Ripalimosani

Dimensionamento, brutta figura della Regione: “Violati i principi di lealtà, eccesso di potere, contrasto con le proprie azioni”

Il sindaco Marco Giampaolo insieme alla dirigente scolastica dell'istituto "Dante Alighieri" e agli avvocati Pino Ruta e Margherita Zezza hanno illustrato in una conferenza stampa le motivazione del tribunale amministrativo che ha bocciato la scelta "improvvisa" del consiglio regionale di sopprimere la scuola di Ripalimosani piuttosto che attenersi a quanto deciso in fase di redazione del piano di dimensionamento concertato con tutte le parti interessate

La Regione Molise “non ha rispettato le aree interne” e – soprattutto – ha “violato la lealtà amministrativa che invece è prerogativa del rapporto fra istituzioni ed enti locali”. Con queste parole, il sindaco di Ripalimosani, Marco Giampaolo, apre la conferenza stampa convocata oggi – mercoledì 13 marzo – presso l’Istituto “Dante Alighieri”, lo stesso che – per scelta illegittima del consiglio regionale – era stato soppresso dagli inquilini di Palazzo D’Aimmo nella seduta del 4 gennaio scorso.

A ripristinare ordine (e idee!) e legittimità ci ha pensato prima il ricorso a firma degli avvocati Pino Ruta e Margherita Zezza (si è costituita in giudizio anche la Provincia di Campobasso) e quindi il Tribunale Amministrativo del Molise subito dopo. Che ha finanche scelto di andare immediatamente nel merito bypassando la fase cautelare. “Significa che le ragioni erano fondate tanto da evitare lo step ulteriore”, spiega l’avvocato Ruta.

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A scuola questa mattina si respirava un clima disteso. E di soddisfazione “perché la giustizia – il commento comune – ha punito quello che è apparso a tutti un inspiegabile atto di arroganza da parte di chi, in mesi di lavoro sul piano di dimensionamento scolastico, aveva improvvisamente stabilito tutt’altro. Senza consultazione. Senza logica. Senza alcun motivo oggettivo se non per meri interessi politici”.

E Giampaolo ripercorre tutte le fasi della concertazione sul dimensionamento che all’epilogo del Piano aveva dichiaratamente salvaguardato Ripalimosani. Nella delibera di giunta regionale numero 398/2023, adottata dopo il confronto fra tutte le parti coinvolte nel Piano, era stata prevista la soppressione e conseguente aggregazione di tre Istituti scolastici ubicati, appunto, nei centri urbani, e precisamente: “la soppressione dell’autonomia scolastica di un Istituto Comprensivo nella città di Termoli con riduzione dagli attuali quattro a tre Istituti Comprensivi; la soppressione dell’autonomia scolastica dell’Istituto Pilla di Campobasso con l’accorpamento all’Istituto Marconi e all’Istituto Pertini-Montini-Cuoco ed all’Agrario; la soppressione dell’autonomia scolastica di un Istituto Comprensivo nel contesto urbano della città di Venafro con riduzione degli attuali tre a due Istituti Comprensivi”.

Ma il 4 gennaio scorso nell’imminenza del consiglio regionale convocato per la definitiva approvazione del dimensionamento scolastico, con un emendamento sottoscritto da 11 consiglieri regionali, è stata proposta la modificazione parziale dei contenuti: via Ripalimosani. Si al mantenimento di Termoli o Venafro.

I giudici scrivono chiaramente in sentenza: “Il Consiglio della Regione, nel disattendere i criteri elaborati dalla sua stessa Giunta, e i precedenti pareri espressi dalla competente commissione consiliare (da ultimo il 27 dicembre 2023), ha modificato il Piano di dimensionamento proposto dall’organo giuntale introducendo la nuova previsione della soppressione dell’autonomia dell’Istituto Dante Alighieri”. Vale a dire che “il consiglio regionale – spiega Ruta – ha smentito sostanzialmente se stesso contravvenendo ad una normativa nazionale e regionale”.

Ma il Tar fa di più. E sottolinea nelle venti pagine dattiloscritte “la violazione dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione fra Amministrazioni; l’eccesso di potere per la mancata valutazione dell’istruttoria pregressa e il contrasto logico con i suoi esiti; la carenza di motivazione del provvedimento” adottato successivamente.

E la stilettata: “la violazione di questi principi, di matrice costituzionale, prima ancora che rinvenibili nella legislazione nazionale e regionale di riferimento, risulta pienamente integrata dalla improvvisa decisione -come detto, del tutto decontestualizzata rispetto alla precedente istruttoria – di sopprimere l’autonomia di un istituto scolastico di un piccolo centro montano in luogo di quella di una scuola di un centro urbano”.

Gli avvocati Ruta e Zezza concludono: “Stiamo parlando di un provvedimento assunto sulla pelle delle realtà locali e a tutela di ragioni immotivate ma che lasciamo supporre quali possano essere. E’ evidente che i parametri utilizzati non sono stati certamente quelli a tutela della collettività ma di un non ben definito e inappropriato campanilismo”.

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