Il partigiano-artista da riscoprire

L’opera straordinaria di Basso Sciarretta torna dopo oltre 30 anni nella ‘sua’ Termoli. La figlia: “Una terra profondamente amata”

Sarà inaugurata il 1 agosto nei locali della scuola Campolieti su Corso Nazionale la mostra 'Il divenire della materia', selezione di opere della vastissima produzione del partigiano-artista che lasciò Termoli in gioventù, combattè nel secondo conflitto bellico, si unì alla Resistenza nelle Langhe e poi, dagli anni '50 fino ai primi 2000, si dedicò con intensità a un'attività artistica variegata e geniale. "Abbiamo voluto saldare un debito che noi termolesi avevamo nei suoi confronti", le parole che arrivano dall'associazione Andrea Di Capua che ha voluto fare questo 'regalo' alla città

Verrà inaugurata lunedì 1 agosto alle 21 a Termoli la mostra dedicata al partigiano-artista Basso Sciarretta. A volere fortemente questa esposizione, che si inserisce nel solco della volontà di far scoprire l’opera di artisti termolesi che hanno lasciato la città, l’associazione Andrea Di Capua che ha allestito nei locali della scuola Campolieti ‘Il divenire della materia’, mostra che sarà visitabile fino al 7 agosto (dalle 21 alle 24).

“Basso Sciarretta. Il divenire della materia”, mostra sull’opera del partigiano-artista termolese

 

L’associazione, presieduta da Roberto Crema, ha curato anche una pubblicazione-catalogo della stessa. Da questa apprendiamo che l’insigne termolese, fervido artista, fece una mostra nella sua città natale nel lontano ’87 in una galleria privata che oggi non esiste più. A far luce su questa affascinante figura, nata a Termoli nel 1921, è stato in particolare lo storico locale Giovanni De Fanis che – come lui stesso ha affermato in un articolo del 2004 – scoprì questo personaggio (e se ne appassionò) leggendo un grande giornale nazionale. Di seguito un suo articolo per Primonumero.

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Il nome di Basso Sciarretta è stato di recente recuperato dall’oblio in città anche per via dell’iniziativa dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia che il 25 aprile 2021 ha voluto affiggere una targa commemorativa davanti alla sua casa natale di via Adriatica 7, con la motivazione che un simile combattente per la libertà, peraltro unico partigiano termolese, non potesse essere dimenticato.

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Basso Sciarretta, infatti, dopo aver lasciato Termoli in gioventù, partecipò alla Seconda Guerra Mondiale combattendo sul fronte albanese. Una volta tornato, nel settembre ’43 decise di unirsi ai partigiani della zona delle Langhe piemontesi, tra Cuneo ed Asti. Dopo l’intensa esperienza della Resistenza, Basso Sciarretta tornò agli studi, laureandosi in Giurisprudenza. Il suo lavoro lavoro però fu sempre quello dell’assicuratore. Ma alla fine degli anni Quaranta entrò come apprendista nello studio di Dante Silva, un artista torinese, e nel ’53 fece, proprio con il suo Maestro, la sua prima mostra. Da allora la carriera artistica di Sciarretta prese il volo e nel corso di oltre 50 anni furono innumerevoli le esposizioni personali così come i successi, i riconoscimenti e le gratificazioni, di critica e di pubblico. La sua ricerca artistica è stata instancabile e solo la morte, avvenuta nel 2006, potè interromperla.

basso sciarretta

 

La mostra, che si terrà la prossima settimana in corso Nazionale presso la scuola Campolieti, intende rendere omaggio a questo illustre e ancora troppo poco conosciuto artista di origine termolese. Il Presidente dell’Associazione Andrea di Capua, Roberto Crema, parla di Basso Sciarretta come di un grande sperimentatore che si è misurato con nuove tecniche e che ha spaziato dalla pittura alla scultura, dalla lavorazione artistica dei metalli fino all’ideazione di opere tessili, dalla lavorazione della carta senza tralasciare la poesia. La selezione proposta, fatta di circa 70 opere, non è certo esaustiva ma intende fornire uno spaccato rappresentativo dell’artista e anche dell’uomo. “Abbiamo ritenuto di dover saldare un debito che noi termolesi avevamo nei suoi confronti”.

mostra basso sciarretta

 

In occasione dell’inaugurazione della mostra saranno presenti anche i familiari dell’artista. Così la figlia Renata Sciarretta: “Portare le sue opere nella città natale è come far emergere la sua parte più intima, il desiderio, la continua nostalgia per una terra profondamente amata”. Lui affermava: “Mi sono chiesto perché faccio questo – in una società tutt’altro affaccendata – e ho concluso nel considerare l’arte come una droga: pertanto la cosa che più mi spaventa è il pensiero con un giorno dovrò forse soffrire di astinenza per mancanza di forze”. Le ultime opere – ricorda la figlia – risalgono al 2000-2002 e sono state ispirate dalla guerra in Afghanistan: opere impastate di dolore, di ricordi mai stupiti e di ferite mai rimarginate. “L’eco della guerra – scrive la figlia – chiude il suo percorso artistico iniziato, in contrapposizione, con il blu del mare e i colori intensi e accesi della luce del Sud, la luce propria dell’infanzia, povera ma felice, sempre serbata nel cuore, cercata ogni estate per anni lungo le strade di Termoli”.

È Nino Barone, responsabile artistico dell’associazione, a scendere più nel dettaglio dell’opera vastissima di Sciarretta. “Basso Sciarretta – scrive – è un altro artista termolese quasi sconosciuto alla sua città che, per una sorta di sortilegio locale o labile memoria ripete il mantra di nascere in un luogo apparentemente senza artisticità. Questa mostra a lui dedicata vuole, invece, demolire questa casualità di Genius Loci alla rovescia e manifestare come artisti termolesi di grande talento abbiano lavorato e si siano affermati con successo in altre città italiane”.

La selezione di opere tratteggia la prolifica produzione e rappresenta tutte le evoluzioni che hanno caratterizzato la creatività dell’artista: dalla pittura figurativa a quella astratta, dalla ceramica alla arazzeria fino alla scultura. Innumerevoli i materiali utilizzati tra cui anche quelli ‘atavici’ della creta, della lana e del ferro. “Un artista poliedrico di grande qualità estetica” così Barone. “Un’avventura nella bellezza di grande spessore che spero emozioni i cittadini di Termoli”, e con questa frase l’invito alla cittadinanza è quello di andare a conoscere questa straordinaria opera.

Nella pubblicazione che accompagna la mostra sono riportate anche riflessioni sulle scelte artistiche, in definitiva filosofiche, fatte e messe nero su bianco dal geniale autore. Ma è alla fine che, raccontando se stesso, Basso Sciarretta ricorda i suoi primi passi nel cammino dell’arte. “Ricordo che la scintilla scattò quando mia nonna, pianista, disse a me quindicenne: ‘Sei stonato nel cantare, ma intonato nel dipingere’. Giudizio condiviso da mio padre, fotografo esperto in marine e ritratti. Di qui l’incoraggiamento ad affidarmi ad un maestro che fu Dante Selva, artista tanto valido quanto sconosciuto fuori dalla città di Torino. Furono anni indimenticabili quelli trascorsi nella soffitta del mio maestro, in cui la povertà incombeva nella calura delle estati e nel freddo dell’inverno”.

La mostra farà rivivere un po’ anche il sentimento di quegli anni.

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