L'Ospite

L'ospite

Pregare fa bene

Gesù ci ha insegnato una sola preghiera; al di là delle formule ci ha insegnato ad avere una vita spirituale forte.

Possiamo dirci cristiani se non capiamo più cosa vuol dire pregare?

Certo pregare non è solo formule o formulette, pregare è vita interiore, è far respirare l’anima, è dare consistenza e fondamento alla vita spirituale, pregare fa bene alla vita!

A Gerusalemme sulla cima del monte degli ulivi c’è un luogo, oggi affidato ai carmelitani, in cui i primi cristiani ricordavano l’insegnamento di Gesù della preghiera del pater.

I padri della Chiesa vedevano nella preghiera di Gesù “il riassunto di tutto il vangelo”.

I vangeli hanno tramandato questa preghiera in due forme leggermente diverse: la versione breve che troviamo nel vangelo di Luca (11,2-4) e la versione lunga nel vangelo di Matteo (6,9-13).

Eusebio di Cesarea (265-340), non manca di indicarci come i pellegrini compiono le loro devozioni anche nel venerare un luogo sul Monte degli Ulivi da dove, secondo la tradizione, il Salvatore tornerà per giudicare i vivi e i morti. Nella sua opera demonstratio evangelica (circa 295 d.C.), scrive: “i piedi del Signore e Salvatore nostro, cioè dello stesso Verbo, per il fatto che egli assunse un corpo umano, si sono posati sul Monte degli Ulivi (Ez 11,23), presso la grotta che là viene mostrata: cioè quando vi pregò; quando vi trasmise ai suoi discepoli i misteri riguardanti la fine; quando compì il viaggio verso i cieli, come ci insegna Luca negli atti degli Apostoli”(Demonstratio, VI,18).

La chiesa del Pater noster non è lontana da Betania la patria di Marta, Maria e Lazzaro.

Nel Vangelo di Luca dopo l’incontro di Gesù a Betania con Marta e Maria vi è l’insegnamento della preghiera per cui i primi cristiani fissarono il luogo non lontano da Betania, sulla cima del monte degli ulivi.

La domanda dei discepoli ci ricorda anzitutto una cosa: la preghiera di solito non è un atto spontaneo, ma qualcosa che si impara a fare, che nasce per imitazione.

In questo tempo di aridità spirituale la preghiera ci aiuta a dare consistenza alla dimensione spirituale.

Pregare vuol dire avere e dare confidenza a Dio, sentirlo di casa, invocarlo Padre.

Il Vangelo di Luca ci offre l’occasione per farci quattro domande sulla preghiera.

Che cos’è la preghiera? Che cosa dire nella preghiera? Quando pregare? Come pregare?

Rileggendo il passo di Luca circa la preghiera il pane, il mangiare sembrano essere come un comune denominatore.

La preghiera soddisfa la fame di Dio, il nostro essere esauditi e la lode.

Sono cinque domande del Padre nostro: al centro la domanda sul pane di ogni giorno.

Le altre quattro dicono quale sapore ha il pane di Dio.

Abbiamo bisogno che il nome di Dio sia santificato (Lc 11,2). In nome di Dio è Dio stesso: ma chi oserebbe pronunciare un Nome santo con delle labbra impure?

Abbiamo bisogno che venga il suo regno (Lc 11,2): perché i nostri regni sono quelli che abbiamo davanti tutti i giorni, che generano morte e violenza. Il regno del Padre è quello dove si dà la vita gli uni per gli altri.

Abbiamo bisogno di perdono, ricevuto e condiviso (Lc 11,4), cioè abbiamo bisogno che Dio affronti con noi una delle questioni fondamentali della vita, che è la presenza del male. Abbiamo bisogno di un modo nuovo per affrontarla, un modo he nutra la vita. E questo modo è il perdono.

E infine abbiamo bisogno che Dio si prenda cura della nostra vita, perché ci aiuti a lottare durante la tentazione.

La parabola dell’amico insistente ci aiuta ad entrare in quella visione in cui è necessario insistere nella preghiera.

Per coloro che credono, insistono nella preghiera perché il Padre doni lo Spirito santo è la forza per entrare nel respiro di Dio.

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