Molisanità

Sanità, se difenderla è prerogativa dei molisani. Federico (M5S): “Tesi populista e provinciale, basta vedere cosa ha combinato Toma!”

Sulla polemica dei candidati 'stranieri' in corsa sui collegi molisani interviene il deputato uscente Federico (M5S): "I parlamentari rappresentano tutto il Paese non solo la loro area di provenienza, è un ragionamento provinciale e populista". E sulla nomina di Toma commissario alla sanità dice: "Anche il centrodestra ora si è accorto che è stato un errore"

Sanità e molisanità sono al centro di questa frenetica campagna elettorale. Il primo argomento è un ‘classico’ della propaganda sempre in voga in una regione commissariata da ormai 13 anni. Il secondo è prepotentemente tra i temi del dibattito politico per la presenza sui collegi molisani degli ‘stranieri’ del centrodestra Lorenzo Cesa e Claudio Lotito.

I due argomenti si sono intrecciati più del necessario in queste settimane di incontri di piazza e comizi elettorali nel tentativo di far credere all’elettore che la difesa del primo debba essere prerogativa esclusiva di chi ha un pedigree molisano. E su questo equivoco chi giocano un po’ tutti i candidati, pur sapendo perfettamente che è solamente una balla da spacciare per raccogliere consenso.

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“Quando sei un parlamentare della Repubblica rappresenti il Paese intero non una singola area. Certo puoi conoscere meglio le peculiarità del tuo territorio, farti portatore di interessi degli amministratori locali, ma sulla stragrande maggioranza degli interventi sono i presidenti della Regione a decidere”.

E’ chiarissimo il deputato uscente Antonio Federico, l’unico ancora dentro il Movimento 5 Stelle della nutrita delegazione parlamentare grillina eletta nel 2018. Lui che oggi è coordinatore molisano considera “populista e provinciale la tesi secondo cui bisogna essere molisani per poter fare gli interessi del Molise”.

Deputati e senatori, del resto, fanno parte di gruppi parlamentari, si trovano in maggioranze a volte anche molto larghe e sulla complessa materia sanitaria incidono fino a un certo punto.

“Sono i governatori (generalmente attraverso la Conferenza Stato-Regioni) a mettersi d’accordo sui budget, sui fondi di solidarietà, sugli obiettivi e la programmazione, non certo noi”.

Quella dell’onorevole grillino è anche una risposta al centrodestra che sta attaccando da settimane il suo Movimento dicendo che questi rappresentanti molisani non hanno fatto nulla per il Molise.

“Se lo dicessero i cittadini potrei anche accettare la critica, ma da questo centrodestra proprio no. Oggi chiedono anche loro la fine del commissariamento in capo a Donato Toma e sono stati sempre loro a spellarsi le mani quando Toma ha ottenuto la nomina dal governo un anno fa. Sarà che adesso si rendono conto che la posizione di Toma presidente e commissario è molto scomoda e che era meglio separare il ruolo tecnico da quello politico. Abbiamo fatto una battaglia di principio su questo anche perché ritenevamo assurdo che il dominus della sanità privata di questa regione, Aldo Patriciello, fosse stato anche uno dei principali sponsor dell’elezione di Toma. Oggi persino per la sua coalizione non è più adeguato per quel ruolo. Ovvio! Sarebbe come attaccare se stessi perché un conto è riprendersela con gli esterni, un conto è puntare il dito contro il ‘tuo’ presidente del Regione. La nostra parte noi l’abbiamo sempre fatta avviando interlocuzioni, per esempio, per la sanità nelle aree interne, lottando contro il precariato, sul decreto Balduzzi che oggi è in fase di rivisitazione o sul fondo di solidarietà del governo Renzi, ma se poi dall’altra parte hai un governo regionale che non collabora diventa tutto più complicato. Prendiamo il sisma in Basso Molise del 2018: chi è che non ha ancora fatto partire la ricostruzione? Le risorse e il personale erano stati trovati, ora la palla è in mano a Toma ma lui non agisce”.

 

 

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