Gli scenari

Politiche, M5S stoppa doppio mandato. Federico: “Mio impegno non finisce”. Candidati entro la prossima settimana

Gli scenari a pochi giorni dalla chiusura delle candidature per le Politiche del 25 settembre. M5S non concede deroghe al limite del doppio mandato e il deputato campobassano non sarà ricandidato ma, spiega, "sarò impegnato a riorganizzare il partito sul territorio e a preparare la prossima campagna elettorale". Nel centrodestra era ampiamente prevedibile il rifiuto di Aldo Patriciello per un seggio al Parlamento

Fra una settimana – probabilmente entro venerdì 5 agosto – sarà più chiaro il quadro delle candidature alle Politiche del 25 settembre. Intanto arrivano le prime conferme, se non sulle presenze in lista, quantomeno sulle assenze. Non sarà della ‘partita’ Antonio Federico, deputato e unico superstite della ‘truppa’ pentastellata eletta nel 2018, nel periodo d’oro del Movimento 5 Stelle.

Confermato il limite dei due mandati, come anticipato da Primonumero: il presidente di M5S Giuseppe Conte ha rotto gli indugi oggi assecondando la volontà del fondatore Beppe Grillo, che aveva minacciato di andare via dal partito e di portare con sè il simbolo in caso di deroghe per andare incontro alle esigenze dei veterani. La regola del doppio mandato non consente il bis in Parlamento non solo ad Antonio Federico, ma anche a Roberto Fico, Fabiana Dadone, Vito Crimi, Federico D’Incà, Paola Taverna, Danilo Toninelli, Alfonso Bonafede, Carlo Sibilia. Mancheranno dunque i portatori d’acqua al Movimento 5 Stelle che alle Politiche rischia di ottenere pochissimi seggi.

Anche se non sarà candidato, Antonio Federico resterà però nel Movimento 5 Stelle. Con un post su Facebook, pubblicato intorno alle 14, delinea il suo futuro politico: continuerà a lavorare come coordinatore regionale in Molise, incarico che lo stesso Conte gli ha affidato lo scorso giugno, quando è iniziato il processo di riorganizzazione del partito sui territori. “Non sarò candidato alle prossime elezioni politiche. La regola del Movimento 5 Stelle sul tetto dei due mandati – scrive Antonio Federico – è una regola che conosco da più di dieci anni, dalla prima volta che decisi di candidarmi. Una regola che ho spesso ricordato anche a chi in questi mesi chiedeva del mio futuro. Una regola che ho sempre condiviso e che per me resta baluardo, non mero principio astratto ma qualcosa che rende concreta la coerenza. In questi anni ho avuto tanto dal Movimento 5 Stelle, ma ho anche dato altrettanto”.

Federico rivendica: “Sono stato tra i primi a crederci in Molise e il primo a metterci la faccia quando avevamo percentuali prossime allo zero. Ho vissuto tutte le stagioni del Movimento, sempre dalla stessa parte, nel bene e nel male. Nelle difficoltà e nell’esaltazione. Con responsabilità e determinazione. Sempre”.

Nessuno strappo dai pentastellati. Anzi, il parlamentare rilancia: “Naturalmente il mio impegno politico non finisce qui e da coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle per il Molise darò il mio contributo a presentare le liste, preparare la prossima campagna elettorale e riorganizzare il movimento sul territorio. Grazie per il sostegno ricevuto finora e andiamo avanti che il lavoro da fare è ancora tantissimo. Io ci sono, come il primo giorno”.

Per motivi diversi non saranno ricandidati gli ex senatori pentastellati Fabrizio Ortis e Luigi Di Marzio. Mentre spera nella riammissione l’altra deputata eletta nel 2018, Rosa Alba Testamento, andata via dal Movimento 5 Stelle in disaccordo con la decisione del partito di appoggiare il Governo Draghi. La parlamentare isernina nei giorni scorsi ha lanciato segnali di riavvicinamento, ma probabilmente all’interno dei pentastellati non c’è voglia di accontentare le richieste di chi ha abbandonato la ‘nave’. Il coordinatore regionale Antonio Federico liquida così la questione: “Ora siamo concentrati sulla preparazione delle liste. Dopo valuteremo la sua richiesta”. Parole che potrebbero tagliare fuori dai giochi attuali figliol prodighi vari. Lei, interpellata da Primonumero, replica: “Da quando sono stata espulsa non ho chiesto e non chiedo nessuna candidatura, al momento dell’espulsione ho presentato una memoria difensiva per motivare il mio No al governo Draghi ma non ho avuto risposta”.

Il quadro delle candidature dovrebbe essere più chiaro nel centrosinistra: il Pd punterà, verosimilmente, sul segretario regionale Vittorino Facciolla. Qualche chance potrebbe esserci anche per Giusy Occhionero, deputata eletta nel 2018 con Leu grazie al riparto sul proporzionale. Oggi ha aderito al partito di Matteo Renzi, Italia Viva, che sta trattando con Enrico Letta per un’alleanza.

Com’era invece ampiamente prevedibile sul fronte del centrodestra si registra il gran rifiuto di Aldo Patriciello: nonostante il pressing di Silvio Berlusconi e Antonio Tajani alla sua candidatura sul seggio maggioritario del Senato, il politico venafrano non lascerà l’Europarlamento e ha detto no all’offerta dei leader azzurri. Offerta lanciata in virtù della forza elettorale dello stesso Patriciello: sarebbe stato utilissimo ad un partito in difficoltà come Forza Italia per arginare le perdite dovute alle fughe di alcuni pezzi da 90 (Mariastella Gelmini e Mara Carfagna in primis) e per controbilanciare il peso degli avversari – Fratelli d’Italia e Lega – nella coalizione.

La porta è spalancata per i nomi che sceglierà Giorgia Meloni: Filoteo Di Sandro, coordinatore regionale di Fdi, potrebbe essere candidato sul seggio proporzionale del Senato. Sul maggioritario potrebbe invece spuntarla l’assessore e coordinatore dei Popolari Vincenzo Niro che darebbe una rappresentanza ai centristi. In questa spartizione la Lega rimarrebbe a bocca asciutta. Ma, appunto, sono solo indiscrezioni. Per definire il puzzle, stavolta più complesso che mai anche per il taglio dei parlamentari, bisogna aspettare almeno una settimana.

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