Isernia

Usca tagliate, Ordine Medici di Isernia: “Troppi contagi, riattivarle subito o sarà un disastro”

Il numero uno dell'Ordine dei medici di Isernia contesta la scelta dell'Asrem di non rinnovare i contratti a medici e infermieri delle Usca che hanno evitato il collasso degli ospedali molisani nella fase più cupa della pandemia

Il mancato rinnovo dei contratti al personale che durante l’emergenza sanitaria da Covid 19 ha prestato servizio nelle Usca ha suscitato l’indignazione anche del presidente dell’Ordine dei medici di Isernia, Fernando Crudele.

“Con i contagi in netto aumento – ha scritto – non si può assolutamente fare a meno delle Usca. Ma tanto per cambiare la Asrem, anziché affrontare il problema, sceglie la strada più semplice e taglia”.

Quella delle Unità speciali di continuità assistenziale è stata un punto di riferimento molto importante per i pazienti Sars Cov 2 (o sospetti contagi) in grado di supportare e alleviare il lavoro negli ospedali sovraffollati di degenti.

Lo ricorda anche il presidente Crudele dicendo che “le Usca si sono rivelate preziose, se non decisive” e che “proprio grazie all’assistenza prestata casa per casa hanno evitato di far collassare gli ospedali”.

Ma ora il problema sta per riproporsi: “I contagi – spiega Crudele – sono in costante aumento e anche il numero di ricoveri comincia a crescere. Ciò significa che nel giro di poche settimane i reparti saranno in affanno, se non alla canna del gas. Si creerebbe un circolo vizioso dalle conseguenze imprevedibili”.

Lo scenario è facilmente immaginabile. Senza le Usca tocca ai medici di famiglia entrare nelle case. Per controlli più approfonditi saranno però costretti a chiedere l’intervento del 118, a sua volta già decimato dai tagli. Ma non solo. Una volta preso in carico il paziente, dove viene portato? Al pronto soccorso, un reparto sempre strapieno di pazienti in attesa e sempre a un passo dal collasso.

“Ecco perché – sottolinea il presidente dell’Omceo Isernia – le Usca sono importanti: oltre al prezioso servizio di assistenza svolto sul territorio, in prima linea, permettono agli ospedali di respirare, consentono al personale ospedaliero di dedicarsi anche ad altro. Perché, è il caso di ricordare, purtroppo non si muore solo di Covid. Ci sono tante patologie da affrontare, per giunta con un sistema sanitario che ormai fa acqua da tutte le parti”.

Il problema, come sempre è quello delle risorse. A quanto pare non vengono più stanziate perché si è usciti dall’emergenza. “Ma questo – dice ancora Crudele – è un falso problema. A parte il fatto che siamo ancora in piena pandemia, mi chiedo: pesano così tanto gli stipendi delle Usca sui conti della Asrem? La risposta è no, ovviamente. Le Regioni più virtuose si sono già attivate per dare continuità al servizio. Il Molise, invece, come sempre è fermo al palo. Si preferisce seguire la strada più semplice: con una mano ci si autoassolve con la litania della carenza di risorse, con l’altra si cancellano i servizi essenziali. A fare i tagli lineari siamo bravi tutti, anche un bambino che frequenta la scuola primaria sarebbe in grado di farlo.

Ma dai vertici della sanità ci aspettiamo ben altro. Eliminando gli sprechi veri, le risorse si troverebbero eccome. E nel caso delle Usca non si parla di certo di cifre astronomiche. Anzi, a pensarci bene, investire su di loro significherebbe anche risparmiare: le persone in ospedale non ci arrivano di certo gratis.

Anche le cure in reparto andrebbero a incidere sui costi. Oltre che su un personale già allo stremo, date le tristemente note carenze d’organico. Per tutte queste ragioni chiediamo di riattivare immediatamente le Unità Speciali di Continuità Assistenziale. Senza questa arma – conclude il presidente Omceo Isernia – sarà difficile, se non impossibile, affrontare la nuova impennata di contagi”.

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