Decreto aiuti

Scuola, mille precari molisani esclusi dal bonus di 200 euro. Flc: “Personale discriminato”

Bocciato l'emendamento del Decreto Aiuti che modificava il testo. La Flc Cgil accusa il Governo: "Grave disparità di trattamento"

Per ora sono stati esclusi dal beneficio previsto nel Decreto Aiuti: non riceveranno alcun bonus di 200 euro i precari della scuola, docenti e personale Ata. È stato infatti bocciato, durante l’esame in Commissione Bilancio alla Camera, l’emendamento di rettifica del DL appositamente predisposto per evitare che i supplenti al 30 giugno venissero discriminati rispetto agli altri lavoratori, precari e non. Per questo oggi la Flc Cgil chiede una modifica al testo in Parlamento per correggere “una norma ingiusta”.

I supplenti al 30 giugno sono un numero elevato di precari, oltre 150.000 in Italia (circa un migliaio in Molise), che hanno lavorato tutto l’anno scolastico al pari degli altri colleghi, ma si vedranno esclusi dal bonus. Tutto ciò per un cavillo formale dovuto ad una formulazione assolutamente approssimativa ed errata della disposizione normativa che inspiegabilmente prevede che il bonus sia riconosciuto solo a chi percepisce lo stipendio nel mese di luglio o la Naspi nel mese di giugno.

Senonché i supplenti con nomina al 30 giugno non percepiscono nel mese di luglio alcuna retribuzione – diversamente dal personale di ruolo e dai supplenti con nomina fino al 31 agosto – e pertanto risultano due volte penalizzati: senza stipendio e senza bonus”.

Il sindacato la definisce “una grave disparità di trattamento per una parte importante del personale scolastico che tutti gli anni, nonostante venga assunto con rapporto di lavoro a termine, garantisce la continuità e la funzionalità delle scuole al pari del restante personale in servizio”.

Le responsabilità, sostiene la Flc, è “del Governo che finora ha rigettato tutte le proposte di emendamento, sostenute anche dalla Cgil, finalizzate a modificare il DL “Aiuti” per recuperare tra i destinatari del bonus anche i supplenti con nomina al 30 giugno.

Chiediamo che il Parlamento, in sede di conversione in legge del decreto, corregga una norma ingiusta ed iniqua che esclude e discrimina una parte significativa del personale precario”.

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