La manifestazione di campobasso

Gli studenti alzano la voce: “Non si può morire di lavoro e per maltempo, la politica ci ascolti”

A Campobasso la manifestazione organizzata dall'Unione degli studenti: circa 150 ragazzi lanciano un segnale alla politica a due giorni dal voto per la scelta dei parlamentari. "La crisi climatica è una priorità", scandiscono. Ma il presidio consente anche di ricordare i ragazzi morti nell'alternanza scuola lavoro

Si torna in piazza per protestare e per lanciare un segnale alla politica che in questa campagna elettorale ha parlato probabilmente troppo poco dei ragazzi e ai più giovani, nonostante i tentativi (a volte maldestri) di utilizzare i social più moderni come Tik Tok. Loro, gli studenti, hanno le idee chiare sull’agenda delle priorità che il prossimo Governo dovrà perseguire: la crisi climatica è in cima all’elenco.

Manuel Cerio, 17 anni, studente dell’istituto Professionale ed esponente dell’Unione degli studenti (che ha organizzato la manifestazione di Campobasso), spiega i motivi della manifestazione: “Stiamo arrivando ad un punto di non ritorno. E siamo qui in piazza per dare voce agli studenti, a due giorni dalle elezioni perchè i partiti non ci ascoltano quando dovrebbe essere una priorità. In Italia si parla di maltempo e acquazzoni, ma in realtà siamo di fronte ad una crisi climatica”. Il riferimento è alla tragedia che solo pochi giorni fa ha colpito le Marche.

Il presidio dei ragazzi consente anche di ricordare i loro coetanei morti durante i percorsi formativi di alternanza scuola-lavoro, l’ultimo drammatico decesso due giorni fa in una fabbrica di Noventa di Piave dove a soli 18 anni ha perso la vita Giuliano De Seta. Aveva la stessa età anche Lorenzo Quadrelli. “Oggi rivendichiamo anche i ragazzi morti per l’alternanza scuola-lavoro: Lorenzo, Giuseppe e Giuliano. Non possiamo tollerare che si muoia in questo modo, vogliamo posti sicuri nelle scuole, non luoghi in cui i ragazzi muoiono”, sottolinea ancora Manuel che rilancia anche la necessità di una legge adeguata per il diritto allo studio.

Ci sono decine di studenti in villa Musenga, il giardino alle spalle del Municipio che accoglie la manifestazione. I ragazzi si riuniscono ed espongono cartelli più o meno espliciti contro la politica oppure promuovono modelli di mobilità più sostenibile come la bicicletta.

Per Mariachiara, 14 anni, studentessa del ‘Mario Pagano’: “L’inquinamento sta segnando il nostro futuro e spero che chi può cambiare la nostra situazione ci ascolti”. “L’emergenza climatica è colpa dell’uomo, ma è l’uomo stesso che può porre rimedio a questa situazione”, le fa eco la sua coetanea Rita.

Friday for Future a Campobasso

Anche gli otto portavoce di Fridays For Future in Italia, il movimento lanciato nel 2018 da Greta Thunberg, allora sconosciuta studentessa di Stoccolma, hanno ribadito l’importanza della manifestazione ricordando che “molte persone tra di noi non potranno neppure votare, ma vogliamo che il discorso sulla crisi climatica sia centrale, cosa che al momento non è neanche lontanamente. E spingiamo ogni candidato a considerare e proporre i punti proposti nella nostra Agenda Climatica”.

In Molise la Cgil e la Flc Cgil hanno aderito alla mobilitazione degli studenti: “Le morti sul lavoro e i disastri ambientali non sono eventi scollegati. È un intero modello sociale che va cambiato, rimettendo al centro le persone e non i profitti”, le parole di Paolo De Socio e Giuseppe La Fratta. “Sosteniamo come sempre questa iniziativa, poiché si pone in continuità con uno tra i temi che caratterizzano la nostra azione: trasformare l’attuale modello sociale ed economico che è incompatibile con la sopravvivenza della specie umana, riconoscendo l’urgenza di scelte determinate da parte di tutti i governi per affrontare l’emergenza climatica”. #PeopleNotProfit e #FacciamoQuadrato gli hashtag lanciati dal sindacato.

De Socio e La Fratta condividono la battaglia dei ragazzi anche su un altro terreno: “Alle spalle della morte di Giuliano, solo qualche mese dopo quelle di Lorenzo e Giuseppe, c’è l’idea assurda che ogni posto di lavoro possa rappresentare una occasione formativa a prescindere dai livelli di rischio e dai contenuti del contesto in cui si svolge. Ma se allarghiamo lo sguardo vediamo che le
tante morti sul lavoro di questi ultimi mesi, dalla ripresa a regime delle attività produttive dopo i lockdown, sono la tragica prova che nulla è cambiato, che l’imperativo della crescita e del profitto, senza alcuna considerazione per la vita e l’ambiente, rappresenta purtroppo il tratto distintivo del nostro presente. Ci troviamo di fronte ad una secca alternativa: o si accetta questa deriva o si riprende la parola e ci si oppone con tutte le forze contribuendo a costruire un nuovo modello di sviluppo e un’altra idea di società . Noi scegliamo la seconda opzione”.

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