Operazione "round trip"

Il “patto” fra San Severo e Termoli: almeno 60mila euro di cocaina al mese

L'operazione della squadra mobile di Campobasso ha sradicato l'alleanza tra due giovani "leve" della mafia foggiana di 26 e 22 anni e due termolesi di 36 e 38 anni. Le tecniche di spaccio: rifornimento quotidiano, smercio veloce e in più punti fra Rio Vivo e il litorale Nord. Dei quattro, tre sono in carcere e uno dei molisani è finito ai domiciliari

La mattina del 17 settembre scorso, i lampeggianti della polizia lungo il litorale, il rumore dell’elicottero che ha sorvolato la costa per ore, gli agenti in divisa e altri in borghese sparsi in ogni angolo della città, non hanno lasciato spazio ad alcun dubbio. Infatti a distanza di qualche ora la notizia di quattro persone finite in carcere per spaccio di cocaina ha fatto il giro della città.

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Quattro arresti: due giovani di San Severo di 26 e 22 anni; e due termolesi di 36 e 38 anni (quest’ultimo è stato però confinato ai domiciliari).

I primi, giovani ‘leve’ della mafia foggiana che in questi mesi hanno organizzato l’approvvigionamento della cocaina richiesta dagli altri due che invece quotidianamente viaggiavano alla volta di San Severo per acquistare droga. Almeno 60mila euro di sostanze vendute ogni mese negli ultimi tre mesi. Uno spaccio veloce e ‘schizofrenico’. I due pusher si spostavano da una piazza all’altra in modo rapido e sicuro incontrando anche trenta consumatori in pochi minuti. Giocavano tutto sul tempo per sfuggire ai controlli della polizia. Che invece li ha seguiti, pedinati, immortalati e intercettati.

Gli uomini di Marco Graziano, capo della squadra mobile, hanno lavorato H24 alle calcagna dei quattro arrestati documentando per filo e per segno spostamenti e cessioni di droga.

marco graziano polizia mobile

Poco prima di eseguire le misure cautelari disposte dalla procura sono state eseguite perquisizioni che hanno permesso il sequestro di 62 grammi di droga tra cocaina ed eroina. Il quartetto, molto organizzato, agiva in questo modo: ogni giorno i due sanseveresi portavano la droga a Termoli avvisando con il cellulare gli altri due basisti che a loro volta contattavano i tossicodipendenti del posto. In questo modo riuscivano, giornalmente ed in poche ore, ad ottenere guadagni cospicui e a consolidare affari che viaggiavano sulla media di 60mila euro al mese.

Inizialmente la base operativa è stata Rio Vivo (il lungomare sud di Termoli). Poi, a seguito dei sequestri di droga operati dalla polizia, le piazze sono cambiate e sono state scelte in più punti della città fino anche a tutto il litorale Nord.

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