Diritti & politica

Pillola abortiva solo per il 2% delle molisane. Cerroni (Pd): “Difendiamo diritto delle donne”

L'interruzione volontaria di gravidanza e l'impiego della pillola RU486, introdotta nel 2005, 'piombano' nella campagna elettorale. La candidata alla Camera dei Deputati per i dem: "In Molise c'è una sola ginecologa non obiettrice e l'unico metodo per evitare l'aborto è diffuso solo nell'1,9% dei casi a dispetto di una media nazionale del 35%".

Nel giorno in cui la leader di +Europa Emma Bonino scenderà in piazza per l’evento “Aborto, l’Italia resta libera?”, la candidata del Pd Caterina Cerroni rilancia la battaglia sul terreno dei diritti delle donne e in particolare delle molisane.

Nella nostra regione la pillola abortiva – RU486, introdotta nel 2005 – e che consente alla donne di scegliere tra aborto chirurgico e aborto farmacologico è impiegata pochissimo. “In Italia puoi abortire con la pillola RU486 in media nel 35% dei casi, ma in Molise solo nell’1,9% dei casi”: è il dato sconcertante che rivela sull’impiego della pillola abortiva l’aspirante deputata in corsa sul seggio proporzionale.

Un dato sconcertante che si unisce all’inadeguatezza di medici non obiettori presenti nella nostra regione: all’ospedale di Campobasso, il più importante del Molise, i servizi del Dipartimento dedicato all’interruzione volontaria di gravidanza sono garantiti solo grazie alla dottoressa Giovanna Gerardi, di cui vi abbiamo parlato un po’ di tempo fa.

Parla la ginecologa non obiettore del Cardarelli: “Ho lottato anni per la 194, ora torno in prima linea per un diritto delle donne”

 

L’interruzione volontaria di gravidanza è stato uno dei temi più bollenti di questa campagna elettorale, con la ‘miccia’ innescata dalle parole della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che è stata poi costretta più volte a ribadire: “Non voglio abolire la 194″ e “se oggi ci sono delle donne che si trovano costrette ad abortire, per esempio perché non hanno soldi per crescere quel bambino, o perché si sentono sole, voglio dare loro la possibilità di fare una scelta diversa, senza nulla togliere a chi vuole fare la scelta dell’aborto”.

La propaganda politica si è poi incrociata con la realtà dei fatti. “Nelle Marche guidate da Fratelli d’Italia non viene data la pillola RU486 per evitare un inutile intervento invasivo”, ha detto Emma Bonino. L’aborto farmacologico è praticato pochissimo anche in Umbria, mentre la relazione presentata in Parlamento lo scorso giugno sull’attuazione della 104 evidenziava dati molto bassi anche in Sicilia e in Veneto.

Il dato del Molise – sottolinea Caterina Cerroni – è il peggiore di tutto il territorio nazionale: dal 1 gennaio 2022 è rimasta una sola dottoressa ginecologa (Giovanna Gerardi, ndr) che pratica l’interruzione in tutta la regione, nel Policlinico di Campobasso. Tutti gli altri ginecologi sono obiettori di coscienza e per abortire bisogna per forza spostarsi in altre regioni”.

L’aspirante parlamentare dem cita altri due dati. Il primo: “Il Molise ha anche il più alto tasso di obiezione di coscienza tra il personale non medico: oltre il 90%”. E poi “un altro dato terribile è quello sugli aborti farmacologici: la pillola RU486 è il metodo più sicuro e semplice per abortire per le donne, senza costringerle a un intervento chirurgico. In Italia puoi abortire con la pillola RU486 in media nel 35% dei casi, ma in Molise solo nell’1,9% dei casi. Questo dato – afferma Cerroni – ci fa capire che invece di andare avanti, in Molise si guarda indietro e si fa la guerra alla libertà delle donne di decidere cosa fare con il proprio corpo in modo sicuro e senza inutile dolore e complicazioni”.

Alle elezioni di domenica 25 settembre, conclude la segretaria nazionale dei Giovani dem, “saremo chiamati a esprimere un voto sulla libertà delle donne e sul diritto a decidere sui nostri corpi. I molisani, in particolare, dovranno scegliere tra eleggere qualcuno che in Parlamento sosterrà il diritto delle donne a decidere se portare a termine o no una gravidanza e una destra che vuole costringere tutte le ragazze e le donne che rimangono incinte a partorire, come sta progressivamente succedendo negli Usa”.