Dati e previsioni

Pandemia, lieve discesa dei casi in Molise e in tutta Italia. Ma è la stasi prima della risalita autunnale

Il monitoraggio della Fondazione Gimbe per la settimana 24-30 agosto evidenzia una discesa dell'incidenza, oltre che dei ricoveri e dei decessi. Il Molise non fa eccezione, ma è pacifico che si tratta dell'effetto del plateau. Presto arriverà una nuova ondata e gli esperti consigliano di fare la quarta dose se si è fragili o sopra i 60 anni, senza aspettare

La pandemia nel nostro Paese è in una fase di plateau. Dopo la lieve risalita dei casi rilevata nella settimana dal 17 al 22 agosto, ecco che la curva lievemente riscende nella successiva (23-30 agosto) come rilevano i dati del consueto monitoraggio della Fondazione Gimbe. La lieve discesa c’è stata (al pari di tutte le altre regioni d’Italia) anche in Molise, dove la variazione percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente è stata del -14.2%. Diminuzione che ha riguardato entrambe le province (Campobasso -14.6% e Isernia -13.6%).

gimbe 23 30 agosto

 

Questi i dati italiani nel dettaglio, e nel confronto rispetto al precedente report:

Decessi: 574 (-24,4%), di cui 87 riferiti a periodi precedenti
Terapia intensiva: -28 (-11%)
Ricoverati con sintomi: -951 (-14,9%)
Isolamento domiciliare: -90.871 (-12,2%)
Nuovi casi: 149.701 (-15,8%)
Casi attualmente positivi: -91.850 (-12,2%)

Plateau della curva, d’altra parte, significa proprio questo: una situazione di sostanziale stasi, con marginali rimbalzi nel numero delle infezioni. Lo ha spiegato lo stesso presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta: “Dopo il ‘rimbalzo’ della scorsa settimana il numero dei nuovi casi settimanali (in Italia, ndr) torna ad assestarsi intorno a quota 149 mila, con una media mobile a 7 giorni di oltre 21 mila casi al giorno, documentando che da metà agosto, al di là di modeste oscillazioni, la curva è in fase di plateau”.

gimbe 23 30 agosto reparti

Tornando ai dati molisani, il tasso di ospedalizzazione nelle aree mediche si conferma ancora un po’ più alto della media nazionale (10.8% vs 8.5) mentre per le terapie intensive la percentuale di occupazione dei pazienti Covid si è azzerato, essendo deceduti i pochi degenti presenti in reparto fino a pochi giorni fa. La media nazionale invece è del 2.5%.

La pandemia però non è scomparsa e non scomparirà nei prossimi mesi. Quello che con molta probabilità ci attende è una risalita, forte, dei contagi. C’è chi lo ha definito ‘autunno nero’ ma anche senza voler dare connotazioni di sorta possiamo affermare – sulla base di ciò che un po’ tutti gli scienziati stanno affermando, così come lo ha fatto giorni fa l’Oms – che una nuova ondata ci sarà, e probabilmente sarà addebitabile alla nuova variante, la Centaurus o BA.2.75.

Ma cerchiamo di contestualizzare. Come ha riferito Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, in una intervista a Repubblica, la pandemia è un po’ meno pandemia di prima, nel senso che è in una fase di transizione verso l’andamento endemico. Alla luce di quelle che sono state le pandemie del passato, come il virus influenzale, è presumibile che avremo, invece di una presenza continua e costante – più o meno alta – del virus, degli andamenti ondulanti. Onde, se va tutto bene, come quelle prodotte da un sasso in uno stagno. Quindi con una tendenza, nell’arco di più anni, alla riduzione. Se non si inserirà una variante particolarmente diversa da quelle attualmente circolanti“.

E la prossima onda sarà giustappunto fra qualche settimana, complice una serie di fattori, che il virologo, con estrema chiarezza, ha così spiegato: “Queste onde sono favorite da diverse situazioni. Ad esempio sappiamo che in autunno-inverno si combinano una serie di fattori facilitanti e scatenanti: la riapertura delle scuole e la ripresa massiccia delle attività industriali, il fatto di stare più al chiuso, gli sbalzi termici. Tutte condizioni che facilitano un aumento della diffusione. In più, abbiamo varianti che possono eludere la risposta immunitaria sia dei guariti che, in qualche modo, anche dei vaccinati. A questo, sempre per spiegare perché vedremo un andamento a ondate, si aggiunge il fatto che la popolazione di soggetti suscettibili si allarga e si restringe periodicamente, a fisarmonica: ad esempio ora sono in tanti ad essersi ammalati con Omicron, e quindi si è ridotta la quota di persone che possono infettarsi“.

La nuova variante nell’occhio del ciclone è stata individuata in Italia in un solo caso ma è del tutto evidente (alla scienza e alla microbiologia in particolare) che sarà solo questione di tempo e poi questa sottovariante di Omicron 2 (che si sta studiando ma che sembra essere maggiormente trasmissibile) scalzerà la Omicron 5, attualmente dominante.

La popolazione italiana (e molisana) è in larghissima parte vaccinata, ma la protezione data dal vaccino, sebbene altissima per quanto riguarda la possibilità di contrarre la malattia in forma grave, scema nel tempo. È chiaro che se i casi aumenteranno in grande misura (come previsto) statisticamente aumenteranno, anche se non alla stessa maniera, anche i casi di ospedalizzazione e di morte. E questo riguarda soprattutto le persone con fragilità e in là con gli anni.

La ‘falla’, come noto, è nella quarta dose che in pochi hanno scelto di fare e ciò avrà un prezzo ahinoi anche in termini di vite umane. Per Gimbe dunque “con la stagione autunnale in arrivo è necessario accelerare al massimo la vaccinazione di over 60 e fragili, senza attendere i vaccini ‘aggiornati’ per i quali – tra l’altro – non esistono ancora prove di efficacia nel prevenire la malattia grave, sulla quale il ‘vecchio vaccino’ rimane un’arma eccellente”.

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