Stadio che tornerà alla capienza di 14mila posti ma capoluogo di regione senza calcio professionistico, né di livello nazionale. Il destino, per chi ci crede, a volte è davvero beffardo: si sono attesi anni per rivedere l’impianto ai fasti di un tempo, ora che si procede in questa direzione è chiuso per l’attività regolare da mesi.
Cosa succederà ora? “Noi ci stiamo muovendo con l’obiettivo primario di preservare l’impianto – spiega l’assessore allo sport al Comune di Campobasso –. Abbiamo fatto molto per cercare di rimetterlo a posto, ci sono ancora i lavori in corso. Ma oltre alla manutenzione straordinaria bisogna portare avanti quella ordinaria perché altrimenti ci ritroveremmo da qui a poco tempo uno stadio non utilizzabile”.
Nel concreto, e in attesa che il Consiglio di Stato si esprima sulla vicenda giudiziaria della proprietà di Gesuè, “stiamo lavorando per la restituzione dell’impianto da parte della società che non è stata iscritta in serie C – prosegue Luca Praitano –. Il 22 è vicino, attendiamo gli sviluppi, ma siamo indirizzati a riprendere l’impianto ed eventualmente affidarlo a chi invece il calcio lo giocherà”.
Il riferimento chiaro e preciso è al Campobasso 1919 di Rizzetta, che ripartirà dal campionato di Eccellenza: “Sicuramente si farà un’altra convenzione. Io lavoro in questa maniera, credo che bisogna trovare l’accordo con chi utilizza lo stadio. Noi diamo l’impianto con tutti i servizi funzionanti, dall’altra parte serve un minimo di garanzia che venga preservato e reso disponibile ogni volta che serve”.
Uno stadio che può e deve essere utilizzato anche per altri eventi. Come per la Nazionale, quanto meno l’Under 21, per la quale al momento “non ci sono novità ma è sicuramente un’intenzione che è slegata al discorso Campobasso Calcio. Ma ripeto – conclude l’assessore – l’impianto deve essere sempre pronto per garantire standard elevati per questo tipo di partite”.
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