Scenari stravolti

Salta accordo Pd-Azione, Facciolla: “Da Calenda scelta incomprensibile. Io resto in campo alle Politiche”

La rottura tra Letta e Calenda rimescola gli scenari anche in Molise nei giorni decisivi per la scelta dei candidati alle elezioni. Il numero uno del Pd regionale: "Possiamo dire la nostra con una squadra competitiva. Io non mi tiro indietro e ora si aprono nuovi spazi per gli esponenti della società civile". Azione punta sul sindaco di Vinchiaturo e segretario regionale Luigi Valente e sulla coalizione saltata: "Era diventata un'accozzaglia elettorale non più programmatica"

La coalizione è andata a farsi benedire. “Si è fortemente indebolita, ma se costruiamo una squadra competitiva e una proposta politica chiara possiamo dire la nostra”. Non ammaina la bandiera bianca il segretario del Pd Molise Vittorino Facciolla. Nel centrosinistra gli scenari sono stati stravolti dalla rottura del patto tra Enrico Letta e Carlo Calenda che aveva una valenza anche dal punto di vista della suddivisione dei collegi.

Quella di Carlo Calenda è stata scelta incomprensibile, ha voluto fare un regalo alla destra illiberale e sovranista. Ma è in linea con il profilo dell’uomo, eletto europarlamentare con il Pd salvo poi uscirne immediatamente dopo”, la stoccata di Facciolla. “Peccato perchè il fronti anti-destra, riformista e progressista, doveva essere il più ampio possibile. Non era un’ammucchiata, ma una coalizione che poteva e doveva essere la più ampia possibile per provare a vincere”.

A quattordici giorni dalla presentazione delle liste (il termine ultimo è il 22 agosto) e nella settimana decisiva per la scelta dei candidati, si dovranno rivedere le strategie e i piani per ‘mettere’ i candidati giusti al posto giusto. Nei giorni scorsi la direzione regionale del Pd Molise ha inviato a Roma una rosa di tredici nomi, tra cui lo stesso segretario regionale che resta in campo.

“Le candidature sui collegi proporzionali – osserva il segretario dem – resteranno in capo al Partito democratico. Noi abbiamo avviato un percorso con i movimenti civici, i socialisti, +Europa, Sinistra Italiana, Articolo 1 che ci consentirà di mettere insieme la miglior proposta elettorale (senza scegliere obbligatoriamente qualcuno del Pd) e che ci darà la possibilità di concedere lo spazio giusto e la rappresentanza anche ad esponenti della società civile”.

“Io non mi defilo – scandisce Facciolla – nel Pd tutti dovrebbero socializzare la responsabilità della rappresentanza. E io per primo devo farlo. Poi la scelta di una mia candidatura non è ad appannaggio del segretario regionale, ma inserita in una interlocuzione degli organismi con il partito nazionale. Saremo rispettosi delle indicazioni che arriveranno nei prossimi giorni”. E aggiunge: “Daremo ossequio all’alternanza di genere ma anche a perequare le rappresentanze dei territori (provincia di Isernia, Medio Molise e Basso Molise), oltre a creare un mix giusto tra rappresentanza del partito nelle istituzioni e tradizione. Sceglieremo anche quei candidati che possano rappresentare una novità”.  

Senza Azione, stando ai sondaggi, il campo progressista non arriverebbe al 30%, mentre il polo centrista (qualora Calenda e Renzi trovassero un’intesa) si attesterebbe al 10%. Ma c’è un piccolo tesoretto a cui ambire: solo un elettore su tre – secondo gli esperti – ha le idee chiare e sa chi votare il prossimo 25 settembre. “Questo significa che ora dobbiamo impegnarci ancora di più per costruire una proposta politica chiara, che possa raggiungere l’obiettivo di acquisire il consenso degli italiani”, le parole dell’ex sindaco di San Martino in Pensilis.

Azione punterà sul sindaco di Vinchiaturo e segretario regionale Luigi Valente che a breve incontrerà Carlo Calenda. “Il segretario nazionale sta incontrando singolarmente i referenti regionali del partito e quindi a breve avremo nuove indicazioni sulle candidature”, sottolinea Valente. “Io ho dato la mia disponibilità, mentre la rottura dell’accordo con il Pd segna un ritorno alle origini che qualcuno ha apprezzato, altri no. Quella col Pd era diventata un’accozzaglia elettorale non più programmatica”.

Luigi Valente

 

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