Omicidio in via vico

Delitto di Natale, colpo di scena: il Pm chiede la perizia sul braccio ferito dell’amico di Micatrotta

L'esame medico legale chiesto dagli inquirenti anche sull'amico della vittima, sarà eseguito il prossimo 16 settembre e servirà a vederci chiaro in merito alla natura della lesione e ad aventuali responsabilità

E’ stata disposta una perizia medico legale sulla ferita al braccio dell’amico 32enne (indagato per rissa) di Cristiano Micatrotta. L’ha chiesta il Pm e il 16 settembre sarà conferito l’incarico al professionista che eseguirà l’esame.

Lui, è l’uomo che la sera fra il 24 e il 25 dicembre – stando alle prime testimonianze rese agli inquirenti – avrebbe difeso Cristiano ricevendo un colpo di lama al braccio prima che la stessa finisse per uccidere il 35enne campobassano.

Omicidio di Natale, il mistero dell’arma del delitto e delle due testimonianze rese ai carabinieri

Gli inquirenti – ad otto mesi dal delitto – hanno chiesto una perizia di tipo medico legale, per analizzare la ferita, la sua natura e valutarne la compatibilità con la dinamica di quanto accaduto.

Il 32enne ai carabinieri avrebbe raccontato di essersi reso conto della presenza dell’arma soltanto quando ha notato Cristiano sanguinare. E che, pur essendo stato colpito egli stesso per primo da un fendente alla mano (tant’è che tra le ipotesi c’è quella di un intervento di Cristiano per difende l’amico) ha raccontato che nella concitazione di quel momento non si è reso conto di essere stato ferito.

Cristiano Micatrotta sarebbe raggiunto da un fendente al collo dopo essere intervenuto in una lite che – stando ai racconti dei testimoni – sarebbe iniziata al telefono fra De Vivo e l’amico 32enne di Cristiano, iscritto nel registro degli indagati per il reato di rissa.

Nella concitazione, è saltato fuori il coltello da cucina che ha ferito ad un braccio il 32enne e poi ha ucciso con  il giovane geometra campobassano che non ha avuto scampo. E’ morto poco dopo durante il trasporto in ospedale.

In alcune dichiarazioni spontanee rese quella stessa notte ai carabinieri, l’indagato avrebbe raccontato di aver incontrato Cristiano poco prima della mezzanotte ma che in realtà l’appuntamento era con il 32enne con il quale aveva litigato al telefono a partire dalle 21.30 per un “questione di droga”.

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