L’uomo arrestato dai baschi verdi della Guardia di Finanza di Campobasso è Gennaro Volpe, nipote di Antonio Volpe, l’ex reggente del gruppo Baratto-Volpe di Fuorigrotta ucciso in un agguato in via Leopardi nel marzo del 2021. All’osso: un pezzo grosso della camorra, nipote dell’uomo che negli atti della Dda di Napoli veniva indicato come uomo di fiducia della cosca che gestisce droga ed estorsioni. E Antonio Volpe, morto sul colpo a marzo dello scorso anno, era già sfuggito il 6 settembre 2005 ad un agguato in cui invece morì Salvatore Staiano, episodio della guerra tra i Bianco-Baratto e il gruppo degli Iadonisi.
Perché Gennaro Volpe viaggiasse sulla Statale 17 in direzione Campobasso è il quesito attorno al quale si sta sviluppando l’inchiesta della Guardia di Finanza. Nella macchina fermata dopo spari e inseguimento da parte delle Fiamme gialle, all’altezza del Ponte Quirino, nascondeva 15 panetti di hascisc (un chilo e mezzo) ma c’erano anche 50 grammi di cocaina e 60 di marijuana. Dove la portava e a chi?
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Se le ipotesi investigative trovassero riscontri in merito ad un rifornimento destinato alla piazza della provincia di Campobasso e dell’area matesina, si consoliderebbe (qualora ce ne fosse ancora bisogno) l’allarme di una penetrazione nel territorio molisano, da parte delle cosche mafiose, sempre più insistente. E pericolosa. Ma gli inquirenti hanno le bocche cucite. Le indagini sono ancora nella fase preliminare e al di là di quanto emerso dal controllo incrociato dei dati telematici, le fiamme gialle sono al lavoro su più fronti.
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