Frosolone

Orrore nel canile: 6 cuccioli trovati morti e divorati dagli insetti. Scatta sequestro sanitario

Raccapricciante la scena che si sono trovati di fronte i rappresentanti delle associazioni animaliste Noetaa e Leida intervenuti in una struttura privata di San Pietro in Valle, frazione di Frosolone. Per ora si è mossa solo l'Asrem che ha disposto il sequestro sanitario fiduciario, che non ha rilevanza dal punto di vista penale. Per questo i volontari sono intenzionati a sporgere denuncia ai Carabinieri e a presentare un esposto in Procura

Sei cuccioli senza vita, divorati dalle formiche. Un cane corso legato ad una catena, con la cuccia sotto al sole rovente. Il canile dell’orrore è stato scoperto ieri mattina – 9 agosto – dai rappresentanti del Nucleo operativo Ente tutela animali e ambiente (N.O.E.T.A.A.) e dell’associazione Leidaa (Lega italiana difesa animali e ambiente): quando sono entrati nella struttura, che si trova in una campagna di San Pietro in Valle (frazione di Frosolone), hanno visto con i loro occhi uno scenario raccapricciante e sconvolgente. Sono intervenuti dopo le segnalazioni di alcuni cittadini che probabilmente si erano già accorti di quanto accadeva nel rifugio, di proprietà di un privato.

canile lager San Pietro in Valle (Frosolone)
canile lager San Pietro in Valle (Frosolone)
canile lager San Pietro in Valle (Frosolone)
canile lager San Pietro in Valle (Frosolone)
canile lager San Pietro in Valle (Frosolone)
canile lager San Pietro in Valle (Frosolone)

Non si sa da quanto tempo il canile si trovi in quelle condizioni e se l’amministrazione comunale di Frosolone (a cui la legge assegna il compito di controllare la salute e il rispetto del benessere degli animali) abbia mai operato le opportune verifiche del caso. Eppure il rifugio si trova a poche centinaia di metri dal centro abitato.

Le fotografie e il video che vi mostriamo documentano la sconcertante scoperta: tra i 25 cani tenuti nella struttura (di cui alcuni da tartufo) c’erano sei cuccioli morti. I loro corpicini era stati abbandonati a terra diventando il pasto di formiche e altri insetti. Malnutriti altri animali custoditi nel canile. Quando i volontari sono arrivati, il rifugio ospitava un numero di cani superiore a quello previsto per legge: un sito di proprietà di un privato non può ospitare più di nove animali se non con una autorizzazione da parte dell’Azienda sanitaria regionale.

Oltre al sovraffollamento, parte della struttura era in condizioni igieniche precarie: in alcune gabbie c’erano escrementi e sporcizia. In una cuccia sotto al sole, un cane corso era stato legato ad una catena lunga non più di due metri.

Per ora si è attivata solo l’Asrem che ha disposto il sequestro sanitario fiduciario del canile. Un sequestro che, però, non ha rilevanza penale e che non avrà dunque conseguenze per il proprietario nè per il sindaco del paese (competente e responsabile del benessere degli animali presenti sul territorio). Per questo, le associazioni animaliste sono intenzionate ad andare fino in fondo avendo ravvisato il reato di maltrattamento degli animali: lo accerterà la Procura, a cui il Noetaa e la Leidaa presenteranno un esposto. Analoga denuncia sarà presentata ai Carabinieri Forestali.

 

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