Il piano

Stellantis, nuove dimissioni retribuite in vista: 80 dipendenti saranno pagati per andarsene

Nuova intesa tra azienda e sindacati per migliorare gli incentivi a licenziarsi in vista della trasformazione della fabbrica che diventerà gigafactory. In tutto saranno interessati 1820 lavoratori in Italia

Altri 80 lavoratori della Fiat Stellantis di Termoli sono destinati dare le dimissioni e lasciare lo stabilimento nei prossimi mesi. Faranno parte dei 1.820 dipendenti del gruppo Stellantis che rientreranno nel percorso di ricollocazione attiva già avviato nei mesi scorsi. Nella giornata di oggi l’azienda ha firmato con i sindacati un’intesa per migliorare gli incentivi già previsti nei precedenti accordi che prevedono percorsi di ricollocazione relativi alle uscite volontarie di anticipo pensionistico e non, nelle fabbriche e negli uffici del gruppo in Italia.

Attualmente Stellantis conta nel nostro Paese 49.000 dipendenti e le possibili nuove uscite volontarie interessano il 3,7% dei lavoratori, quindi 1.820 persone. In precedenza già 752 dipendenti avevano raggiunto un accordo con l’azienda e adesso altri 1.068 verranno incentivati dietro contributi economici a lasciare il posto di lavoro.

“Per chi può raggiungere la pensione entro 48 mesi gli incentivi saranno tali da garantire per i primi 24 mesi, incluso il trattamento di Naspi (cioè la disoccupazione), il 90% della retribuzione per i restanti 24 mesi il 70% della retribuzione più un importo pari ai contributi volontari da versare. Per gli operai che non raggiungono la pensione l’incentivo sarà pari a 24 mensilità e comunque non meno di 55.000 euro a cui gli vanno aggiunti 20.000 euro nel caso in cui si risolva il rapporto di lavoro entro il 30 settembre. Per gli impiegati e i quadri che non raggiungono la pensione l’incentivo varierà in base all’età: per chi ha almeno 50 anni, 24 mensilità per un importo comunque non inferiore a 55.000 euro, per chi ha tra 45 e 49 anni, 18 mensilità, per chi ha tra 40 e 44 anni 12 mensilità e per chi ha meno di 40 anni 6 mensilità. In ogni caso a queste mensilità si aggiungeranno 20.000 euro nel caso in cui si risolve il rapporto di lavoro entro il 30 settembre” si legge nella nota sindacale.

Inoltre l’accordo firmato da Stellantis e dai sindacati prevede un percorso di ricollocazione denominato ‘Active Placement’ portato avanti con società specializzate del settore. In questo caso la risoluzione del rapporto di lavoro avverrà il momento in cui la persona, sempre su base volontaria, accetti un altro impiego già concretamente individuato presso una società terza, con la formalizzazione scritta del nuovo contratto di lavoro. Verrà comunque corrisposto un incentivo pari al 50% di quello normale.

“Si tratta di un accordo positivo – spiegano i sindacati Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr – perché permetterà di adeguare gli organici in modo socialmente responsabile prevedendo un concreto e innovativo strumento di ricollocazione attiva ad esclusiva adesione volontaria che ci aspettiamo possa dare risultati concreti. Infatti il passaggio all’elettrico comporta un periodo di transizione durante il quale si determinerà un calo dell’apporto lavorativo e un significativo cambiamento delle competenze professionali che dovranno essere gestiti attraverso la formazione professionale e nuove assunzioni. Tale dinamica dovrebbe indurre tutti, come stiamo provando a fare in Stellantis, ad affrontare la questione occupazionale con il massimo anticipo possibile con una pluralità di strumenti che vanno dalle uscite volontarie incentivate alla riqualificazione del personale e le assunzioni di nuove figure, come abbiamo pattuito con il precedente contratto di espressione per gli enti centrali e di staff e come riteniamo si debba fare nella fabbrica di furgoni di Atessa (Sevel, ndr) con un nuovo contratto di espansione che consenta di mandare in pensione parte del personale e stabilizzare parte dei lavoratori precari”.

Secondo le sigle sindacali “è pertanto necessario che Stellantis implementi in tempi brevi di investimenti previsti nel piano industriale. In particolare dopo il lancio di Tonale e Grecale, la partenza delle nuove produzioni elettriche a Melfi, di Maserati GT e GC, l’assegnazione di ulteriori nuove produzioni, nonché le garanzie sulle prospettive future nelle realtà legate alle motorizzazioni endotermiche dove diventa indispensabile effettuare una vera e propria di conversione, come deve avvenire a Termoli con la nuova Gigafactory per cui siamo impegnati in una delicata ma importantissima discussione”. I sindacati chiedono quindi un incontro al Ministero per verificare i tempi di attuazione del Piano.

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