Il verdetto

Rimborsi legittimi, sentenza ribaltata: ex consigliere Di Giovine non deve restituire 88mila euro al Comune

La seconda sezione giurisdizionale centrale d’Appello della Corte dei Conti dà ragione all'ex esponente della maggioranza Sbrocca, inizialmente condannato al risarcimento di 88mila euro dalla Procura generale. L'ex amministratore prosciolto anche in sede penale

I rimborsi ottenuti da Francesco Di Giovine quando era consigliere comunale di Termoli erano legittimi. Lo ha sancito la sentenza, di recente pubblicazione, della seconda sezione giurisdizionale centrale d’Appello della Corte dei Conti che ha ribaltato il verdetto della Procura generale della Corte dei Conti per il Molise.

Infatti nel novembre 2020 l’ex consigliere Di Giovine, in maggioranza col centrodestra di Di Brino e poi con il centrosinistra di Sbrocca, era stato condannato dalla Corte dei Conti del Molise a restituire al Comune 88mila euro percepiti fra il luglio 2014 e il febbraio 2017.

Alla base della sentenza c’era il fatto che Di Giovine, secondo la magistratura contabile, si fosse fatto assumere come lavoratore dipendente dalla sua azienda, detenuta da lui stesso al 99%, così da ottenere rimborsi a favore della stessa società quando doveva compiere i propri doveri di consigliere comunale, come prevede la legge per i lavoratori dipendenti.

La vicenda scaturiva da un esposto del consigliere comunale termolese Nick Di Michele che aveva pubblicamente denunciato la presunta irregolarità.

Ma Di Giovine ha fatto ricorso contro la sentenza della Procura generale della Corte dei Conti per il Molise e ha avuto ragione. In particolare l’appello ha dimostrato che l’assunzione di Di Giovine era completamente regolare e non artificioso e che quindi i rimborsi erano dovuti secondo la legge alla società Net Italia Srl, per la quale il consigliere lavorava come dipendente.

La vicenda era finita anche in Tribunale a Larino, sempre in seguito all’esposto-denuncia. Ma la Corte d’Appello di Campobasso, nel dicembre 2021, aveva prosciolto Di Giovine con la motivazione che “il fatto non sussiste”.

Oltre ad accogliere il ricorso di Di Giovine, la seconda sezione giurisdizionale centrale d’Appello della Corte dei Conti ha condannato il Comune di Termoli al pagamento delle spese legali per 3mila euro.

La sentenza

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