Atleta della Emmedue muore a 45 anni, sospetti su un batterio. Eseguita l’autopsia
Un malore apparentemente banale che si trasforma in tragedia: la corsa al Cardarelli, il ricovero in terapia intensiva, poi la morte dopo venti giorni di cure che non hanno sortito l’effetto sperato.
Se ne è andato così, a soli 45 anni, Alessandro Izzi, stimato atleta dell’Emmedue, apprezzato ingegnere, amico amato da tutti.
Alessandro ha lasciato un vuoto incolmabile, la sua perdita ha spezzato il cuore di una città che oggi non parla d’altro. Che alla sua morte non vuole credere e che non sa spiegarsela.
Il decesso di Alessandro ha scosso anche i sanitari dell’ospedale Cardarelli che hanno provato di tutto per salvargli la vita. E quando il suo cuore si è fermato è stata chiesta l’autopsia – eseguita ieri, mercoledì 19 aprile – per chiarire i sospetti sull’eventuale presenza di un batterio killer che potrebbe aver causato la setticemia e di conseguenza la morte del 45enne.
La prematura scomparsa di questo giovane atleta ha sconvolto tutti. Centinaia di messaggi lo ricordano sulle pagine social nel pieno della sua vita: impegnato in corsia, negli allenamenti, nell’organizzazione delle gare. Il nuoto e l’Emmedue erano la sua seconda casa. E lui, prima di sentirsi male, aveva finanche gareggiato a Potenza, era poi tornato in vasca per i consueti allenamenti, e nulla lasciava presagire che quel lunedì – venti giorni prima della terapia intensiva – un malore che lo ha costretto a ricorrere al Cardarelli se lo sarebbe portato via per sempre.
“Un vero signore, rispettoso, educato, mai una parola fuori posto, Alessandro Izzi ha saputo entrare silenziosamente e con delicatezza nel cuore di chiunque avesse avuto la fortuna di incrociarlo nella propria vita” sono alcune delle parole scritte per Alessandro sul magazine dell’Emmedue. Ma spezzano il respiro e piegano le ginocchia anche i tanti aneddoti che i molti amici di cui era circondato hanno raccontato di lui sulle pagine social. Un uomo e un atleta che ha lasciato un vuoto incolmabile e due bambini ancora piccoli.


