Tunnel, parte ufficialmente la marcia indietro. La Giunta Balice dopo la diffida della ditta si affida a legale esterno
Si intende valutare l’eventuale permanenza dell’interesse pubblico per la maxi opera che ridisegnerebbe completamente lo skyline della cittadina adriatica. Balice – con la sua Giunta – non sembra affatto intenzionato a ‘darla vinta’ alla De Francesco Costruzioni, aggiudicataria dell’opera e che giorni fa ha notificato un ultimatum al Comune, intimandogli di firmare il contratto entro 30 giorni. Le eventuali conseguenze economiche e la complessità della materia hanno indotto alla scelta di ricorrere alla prestazione d’opera di un professionista esterno di comprovata esperienza e
specializzazione per supportare gli uffici – e l’avvocatura – comunali
Un legale esterno di comprovata esperienza e specializzazione in materia per gestire nel miglior modo la questione. Come un fiume carsico, che appare e scompare per poi riapparire, il ‘tunnel’ ha fatto di nuovo irruzione nella politica termolese, oltre che nel dibattito pubblico. Ma l’amministrazione attuale non sembra aver nessuna intenzione di andare avanti – sebbene il Consiglio di Stato abbia con sentenza di circa 2 anni fa riabilitato il progetto, inizialmente bloccato da un ricorso al Tar poi ribaltato – e sta mettendo in atto le prime mosse propedeutiche – probabilmente – alla revoca dei relativi atti comunali (Amministrazione Sbrocca), come confermato dal primo cittadino alla vigilia della riunione dell’organo ‘esecutivo’.
La Giunta comunale di Termoli, presieduta dal sindaco Balice e con tutti gli assessori presenti, si è riunita lo scorso 28 marzo a seguito dell’atto stragiudiziale di significazione e diffida presentato dalla ditta De Francesco Costruzioni (protocollata dal Municipio di via Sannitica il 19 marzo) che intima all’amministrazione di adempiere entro 30 giorni alla stipula del contratto per la finanza di progetto ‘Per la realizzazione di un sistema integrato per la viabilità e mobilità sostenibile del Comune di Termoli – Tunnel di raccordo stradale tra il porto e il lungomare nord’. E ha deliberato unanimemente – lo stesso Balice ci ha confermato l’unità su questo punto – diricorrere alla prestazione d’opera di un professionista esterno di comprovata esperienza e specializzazione in materia affinchè possa supportare e affiancare i competenti servizi comunali nella gestione della questione conseguente alla diffida acquisita.
Tradotto: si entra in una fase delicata e trattandosi di una materia complessa, e che potrebbe esporre l’Ente a un notevole pregiudizio economico (il contenzioso economico è dietro l’angolo), per cui non bastano le professionalità interne all’Ente ma si chiederà il supporto di un legale esterno che possa dare man forte gli uffici comunali nella gestione della questione e affiancare il Rup in tale fase.

Ma quale sarebbe il presupposto per revocare eventualmente gli atti, possibilmente senza incorrere in una ‘mazzata’ economica dal momento che la ditta è risultata aggiudicataria (e che ha parlato anche su queste pagine dell’equilibrio finanziario dell’investimento cui non intende derogare, avendo sostenuto già ingenti spese per la redazione dei progetti) e che il massimo grado della giustizia amministrativa ha detto che quel progetto s’adda fare? La strada che la Giunta Balice intende percorrere ha a che vedere con l’interesse pubblico dell’opera, anzi la maxi opera: ridiscuterlo, metterlo in discussione appunto. Intanto perchè – come la Delibera di Giunta 75 di fine marzo evidenzia – è intercorso un notevole lasso di tempo dalla dichiarazione di pubblico interesse che fece a suo tempo l’Amministrazione guidata da Angelo Sbrocca (era il 2015). E poi perchè – fa intendere il primo cittadino attuale – “si tratta di un’opera troppo sbilanciata a favore del privato” (inizialmente ammontava a circa 20 milioni di euro di cui 5 pubblici, ma il finanziamento pubblico è poi salito a circa 10 milioni per via dell’aggiudicazione, da parte della Giunta Ferrazzano, di fondi Pnrr per la rigenerazione urbana dell’area di Pozzo Dolce) e non in linea con i programmi dell’attuale Amministrazione (che sa che una riqualificazione deve esserci, ma ha altri progetti, con opere meno impattanti), insediatasi nemmeno un anno fa (e che anche su questo aspetto si pone in continuità con la Giunta Roberti che però atti concreti non li portò avanti anche perchè ci fu l’interruzione Covid e l’uscita di scena anzitempo per via dell’elezione alla Regione, ndr). D’altra parte, Balice sa benissimo che in ballo c’è appunto un finanziamento pubblico corposo che non intende mandare alle ortiche. “Non vogliamo perderlo”, afferma.
Dunque, ad oggi la Giunta ravvisa la necessità di procedere alla verifica e valutazione della permanenza dell’interesse pubblico dell’opera e della relativa fattibilità tecnica ed economico finanziaria, richiedendo al Servizio Legale la disponibilità a rendere un parere e a supportare il rispettivo settore nell’attività diretta alla verifica del richiamato interesse pubblico, oltre che alla gestione delle questioni legali con l’impresa aggiudicataria, anche con ricorso ad un professionista esterno di comprovata esperienza e specializzazione, tenuto conto della strategicità, complessità e rilevanza della questione.
Ricordiamo che anche nel caso del project sull’ampliamento del cimitero – anche questo ‘targato’ Sbrocca – si decise di procedere alla revoca in autotutela degli atti. Ne seguì anche in quel caso una battaglia giudiziaria fino alla sentenza del Consiglio di Stato che diede sostanzialmente ragione all’Ente pubblico.
La ‘patata bollente’ sul tunnel, insomma, passa ora agli avvocati. Nessuna delle due parti sembra voler cedere.




