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Caso Gemelli, Cesa e Lotito difendono Toma. Sanità commissariata? “Va eliminata”

Il problema del deficit e la probabile interruzione delle prestazioni di radioterapia oncologica nell'ospedale privato irrompono nell'agenda dei candidati del centrodestra alle elezioni del 25 settembre. Il presidente della Lazio: "Un disavanzo da 80 milioni è una cifra irrisoria, quando ho rilevato la Lazio aveva più debiti della sanità molisana. Questa non può essere l'unica regione commissariata in Italia". In realtà, anche la Calabria lo è ma ha ripianato i debiti. "Difenderemo il Molise a Roma. Ci considerano esterni? Siamo meglio degli autoctoni che dormivano in Parlamento".

“Bisogna togliere il commissariamento, il Molise non può essere l’unica regione d’Italia con la sanità commissariata. Trovo molto strano che qui la sanità sia commissariata per un disavanzo di 80 milioni, è una somma risibile. Quando io ho presi la Lazio nel 2004, la Lazio aveva 84 milioni di ricavi e 86,5 milioni di debiti, quindi perdeva più del disavanzo del Molise. In più, aveva 550 milioni di debiti”.

La sanità irrompe nella campagna elettorale. Claudio Lotito, l’imprenditore romano candidato sul seggio uninominale al Senato per il centrodestra, usa una metafora calcistica per rilanciare una proposta che periodicamente fa discutere: il piano di rientro dal deficit, i servizi sanitari depauperati per consentire il ripiano dei debiti, i tetti di spesa per i privati che da poco hanno fatto scoppiare il ‘caso Gemelli’. Le prestazioni di radioterapia per i pazienti oncologici del Molise sono a rischio dal prossimo 1 ottobre.

Il presidente della Lazio incontra la stampa a poche ore dalla conferenza stampa del governatore-commissario alla sanità Donato Toma. Sia lui che Cesa dicono di aver sentito il capo della Giunta regionale. E lo difendono nell’incontro con i giornalisti di questo pomeriggio.

Al Molise per la sanità vengono assegnati 600 milioni di euro – incalza Lotito – ed è una dotazione sbagliata perché viene assegnata pro capite sulla base della popolazione residente, ossia 300mila abitanti, in pratica che è un quartiere di Roma. Con la differenza che in quest’ultimo caso è tutto concentrato in un posto, invece nel caso del Molise abbiamo una condizione orografica complicata e la popolazione è sparsa su un territorio che presenta un deficit di infrastrutture. Di questo non si può non tenere conto”. Quindi, “bisogna ridare molisani la capacità di pianificazione che deve tenere conto di una popolazione spalmata sul territorio e di una certa età”, incalza Lotito rilanciando uno dei temi più cari al governatore molisano.

L’imprenditore romano ha sentito Toma per capire se i molisani rischiano di perdere la radioterapia oncologica dal 1 ottobre: “Ho sentito il presidente della Regione. Le somme a disposizione del Gemelli non finiscono il 1 ottobre, ma il 31 dicembre”. Il presidente della Lazio ricorda che “Toma ha sollecitato con tre lettere il Ministero dell’Economia perché essendo commissario ad acta deve chiedere l’autorizzazione del Mef ad erogare le somme. Ad oggi non ha ricevuto risposte da una certa dottoressa, non diciamo il nome per privacy (il riferimento è alla dottoressa Angela Adduce, dirigente del Ministero e coordinatore del tavolo tecnico per la verifica dei conti delle regioni commissariate, ndr). Ma noi – insiste Lotito – sollecitiamo risposte immediate perché in ballo c’è la salute dei cittadini. La radioterapia oncologica e la cardiochirurgia sono attività salvavita e, al di là del formalismo e della burocrazia, queste questioni devono essere risolte col buonsenso. Da parte dello Stato questo non c’è stato visto che dopo 4-5 mesi non sono state date risposte al commissario Toma”.

E ancora: “Ecco a cosa serve il senatore o il deputato: serve a far dare risposte, a trovare soluzioni, battere i pugni sul tavolo dei Ministeri, cosa che non è stata fatta in passato dal momento che tutte le regioni sono uscite dalla commissariamento tranne il Molise (in realtà lo è anche la Calabria ma con un decreto ad hoc ha ripianato i debiti, ndr)“. Una stoccata ai parlamentari uscenti ex Movimento 5 Stelle: “Ci chiamano paracadutati. Vorrei ricordare che quando c’erano gli autoctoni, dormivano in Parlamento”, sottolinea riferendosi al senatore Luigi Di Marzio.

Anche l’onorevole Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc e candidato alla Camera, ha incontrato il governatore-commissario questa mattina. Un colloquio di circa un’ora per mettere sul tavolo i principali problemi del Molise in modo particolare quello della sanità. “Ho agito presso il Mef  – dice – e in caso di elezione agiremo non solo in sede parlamentare Ma anche in sede di governo dal momento che il centro-destra governerà questo Paese”.

Oltre alla sanità, l’incontro con la stampa è anche un’occasione per lanciare un appello a tutte le forze del centrodestra e ai moderati e “in particolare ai Popolari per l’Italia”. “In questi giorni abbiamo incontrato i rappresentanti di tutte le realtà politiche del Molise per rendere vittoriosa questa campagna elettorale”. Cesa ha incontrato Vincenzo Niro, uno degli esponenti centristi che non ha nascosto il suo dissenso (assieme a Salvatore Micone) rispetto alla scelta di due candidati esterni per il seggio uninominale per la coalizione del centrodestra. Dissapori probabilmente rientrati, almeno stando alle dichiarazioni del segretario nazionale dell’Udc: “Non solo a livello nazionale, ma anche qui in Molise il centrodestra vincerà: con il lavoro svolto in questi giorni per unire tutte le forze di centrodestra (compresi i moderati) concluderemo in maniera vittoriosa questa campagna elettorale”. “C’è una coesione e una visione strategica con tutte le forze della coalizione – ha concluso – anche quelle che non sono state chiamate sul tavolo nazionale. Ma vogliamo che anche queste forze diano il loro apporto per vincere le elezioni e che abbiano pari dignità anche qui in Molise”.

 

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