Campobasso

Expò Bier, folla per il corso ma organizzazione carente: file, pochi bagni e problemi audio ai concerti

Le 'note stonate' della manifestazione organizzata dall'associazione 'Cultural Project Progettazione Culturale Integrata' e dal Comune di Campobasso che ha sborsato 5mila euro. Nonostante il boom di presenze, c'è chi ha lamentato la carenza di servizi igienici e la complicata modalità per acquistare nei vari stand allestiti dove, oltre alla birra, era possibile mangiare anche arancini siciliani, piadine e crepes. Imperfetto l'audio dei concerti in piazza Municipio

Alla fine, è stato il grande successo che ci si aspettava. Centinaia le presenze – più di quelle del venerdì sera – per la seconda giornata dell’Expò Bier che ha chiuso con un bilancio positivo, complice la voglia di svago dopo due anni di pandemia e di godersi il terzo evento di rilievo organizzato dall’amministrazione comunale per l’estate 2022 (dopo Corpus Domini e il Campobasso Summer Festival).

Ma qualche ‘nota stonata’ pure c’è stata per la manifestazione dell’associazione ‘Cultural Project Progettazione Culturale Integrata’, i cui rappresentanti – Walter D’Alessandro e Max Manocchio – alcuni anni fa organizzarono un evento simile durante l’amministrazione guidata dal centrodestra di Gino Di Bartolomeo. La loro idea è piaciuta anche all’attuale governo cittadino M5S che si è affidato completamente a questa associazione (sborsando comunque 5mila euro) per l’evento.

Ieri sera, con una folla in centro che sembrava Corpus Domini, c’erano lunghe file per procurarsi i famosi ‘token’, ossia le card che consentivano di acquistare negli stand: una volta capito cosa fossero i ‘token’, bisognava recarsi nelle tre casette che fungevano da cassa per cambiare i soldi e ricevere l’equivalente da spendere. Una volta capito questo meccanismo, negli stand allestiti lungo corso Vittorio Emanuele era possibile bere e mangiare un po’ di tutto, compreso il vino (il che è stato apprezzato da chi non ha una particolare predilezione per la ‘bionda’), patatine fritte, arancini siciliani, piadine e altri prodotti che poco avevano a che fare con la cucina molisana. Per fortuna, c’erano anche gli stand dell’abatina (la salsiccia campobassana che ha ricevuto il marchio De.co), il caciocavallo e i panini con le polpette cacio e ova (altra specialità del capoluogo).

Peccato che con tante specialità di birra da assaggiare, i servizi igienici erano carenti: una ‘croce’ per le mamme con i bambini o per i più anziani. Otto bagni chimici erano stati posizionati alle spalle del Municipio, in villa Musenga, ma ad un certo punto della serata dedicata alla birra pare che fossero inavvicinabili. E qualcuno alle prese con un bisogno fisiologico impellente ha preferito ‘liberarsi’ nell’aiuola di via Roma (vicino a Palazzo Magno, sede della Provincia).

I concerti live è stato uno degli elementi di punta della manifestazione: due le aree spettacolo allestite, tre palchi. In Piazza della Vittoria il più grande (10 metri per 10), altri due più piccoli (6 metri per 4) in piazza Municipio. Qualche difficoltà c’è stata soprattutto per i gruppi che si sono esibiti davanti a Palazzo San Giorgio: sound-check problematico (per la presenza di due gruppi sui due palchi allestiti a pochi metri l’uno dall’altro), tecnici audio assenti durante le esibizioni, microfoni e casse che facevano i ‘capricci’. E infine, durante l’esibizione de ‘Il Mosaico’, è iniziato l’allestimento delle casse per il dj set. “Succede anche questo durante un concerto”, ha commentato con un pizzico di sarcasmo il frontman della band.

Ma i più scontenti di tutti saranno stati gli esercenti ‘tagliati fuori’ dall’Expò Bier e più lontani dai luoghi clou della manifestazione. Con la gran parte delle persone che ha preferito riversarsi lungo il corso, avranno avuto incassi vicini allo zero.

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