La nuova frontiera della droga

Lo spaccio di cocaina sulla costa molisana è nelle mani dei “padrini” di San Severo: lo fanno con dinamiche imprenditoriali

Il capo della squadra mobile, Marco Graziano: "Abbiamo documentato dinamiche diverse da quelle di Campobasso. A Campomarino, Termoli, Petacciato, Montenero, arrivano direttamente i rifornitori pugliesi. Questo significa migliore qualità e prezzi più bassi. Da qui la mole di affari che superava i 60mila euro al mese"

Sessantadue chilometri, solo 45 minuti di macchina: tanta è la distanza che divide Termoli da San Severo. Una manciata di minuti per viaggiare “in tutta fretta”, trasportare droga, spacciarla nelle piazze termolesi, guadagnare anche fino a 3.500 euro al giorno e tornare in Puglia. Questa è la fotografia, sintetica, di operazione “Round Trip” portata a segno dalla Squadra mobile di Campobasso.

Dinamiche di traffico e movimenti diversi da quelli documentati a Campobasso, dove chi spaccia (spesso egli stesso tossicodipendente) è quello che si sposta fino a Foggia, Lucera e San Severo per comprare, tornare, consumare e vendere. A Termoli, Campomarino, Petacciato, Montenero di Bisaccia (le zone indicate dalla squadra mobile di Campobasso) arrivano direttamente i rifornitori. Non ci sono intermediari. E questo ha ripercussioni anche sulla qualità della droga (migliore) e sul prezzo (inferiore). Quindi per dirla in gergo “un buon mercato”.

Mobile graziano

E questo è un “altro elemento che consolida quelle che fino a qualche tempo fa consideravamo soltanto ipotesi ma che ormai sono certezze – ha spiegato Marco Graziano, dirigente della Mobile – e cioè che la criminalità sanseverese è ormai in pianta stabile lungo il litorale molisano”.

D’altronde, e non più di quattro mesi fa, nella relazione annuale della Dia si scriveva: “La città di San Severo si confermerebbe epicentro delle dinamiche criminali della provincia per il ruolo strategico assunto nel traffico degli stupefacenti con proiezioni anche extraterritoriali grazie ai forti legami con la camorra, la ‘ndrangheta e la criminalità albanese”. Sottolineando anche che in questo preciso momento storico si deve individuare “una vera e propria mafia sanseverese non più articolazione della società foggiana”.

Il “patto” fra San Severo e Termoli: almeno 60mila euro di cocaina al mese

Aspetto ribadito anche da Marco Graziano quando spiega che la gestione del traffico di eroina e cocaina sradicato nei giorni scorsi con l’arresto dei due sanseveresi (componenti di famiglie di spicco della mafia pugliese) e dei due molisani era “di tipo imprenditoriale: noleggiavano auto, con documenti falsi, rifornivano la piazza su richiesta ogni giorno e svolgevano questi compiti in brevissimo tempo. Andata e ritorno”. Da qui anche il nome dell’operazione “Round Trip”.

La vicinanza del territorio pugliese, nonché le numerose e pesanti inchieste giudiziarie che riguardano il territorio dell’alto foggiano, non si esclude stiano rivitalizzando assi criminali per l’attuazione dei propri piani fuori dai confini pugliesi. Perché, e l’indagine della squadra mobile lo ratifica, forte è ormai la proiezione dei gruppi sanseveresi fuori dal proprio territorio “e con particolare riferimento al Molise”.

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