Termoli

Demolire fabbricato su suolo demaniale, la Cassazione dice no dopo 20 anni di guerra giudiziaria

Una residente di Termoli proprietaria di uno stabile su terreno demaniale ha ottenuto una vittoria in Cassazione dopo 20 anni. Non dovrà abbattere il fabbricato e non dovrà pagare centinaia di migliaia di euro per l’occupazione di quel terreno, come richiesto invece dallo Stato fino a questo momento.

Sono i suoi avvocati Vincenzo Iacovino e Francesco Beer a darne notizia, spiegando che la vicenda giudiziaria va avanti a colpi di ricorsi e carte bollate da due decenni e che adesso l’ultimo grado di giudizio, quello della Corte Suprema, ha dato ragione alla linea difensiva incentrata sulla norma che ha ridisegnato i confini demaniali con valenza retroattiva.

Secondo i giudici del primo e secondo grado, la signora, che ha ereditato un fabbricato sul litorale di Termoli comprato da suo padre con regolare atto notarile, avrebbe dovuto abbattere la struttura e pagare una indennità di occupazione di circa 600mila euro. Prima il tribunale di Campobasso e poi la corte di Appello avevano accolto la domanda del Ministero accertando la natura demaniale marittima dell’area oggetto di causa.

Lei però è andata avanti, arrivando fino alla Cassazione che oggi ha deciso: non deve più abbattere il fabbricato e non deve restituire allo Stato l’area né pagare la indennità richiesta. La causa è stata incentrata sulla interpretazione e sulla applicazione della legge di conversione 140 del 2004 con portata retroattiva

La Corte Suprema ha cassato la sentenza dell’Appello rinviando nel merito la decisione a una Corte di diversa composizione, che dovrà accertare la natura demaniale o meno dei terreni oggetti o di causa alla luce della portata ricettiva del Dl n. 80 2004, convertito dalla legge 140 sempre nel 2004, che prevede una “sdemanializzazione espressa”.

La norma aveva di fatto ridisegnato la fascia demaniale marittima compresa nel territorio dei comuni di Campomarino, Termoli e San Salvo dove sono centinaia i fabbricati ipoteticamente abusivi, per la quale si era posta l’esigenza di modificare la demarcazione demaniale sancita dal 1912. “Siamo riusciti ad annullare le illegittime richieste del Ministero delle Finanze e dell’Agenzia del Demanio” il commento degli avvocati Iacovino e De Beer. “La decisione – sottolineano i legali – è di grande interesse considerato che sono migliaia i cittadini che hanno ricevuto la stessa azione, gli stessi ordini di abbattimento di restituzione di area e di pagamento”.

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