Delitto di natale

Omicidio Micatrotta, indagini chiuse: quella sera nessun messaggio tra l’assassino e la vittima

E' terminata l'attività investigativa dei carabinieri del Ris su tutti i reperti sequestrati la sera del 24 dicembre scorso a seguito della morte di Cristiano Micatrotta. L'ultimo atto, il 16 settembre scorso con la perizia medica sulla cicatrice riportata da uno dei due amici della vittima. Ora si va verso la richiesta di rinvio a giudizio dell'unico indagato per quel delitto, Giovanni De Vivo, rinchiuso in carcere dal 26 dicembre

Gli esami, quelli definiti “ tecnicamente irripetibili”, sono iniziati il 14 gennaio scorso. Sono gli accertamenti che i carabinieri del Ris hanno condotto sui reperti sequestrati dai militari di Campobasso subito dopo l’omicidio di Cristiano Micatrotta il 24 dicembre 2021. Un periodo lungo otto mesi e che il 16 settembre scorso è terminato con l’ultimo esame, quello sulla ferita al braccio di uno degli amici di Cristiano che nella presunta lite scoppiata fra De Vivo e gli altri tre, è stato colpito dalla lama del coltello che ha poi ucciso il giovane geometra di Campobasso. E’ stato l’ultimo atto di una indagine adesso chiusa e che quindi ha fornito alla Procura di indaga sull’accaduto gli elementi necessari per chiedere un rinvio a giudizio di De Vivo e quindi condurre il processo.

Omicidio Micatrotta: indagato per rissa l’amico che chattava con De Vivo prima del delitto

Ai raggi x sono stati passati: il coltello, gli indumenti prelevati alla salma ma anche quelli di De Vivo e delle altre due persone (fra cui il 32enne indagato per rissa e molto amico di Cristiano), le tracce ematiche prelevate sull’arma ma anche quelle sul posto dell’omicidio e i 4 telefoni cellulari (quello della vittima, dei due testimoni e quello di De Vivo).

Uno degli aspetti principali attorno ai quali si è lavorato  – fra gli altri – è stato anche quello relativo alla presunta lite che sarebbe avvenuto al telefono tra De Vivo e il 32enne indagato per rissa e ferito al braccio. Per alcuni aspetti, ancor più che gli esami scientifici sugli indumenti e altri reperti, importante sarebbe stato l’esito della messaggistica telefonica e il riscontro delle chiamate in entrata ed in uscita fra le quattro persone che quella sera erano in via Vico.

Ebbene, quella sera, fra De Vivo e la vittima non ci fu alcun tipo di contatto telefonico. Nessun messaggio. Mai una mail. I due – stando alle risultanze sui cellulari – erano due perfetti estranei.

Non lo erano invece il secondo indagato e De Vivo. E’ fra loro che invece ci sono state diverse telefonate qualche ora prima dell’omicidio ed è l’indagato per rissa che invia una serie di messaggi vocali all’altro giovane presente sul luogo del delitto. Cristiano in quelle ore non ha contatti con nessuno, ma si ritrova in via Vico poco dopo e lì viene colpito al collo da un colpo di lama che lo uccide. Ma la dinamica di quell’assassinio al momento è oggetto di ovvia controversia fra accusa e difesa. Chiuse le indagini e prossimi, quindi, al rinvio a giudizio, dirimente sarà il processo che quasi sicuramente si svolgerà a colpi di perizie.

commenta