Conferenza delle regioni

Fondo sanitario nazionale, le Regioni trovano l’accordo. Al Molise 601 milioni

Il commento di Toma: "Grande sinergia e solidarietà tra le regioni". Novità per il 2023 perchè sono stati inseriti i famosi indici di deprivazione più volte richiesti dalle regioni del Sud.

Fumata bianca per il riparto del Fondo Sanitario Nazionale per il 2022. Al Molise andranno complessivamente quasi 601 milioni (591 e 665mila circa come quota indistinta e oltre 9 milioni e 250mila come quota premiale) su un totale di quasi 118. Ieri in Conferenza delle Regioni si è infatti arrivati all’accordo. Così il Governatore Toma nell’esprimere la sua soddisfazione: “Grande sinergia e solidarietà tra le regioni”.

Ad annunciare l’accordo, trovato all’unanimità, è stato in primis il Presidente della Conferenza delle Regioni, il Governatore del Friuli Massimiliano Fedriga.
“Anche questa volta la Conferenza delle Regioni ha dimostrato grande senso di responsabilità con la capacità di affrontare e risolvere le criticità in modo unitario attraverso una forte collaborazione istituzionale”.
E ancora: “Pur in un contesto difficile dovuto al caro energia, che pesa sempre più sui bilanci delle aziende sanitarie regionali e i mancati ripiani dei maggiori costi della pandemia, abbiamo riaffermato l’unità istituzionale con azioni concrete di concertazione”.

L’accordo raggiunto riguarda la ripartizione della quota indistinta e della premialità per un totale di 117.921.046.120 miliardi su una dotazione complessiva del Fondo Sanitario Nazionale per l’anno 2022 pari a circa 126 miliardi.
Un accordo su cui finalmente si è trovata la quadra ma che arriva dopo un lunghissimo e aspro confronto. Ricordiamo che per il 2022 non si era ancora arrivati all’intesa dopo che la Regione Campania aveva bloccato tutto già prima dell’estate diffidando il Governo che non aveva ancora varato i nuovi criteri e presentando un ricorso al Tar. Superato lo scontro, ieri si è arrivati all’intesa tra i vari territori.

Di seguito il prospetto come riportato da QuotidianoSanità.

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Se per il 2022 c’erano invero pochi margini di cambiamento, per il 2023 ci sono novità perché entrano invece in gioco i fattori socio economici da molto tempo richiesti dalle Regioni del Sud.

Le regioni in particolare hanno trovato l’accordo per un incremento per il 2022 della quota di finanziamento destinata alla premialità dallo 0,25% allo 0,4%. Per questo i presidenti chiedono al Governo una specifica modifica legislativa. Per il resto, i criteri restano gli stessi: l’85% delle risorse è destinata alla copertura del fabbisogno standard per il 2022 ripartito secondo i criteri usualmente utilizzati per la distribuzione della quota indistinta mentre per il restante 15% la ripartizione è fatta sulla base della popolazione residente.

Ma è nell’accordo per il 2023 che ci sono delle novità. Viene inserito nel riparto infatti un maggiore peso (1,5%) in funzione dei tassi di mortalità della popolazione <75 anni, in funzione delle condizioni socioeconomiche dei territori (povertà relativa individuale, livello di bassa scolarizzazione, tasso di disoccupazione). Sono stati inseriti pertanto i famosi indici di deprivazione più volte richiesti dalle regioni, specie del Sud. Chiesto anche qui al Governo di far salire la premialità allo 0,5%.

“Quest’accordo – così la Conferenza delle Regioni – è un buon viatico per ‘L’Italia delle Regioni’, l’evento del 5 e 6 dicembre in Lombardia, alla presenza del Governo e del Presidente della Repubblica, per rafforzare il regionalismo e creare nuove prospettive nel solco delle azioni concrete, come ben rappresentato dalla sigla di questo accordo sul Fondo Sanitario Nazionale”.

 

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