La mostra

Nel chiostro monastico di Bonefro rivive il mondo di Mirella Sotgiu

Il convento di Bonefro cuore pulsante di non poche manifestazioni culturali. Tantissime dunque le iniziative ancora in itinere. In questo ambiente di antica memoria ci accompagna l’assessore alla cultura Carmen Lalli per visitare la mostra della pittrice Mirella Sotgiu. Tra le tele esposte nel chiostro monastico si avverte il respiro silente di un mondo che ci appartiene. Sui cavalletti cammina la vita di ieri. Resiste sui gradini del tempo. Si muove. E’ tutta in piedi. Orgogliosa di sé senz’alcuna pretesa. Sono qui i rintocchi della memoria.

Le pennellate di Mirella Sotgiu rianimano una morbida atmosfera emotiva che abbraccia il sentire dell’io. In questo curioso cammino, in angoli suggestivi, appaiono, come d’incanto, esistenze vive. I protagonisti d’altri tempi sono donne, uomini, anziani, bambini, colti nei luoghi dell’anima che si amano. La pittrice Mirella Sotgiu è orgogliosa delle proprie radici. La madre è originaria di Montorio nei Frentani. Il padre è sardo. Due mondi diversi accomunati da un unico senso dell’essere. L’autrice li rappresenta con i toni migliori. L’ambiente dei borghi molisani s’impone. Nelle scene i legami sono forti. Il canto delle proprie radici non cessa mai di esistere. Lo spirito di appartenenza si coglie nella terra, nell’erba, in un gregge solitario, sul tratturo e nei passi dei tipi umani. C’è l’amore per Montorio, Bonefro e per il Molise che resiste. I ricordi disegnano con chiarezza l’amore verso una terra di gente umile e piena di valori. Mirella Sotgiu ha conosciuto Bonefro. Se ne innamora. Ama il paesaggio e la cultura del borgo dove il silenzio accende la vita più autentica. Da professoressa ci spiega i valori più a rischio. Ama l’arte della fotografia a tal punto da dipingere uno degli scatti più belli di Tony Vaccaro, fotografo di fama mondiale.

Generico settembre 2022
mostra mirella sotgiu
chiostro bonefro

Si tratta de Il vecchio bonefrano che colpisce chiunque. Emblema di Bonefro. Simbolo di una filosofia felice che puntualnente Tony Vaccaro trasferisce volutamente nei suoi preziosi scatti. La tela ridisegna la storia della povertà a cui sono inchiodati i nullatenenti. Le cento toppe sul vestito del vecchio bonefrano sembrano sbiadite. Nell’espressione titanica di questo straordinario personaggio locale del ‘900 trionfa il linguaggio del sorriso. Anzi s’impone con una gioia solitaria sempre viva. Motivo di riscatto. Orgoglio del mondo degli umili.

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