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Non ce l’ha fatta Vincenzo Campofredano, caduto da cavallo dopo un malore. “Ha fatto la storia delle Carresi per 43 anni”

6 maggio 2025 | 10:00
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Non ce l’ha fatta Vincenzo Campofredano, caduto da cavallo dopo un malore. “Ha fatto la storia delle Carresi per 43 anni”
Foto di Guerino Trivisonno

Aveva da poco compiuto 60 anni. Lascia una moglie, 3 figli, una nipotina e una scia di dolore nella comunità bassomolisana tutta. “Era un eroe”, il ricordo dell’amico Vittorino Facciolla. “Si apre un grandissimo vuoto nella comunità delle carresi”, così Guerino Trivisonno di cui proponiamo questo scatto che immortale Vincenzo nel giorno atteso tutto l’anno, in questo caso per una vita intera

Non ce l’ha fatta Vincenzo Campofredano, il cavaliere dei Giovani che nella scorsa Carrese di Ururi è caduto da cavallo dopo aver avuto un malore. Stamane, 6 maggio, i medici del San Timoteo – ospedale dove era stato subito ricoverato – hanno dichiarato la morte cerebrale e la famiglia ha deciso per un ultimo gesto di infinita generosità: la donazione dei suoi organi.

Vincenzo, per tutti Cep, aveva da poco compiuto 60 anni e in questi giorni in tantissimi avevano sperato che il suo cuore si riprendesse. Oggi invece è piombata la notizia da cui nessuno dei suoi amici avrebbe voluto essere raggiunto.

vincenzo campofredano

Il cordoglio è unanime, immenso. Non solo Ururi: Vincenzo con la sua vita ricca, la sua figura carismatica da vero capitano, la sua generosità e simpatia era un punto di riferimento per tantissimi nel territorio bassomolisano che oggi lo piangono e lo ricordano. La sua passione di vita, onorata fino all’ultimo momento, sono stati i carri, i cavalli, le carresi. “È andato a cavallo il suo primo 3 maggio (giorno della Carrese di Ururi, ndr) a 17 anni… ed ha fatto la storia nella corsa dei carri per 43 anni”, racconta un amico fraterno.

La sindaca di Ururi Laura Greco ricorda Vincenzo con queste parole: “Te ne sei andato nel giorno che tanto hai amato, sul tuo cavallo, indossando i tuoi colori, onorando il Santissimo Legno della Croce che ti eri fatto tatuare sul cuore. Proprio così, sul cuore. Ciao capitano, ciao Cep, ciao Vince'”.

Così Vittorino Facciolla, amico di Vincenzo, sui social. “Quando muore un eroe si ferma il mondo. Ed è vero! E tu sei stato il più luminoso degli eroi.
È stato un onore essere tuo amico. Un onore ricevere e darti centinaia di abbracci.
Perché nel tuo essere speciale, nel tuo manifestare il piacere della vita, c’era l’esigenza di donare la tua fisicità, la tua forza, il tuo amore.
Non ho mai pianto come lo sto facendo per te, o forse lo feci quando morì un altro Vincenzo, un altro mito in vita. Non ho pianto cosi neppure per la morte di mio padre. Lui sì che era a fine corsa, ma tu non lo eri affatto.
Tu eri nella parte più bella della vita, in quella nella quale avresti dovuto incassare la gioia dei ricordi, l’affetto dei tuoi piccoli discendenti, l’onore della tua storia. [..]
Ti amo Cep, di un amore sconfinato”.

Padre di 3 figli e nonno di una nipotina che adorava, Vincenzo proprio nel giorno del compleanno lo scorso 26 aprile aveva festeggiato anche 33 anni di matrimonio. Il messaggio della figlia in quella occasione diceva tanto della figura dell’amato padre e, riletto oggi, assurge a testimonianza. “Una vita piena, fatta di amore, sacrifici, lavoro e tanta, tanta bontà.
In un mondo che spesso corre veloce e dimentica le cose vere, tu sei sempre stato un punto fermo: con la tua gentilezza discreta, la tua presenza costante, la tua capacità di ascoltare, di capire, di esserci sempre.
Hai vissuto con semplicità e con cuore, e chi ti conosce sa bene che dietro ogni tuo gesto c’è verità, c’è autenticità. Con il tuo esempio silenzioso ci hai insegnato cosa vuol dire amare con sincerità, aiutare senza chiedere nulla in cambio, vivere con onestà.

E come se non bastasse, oggi tu e mamma festeggiate 33 anni di matrimonio: una vita insieme, fatta di complicità, di pazienza, di amore costruito giorno per giorno. Un’unione che è stata ed è un faro per tutti noi, la dimostrazione più bella che l’amore vero esiste e resiste.

Auguri, papà e nonno Vincenzo. Per questi tuoi 60 anni e per tutto quello che sei.
E auguri anche a voi, a te e a mamma, per questi 33 anni di un amore forte e gentile.
Vi vogliamo bene”.

In home una foto – scattata nel giorno della Carrese 2025, l’ultima di Vincenzo, del 3 maggio a Ururi – di Guerino Trivisonno che oggi dice: “Si apre un grandissimo vuoto nella comunità delle carresi ed anche nei paesi limitrofi. Vincenzo ci ha lasciati”.