizio che rischia una erogazione ‘a singhiozzo’ almeno fino all’individuazione di una nuova sede.
“In tale direzione, però, la Regione (con il Servizio Programmazione Politiche Sociali), l’Asrem e l’Aps Liberaluna – rassicura Stefania Passarelli – si sono già messe in moto verificando la disponibilità di altri immobili stante, appunto, la decisione assunta e comunicata dal Comune di Campobasso, ente capofila dell’Ats, a soli pochi giorni dall’avvio delle attività in capo al nuovo ente gestore. Sia chiaro: a Palazzo San Giorgio questo ‘cambio di gestione’ è noto e non da oggi. Anzi, il 15 ottobre scorso, nel corso di una riunione con tutti i soggetti coinvolti, i contenuti del progetto dell’Aps individuato come partner della Regione Molise sono stati ulteriormente specificati delineando, quindi, il ruolo di ciascun attore all’interno degli interventi in materia di contrasto alla violenza di genere. In quella stessa riunione, è stata richiesta a tutti i soggetti la più fattiva collaborazione per garantire la continuità di un servizio essenziale proprio attraverso la messa a disposizione di locali idonei. Tutti gli Enti hanno manifestato la propria disponibilità alla risoluzione di eventuali problemi logistici. Tutti.
A parole, quindi, la massima apertura. Poi, nei fatti, a cavallo del cambio di gestore, il presidente del Comitato dei sindaci dell’Ats di Campobasso e sindaca del capoluogo, Marialuisa Forte, con nota assunta al protocollo della Regione solo in data 29.10.25 (a 2 giorni dalla scadenza del servizio in capo al precedente gestore) ha comunicato che l’amministrazione ha già programmato una diversa destinazione dei locali, anche alla luce del fatto che non sussiste alcuna continuità giuridico amministrativa tra il sistema in scadenza e il nuovo assetto organizzativo. Tra il dire e il fare – conclude la consigliera regionale -, quindi, sembra invece ci sia di mezzo l’impossibilità di ‘gestire’ direttamente questa tipologia di servizio poste le obiezioni che la sindaca mette nero su bianco. Il Comune si impegna a garantire forme di collaborazione a tutela delle donne e dei propri figli minori ma non una sede, un luogo di accoglienza, di protezione, di ascolto. Quella stessa sede, in pieno centro storico a Campobasso, dove i suoi predecessori e anche alcuni attuali consiglieri-assessori hanno tagliato nastri e fatto inaugurazioni con tanto di discorsi pieni di belle parole”.
Infine, il giudizio : “Una vergogna, umana e istituzionale. Non basta e non serve appuntarsi una spilla sul bavero, indossare scarpe rosse, inaugurare panchine, tenere incontri e convegni infarciti di parole di circostanza. Servono azioni vere, concrete, che non guardino solo al proprio orticello – perché ancora di questo si tratta quando si parla di Sociale, purtroppo – ma ad un servizio che oggi, se fosse per il Comune di Campobasso, potrebbe non avere una sede. Nell’attesa di capire quale irrinunciabile servizio sarà erogato in quella sede destinata ad altro, il Servizio Programmazione Politiche Sociali, l’Asrem e l’Aps Liberaluna hanno già attivato tutte le procedure possibili per individuarne un’altra, dignitosa e indispensabile ad erogare prestazioni salvavita destinate a donne e bambini.
Senza spillette, senza scarpe rosse e senza discorsi di circostanza.


