Primo esempio di federalismo culturale in regione: è a Molise. Il palazzo baronale ospiterà un museo multimediale
Primo caso in assoluto di questo tipo in Molise. Sottoscritto l’accordo tra l’Agenzia del Demanio e il Comune: quest’ultimo diventa così proprietario del bene culturale che riporterà a nuova vita riqualificandolo e facendone un museo. “Una grande opportunità per un piccolo centro come il nostro”, dichiara soddisfatto il sindaco Cirelli che da anni (è al terzo mandato, ndr) lavora a questo obiettivo
Primo caso in Molise di federalismo culturale: verrà attuato a Molise (non è un gioco di parole, ndr), piccolo comune della provincia di Campobasso confinante con Duronia, Frosolone e Torella del Sannio. L’ex palazzo baronale, finora di proprietà demaniale, entra – gratuitamente – nella titolarità del Comune che vi realizzerà all’interno un museo multimediale.
Una bellissima notizia per il Molise tutto ma soprattutto per il piccolo centro (il terzo con meno abitanti della regione, circa 150) amministrato da Domenico Cirelli, al suo terzo mandato dal maggio 2011.
“Una grande opportunità per noi e, sì, siamo da apripista in questo senso nella regione”, spiega il primo cittadino contattato da Primonumero.
Già perchè di casi di ‘federalismo fiscale’ ve ne sono già diversi in Italia ma in Molise non era mai successo. “Dal 2015-2016, quando l’Agenzia del territorio emanò la relativa circolare rivolta agli Enti su cui insiste un bene demaniale, ci abbiamo creduto. Abbiamo cominciato a seguire l’iter procedurale, partecipato a vari convegni e tavoli tecnici, elaborato i documenti necessari, e finalmente ieri siamo arrivati alla conclusione con l’atto pubblico sottoscritto da me. Il bene insomma è passato al Comune”.

L’ex palazzo baronale è inutilizzato da anni e chiuso. Ora finalmente potrà tornare a nuova vita. La tempistica della riapertura non è ancora certa ma “i lavori di manutenzione esterna li abbiamo cominciati da tempo. Ora inizieremo i lavori all’interno”.
Si tratta di un edificio di pregio storico e artistico, situato nel cuore del centro storico di Molise. Un palazzo che risale all’epoca longobarda, come testimoniano le caratteristiche architettoniche delle mura di cinta e delle torri, visibili ancora oggi, e la posizione strategica in cui è collocato, nella parte più alta del paese.

Palazzo che rinascerà a nuova vita grazie all’accordo stipulato tra il Comune e l’Agenzia del Demanio (in foto il sindaco di Molise con il dottor Luciano Gubiotti e con la dottoressa Raffaella Narni, della direzione regionale Abruzzo e Molise dell’agenzia del demanio), che ha previsto il passaggio di proprietà.
Il Demanio concede il bene al Comune a fronte della realizzazione di un programma di valorizzazione che preveda il recupero e la rifunzionalizzazione del bene, destinandolo ad attività museale. Il programma di valorizzazione prevede in particolare la ristrutturazione dell’edificio e l’allestimento di un museo legato alla storia della regione Molise, dal Medioevo all’età contemporanea. “È una fortificazione che risale al feudalesimo e il museo permetterà un ‘viaggio’ dal feudalesimo ai giorni nostri”, dichiara il sindaco Cirelli che rivela che ci sarà una compartecipazione del Comune oltre a un fondo privato.
“La riqualificazione del bene consentirà di attrarre visitatori e turisti nel piccolo borgo e intrattenerli con rappresentazioni storiche innovative ed eventi dedicati, come la rievocazione storica di scene di vita medioevale, allo scopo di saper interpretare e tramandare le diverse realtà che si sono alternate sul territorio molisano”, scrivono dall’Agenzia del Demanio. Per Molise un’occasione turistica importante, come sottolinea il sindaco. “No, non viviamo di turismo come un po’ tutti i piccoli comuni. La Regione Molise fa poco per noi, bisognerebbe credesse di più in questi paesi (che hanno come primo problema la viabilità). Oltretutto avevamo chiesto un finanziamento ma ci è stato negato proprio perchè non avevamo la titolarità del bene. Allora abbiamo fatto da soli usando fondi del Decreto Crescita. Dunque siamo partiti da tempo coi lavori di manutenzione, possibili perchè la Soprintendenza ci ha dato questa possibilità. Ora proseguiremo con gli interni”.
Dirimente la continuità amministrativa proprio perchè questo progetto oggi concreto e di cui ‘si vede la luce’ nasce da un’intuizione che risale a oltre 6 anni fa. “Da allora ho seguito questo progetto, non l’ho mai abbandonato”.
Questo piccolo centro ha il pregio di aver dato il nome alla Regione (e in questo senso è un caso unico in Italia), probabilmente – si dice – “per eliminare le gelosie di primato fra le piccole contee longobarde di Isernia, di Bojano, di Pietrabbondante nel periodo della loro fusione in una nuova contea”. Oggi il piccolo Molise (comune) diviene un esempio per il piccolo Molise (regione).











