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Tre grandi firme della Rai al Festival del Sarà: Carfagna, Vignali, Giandotti guardano al futuro dell’informazione pubblica

5 luglio 2025 | 18:02
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Tre grandi firme della Rai al Festival del Sarà: Carfagna, Vignali, Giandotti guardano al futuro dell’informazione pubblica

Il Festival del Sarà – Dialoghi sul futuro, nella sua decima edizione, continua a confermarsi come uno dei luoghi più stimolanti per la riflessione pubblica in Italia. La decima edizione dedicata all'”Incognita occidentale”, nella tappa di Termoli entra nel vivo anche grazie alla partecipazione di tre volti autorevoli del giornalismo italiano: Barbara Carfagna, Andrea Vignali e Monica Giandotti, tutti professionisti di punta del servizio pubblico RAI. La loro presenza, distribuita nelle serate del 18 e 19 luglio 2025, porta al centro della scena il tema dell’informazione, della mediazione culturale e del ruolo dei media nel racconto del futuro.

Carfagna, Vignali e Giandotti non sono semplici cronisti o conduttori: ognuno di loro incarna uno stile preciso e un impegno profondo nell’analisi del presente. La loro partecipazione al Festival non è solo simbolica, ma rappresenta una testimonianza di come il giornalismo possa ancora avere un ruolo strategico nell’interpretazione dei grandi cambiamenti. In un’epoca segnata da crisi democratiche, guerre d’informazione, intelligenza artificiale e disinformazione sistemica, la loro voce è una bussola etica per il pubblico.

Barbara Carfagna, giornalista e conduttrice di Codice – La vita è digitale su Rai 1, è tra le figure più riconosciute nel campo della comunicazione scientifica e tecnologica. Il 18 luglio, in dialogo con il filosofo Maurizio Ferraris, porterà il suo contributo sui temi della delega nell’era dell’intelligenza artificiale, interrogandosi su come i media possano raccontare la complessità tecnologica senza cadere in narrazioni semplificanti. Carfagna è da anni impegnata nel tracciare i contorni della trasformazione digitale, e la sua prospettiva al Festival è quella di chi crede che il sapere debba essere accessibile e partecipato.

Andrea Vignali, volto di Rai 3 e autore di inchieste per programmi come Presa Diretta, sarà tra i protagonisti della serata del 19 luglio, dedicata alla rivoluzione della mobilità, dell’energia e delle infrastrutture. Il suo approccio, radicato nel giornalismo investigativo, porta un punto di vista critico su come la transizione ecologica venga raccontata e vissuta nella vita reale dei cittadini. Vignali sottolinea da anni l’importanza di legare l’innovazione ai territori, evitando che le narrazioni sul futuro si trasformino in retoriche astratte. Il suo servizio da Termoli sul futuro dello stabilimento Stellantis e le incognite sulla transizione all’elettrico ne sono una testimonianza nitida.

Monica Giandotti, giornalista e conduttrice del TG2 post è un volto amico del Festival. La sua competenza nel tenere insieme visioni opposte, punti di vista differenti e linguaggi complessi è particolarmente preziosa in un evento come il Festival del Sarà, che fa del dialogo e della contaminazione dei saperi il proprio tratto distintivo. Giandotti è nota per la sua capacità di ascolto e per l’equilibrio con cui affronta i temi di attualità politica e sociale.

La presenza di queste tre firme del servizio pubblico sottolinea una delle vocazioni principali del Festival: riportare il giornalismo al centro del dibattito culturale. In un’epoca in cui le piattaforme digitali e i social media hanno trasformato radicalmente la circolazione delle informazioni, il Festival propone uno spazio fisico e simbolico in cui ritrovare il senso della parola pubblica, del confronto, dell’approfondimento.

Non è un caso che queste presenze femminili e maschili della Rai siano integrate in momenti tematici diversi: tecnologia, ambiente, mobilità, democrazia. Ognuno di loro agisce come interprete e mediatore di mondi complessi. Il servizio pubblico, se ben rappresentato, è ancora oggi uno degli strumenti fondamentali per rafforzare la cittadinanza, contrastare le derive populiste e creare consapevolezza collettiva.

A Termoli, Carfagna, Vignali e Giandotti non portano solo il racconto dei fatti. Portano la loro esperienza sul campo, la loro fiducia nella conoscenza e un modello di comunicazione che rifiuta lo scontro per abbracciare il dialogo.