Racconti e incontri a san basso

Suor Elvira Tutolo in barca per il patrono, “Ricordo i tuffi da bambina e gli amici che non ci sono più”

La 73enne suora missionaria termolese è tornata in città proprio venerdì, anche per partecipare alle festività di San Basso. E sulla barca delle istituzioni, davanti al patrono, ricorda la festa di quando era bambina e il ricordo degli amici che non ci sono più

Lei che del mare è innamorata e ama rientrare a casa anche per le lunghe nuotate nell’Adriatico, non poteva non essere a bordo di un peschereccio per la tradizionale processione a mare. Suor Elvira Tutolo, con tanto di cappellino azzurro della nazionale, non è mancata all’appuntamento con il momento che apre i festeggiamenti del suo santo patrono.

Di ritorno dalla Repubblica Centrale Africana, “proprio sull’Equatore”, spiega a chi la ascolta mentre la barca si spinge al largo, sarà in città almeno fino a metà mese e potrà così stare in compagnia della famiglia, godersi la città e “soprattutto nuotare – ha raccontato a sindaci e assessori regionali che con lei sul San Pio hanno condiviso la mattinata di festa – io amo fare lunghe nuotate“.

Suor elvira tutolo

Quando può torna a casa, “non ogni anno, ogni due o tre, dipende da quanto posso muovermi, ma cerco sempre di tornare in questo periodo per non perdermi la processione e le feste per San Basso. Quando salgo in barca e attraverso il mare, mi tornano in mente i ricordi di quando ero bambina e dalla barca mi tuffavo con gli amici. E poi – aggiunge con un pizzico di malinconia e un velo di tristezza sul volto – quando gettano la corona di alloro, ricordo sempre gli amici che non ci sono più, uno tra tutti Carlo Recchi, un sommozzatore che si è gettato e non è più tornato. San Basso mi regala sempre una grandissima emozione, c’è qualcosa nel sangue che non so spiegare”.

Suor elvira tutolo

Nei prossimi giorni poi, dopo una tappa a Roma “per sbrigare alcune faccende”, tornerà in Africa, la terra dove da 20 anni opera come missionaria. E prima di una bibita rinfrescante e un pezzo di pizza per festeggiare, racconta gli ultimi progetti che la vedono impegnata per dare un grande contributo alle popolazioni più povere.

“Lì sono un aiuto per costruire qualcosa, insieme ai ragazzi abbiamo salvato i bimbi e i ragazzi che dormivano sui cartoni – racconta – con mio grande stupore e sorpresa, siamo usciti di notte, anche se io avevo paura e abbiamo trovato questa realtà. Abbiamo anche iniziato a formare le famiglie e ora accolgono nelle loro case e con i loro figli naturali, i bimbi orfani. Un altro problema che mi sta a cuore, è quello degli adolescenti in strada o negli orfanotrofi, abbiamo ottenuto 150 ettari di terra e abbiamo avviato un corso di formazione agricola professionale. Infine abbiamo operato per farci riconoscere dallo Stato la protezione e l’accoglienza dei minori per non farli convivere in carcere con gli adulti, visto che è un crimine”.

Ora che lei non c’è come se la caveranno da quelle parti? “Se la cavano meglio di me e senza di me”.

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