La replica

Precari Covid, Federico: “Iorio incolpa M5S, ma su assunzioni ha sbagliato Asrem”

Il deputato uscente difende il suo lavoro in Aula e accusa l'ex governatore: "Avevo proposto un emendamento per gli operatori covid, non è passato perché è mancato il supporto del centrodestra in Parlamento e perchè il suo costo è stato valutato in 200 milioni di euro, ben oltre le possibilità emendative di un singolo parlamentare".

Se il personale covid non può essere stabilizzato, è colpa delle procedure seguite dall’Azienda sanitaria, non del Movimento 5 Stelle”. Antonio Federico, parlamentare uscente e non ricandidato da Giuseppe Conte per il vincolo del doppio mandato, replica a Michele Iorio poche ore dopo la conferenza stampa organizzata proprio dall’ex governatore. Quest’ultimo, oltre ad annunciare l’invio alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dei chiarimenti richiesti sulla legge 13 (per ora solo osservata da Roma) e ad auspicare un intervento del prossimo Governo, ha usato parole di fuoco contro i pentastellati.

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Per Iorio, avrebbero ‘boicottato’ la sua legge, la 13 appunto, che è stata approvata dal Consiglio regionale per la stabilizzazione del personale sanitario che ha lavorato durante l’emergenza pandemica: 180 persone non sono riuscite a maturare i requisiti previsti dalla Legge di Bilancio per la stabilizzazione (18 mesi di servizio continuativo al 30 giugno 2022, ossia con un contratto a tempo determinato) perchè assunti da Asrem con contratti a partita Iva. Una situazione di cui l’ex presidente è consapevole, tanto da parlarne nell’incontro con i giornalisti di questa mattina. Tuttavia, secondo lui, è mancata al tempo stesso la volontà politica del Movimento 5 Stelle e della delegazione parlamentare di modificare il decreto che così com’è esclude i lavoratori molisani dai requisiti per ottenere un contratto a tempo indeterminato.

“A dicembre scorso – la risposta del deputato pentastellato Antonio Federico – collegato alla Manovra 2022, fu approvato anche l’ordine del giorno a mia firma contenente l’impegno al Governo di prendere in carico la situazione dei precari della sanità molisana e trovare soluzioni concrete. Il testo della legge approvato prevedeva uno stanziamento di 90 milioni di euro per incrementare le indennità degli operatori sanitari dell’emergenza-urgenza e stabilizzare il personale precario assunto durante la pandemia.
Facendo leva su queste risorse, impegnai il Governo a dare una risposta chiara a 90 tra operatori socio-assistenziali e infermieri impiegati all’ospedale Cardarelli di Campobasso nella fase più dura dell’emergenza pandemica; personale che, nonostante i requisiti temporali maturati, non è mai stato stabilizzato dall’Asrem. Fu un odg costruito dopo aver ascoltato tanti di quei lavoratori”.

Federico ricorda di aver lavorato in tal senso anche nell’Aula di Palazzo Madama: “Tramite i colleghi al Senato presentai anche un emendamento per risolvere il problema e mettere in condizione questi stessi lavoratori, per lo più autonomi, di poter accedere alle procedure di selezione. In pratica, come sanno bene coloro che hanno davvero seguito la vicenda, il problema era e resta il fatto che l’Asrem ha messo in piedi procedure di assunzione concepite e realizzate male.
La norma in legge di Bilancio ha permesso di stabilizzare migliaia di lavoratori precari in tutta Italia e di questo sono orgoglioso, ma se in Molise come in Sicilia e altrove non è stato possibile applicarlo è solo per colpa di chi ha pensato quelle procedure a livello locale”.

Non solo. Ci sono altre due ragioni per le quali non è passato l’emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle e una è di natura politica, legata al mancato sostegno in Aula da parte del centrodestra. Ossia quella coalizione di cui ora Iorio auspica la vittoria per provare a salvare i 180 precari che potranno continuare a lavorare negli ospedali molisani fino al 31 dicembre, poi andranno a casa. “L’emendamento a mia firma – insiste – avrebbe risolto questi problemi, ma non è passato perché è mancato il supporto del centrodestra in Parlamento (probabile il riferimento all’onorevole di Forza Italia Annaelsa Tartaglione, ndr) e perché gli Uffici parlamentari e la Ragioneria hanno valutato il suo costo in 200 milioni di euro, ben oltre le possibilità emendative di un singolo parlamentare. Questa è la realtà dei fatti, le strumentalizzazioni politiche elettorali sono ben altro e non servono a nulla se non a fare confusione”.

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