La crisi pentastellata

M5S, vince la linea Grillo: Federico non sarà ricandidato. E l’ex Ortis dice addio alla politica

Nessuna deroga, il vincolo del doppio mandato è confermato e toglie la possibilità di una ricandidatura al parlamentare campobassano, designato da Giuseppe Conte responsabile regionale del Movimento 5 Stelle. Ma i grillini hanno pochissime chance di conquistare seggi: stando alle simulazioni dell'istituto Cattaneo, otterranno 29 scranni alla Camera dei Deputati e 13 al Senato. Intanto Ortis rompe il silenzio e annuncia: "Tornerò al mio lavoro nel mondo ‘normale’"

Antonio Federico non sarà in campo alle Politiche. Il dado è tratto: vince la linea del fondatore Beppe Grillo sul vincolo del doppio mandato. Nessuna deroga, lo stesso Grillo ha minacciato l’addio (portando via il simbolo) in caso di mancato rispetto di uno dei principi cardine del Movimento 5 Stelle.

Il parlamentare campobassano, che ha ricoperto anche il ruolo di consigliere regionale durante la legislatura targata Frattura, è fuori dai giochi e dalle possibilità di una ricandidatura alle elezioni del 25 settembre che, stando ai sondaggi, non dovrebbero regalare molte ‘gioie’ – ossia seggi in Parlamento – al Movimento 5 Stelle. Le proiezioni dell’istituto Cattaneo, che attribuiscono al centrodestra la maggioranza degli scranni, danno indicazioni anche sui pentastellati: dovrebbero ottenere 29 seggi alla Camera dei Deputati e 13 al Senato.

A stretto giro Antonio Federico, nominato poco tempo fa da Giuseppe Conte responsabile in Molise di M5S, annuncerà le sue decisioni. Il vincolo sul doppio mandato blocca non solo la sua ricandidatura, ma anche quella di colleghi eccellenti come il presidente della Camera Roberto Fico, la senatrice Paola Taverna, i ministri Fabiana Dadone (Politiche giovanili) e Federico D’Incà (Rapporti col il Parlamento), colui ha tentato fino all’ultimo di evitare che il Movimento 5 Stelle votasse contro il Governo Draghi favorendo le contestuali dimissioni del premier Mario Draghi.

Federico e Conte

C’è chi invece sta provando a tornare nel Movimento 5 Stelle, come Rosalba Testamento, eletta a Montecitorio nel 2018 e che potrebbe giocarsi le chance di una ricandidatura (ha svolto un solo mandato).

Probabilmente appenderà le ‘scarpette al chiodo’ il senatore Luigi Di Marzio, mentre ha ufficializzato il suo addio alla politica Fabrizio Ortis, che ha lasciato il Movimento 5 Stelle per l’appoggio al Governo Draghi. “Non mi ricandido. Sono grato per l’occasione che mi è stata concessa, ma per me l’esperienza in Parlamento si conclude con la fine del mandato”, scrive il senatore in una nota stampa. La speranza è che presto arrivi qualcun altro che abbia lo stesso spirito di cambiamento che aveva animato il Movimento Cinque Stelle quando ha superato il 33 per cento alle elezioni del 2018”.

“In questo momento – commenta ancora Ortis – molti dei miei ex colleghi cercano di trovare una casa politica, che sia nel M5S o in un partito qualsiasi che possa garantire loro un seggio. E va bene anche quel serbatoio di ambizione privo di qualsivoglia visione politica che è il partitino di Di Maio. Li capisco: i privilegi da parlamentare, uniti al camminare tra le stanze del Senato o della Camera su tappeti rossi, serviti e riveriti dai commessi, possono creare dipendenza e far dimenticare che al di fuori di quei palazzi esiste un modo fatto di persone reali e non autoreferenziali. Questo concetto è ancora più difficile da capire per chi vive di politica da decenni. Ma fuori le mura, nonostante lo stupore di tanti parlamentari uscenti, un’altra vita è possibile, eccome. Ed proprio quello che farò: il mio mandato volge al termine e lo onorerò fino all’ultimo giorno, lavorando per portare avanti quella visione politica con cui ho chiesto il voto ai miei concittadini”.

Ortis, al primo mandato, delinea il suo futuro in questo modo: “Terminato il mio impegno in Parlamento, tornerò al mio lavoro nel mondo ‘normale’, grato per l’occasione che mi è stata e con la speranza che un giorno qualcun altro ritrovi lo stesso spirito di cambiamento che aveva animato il Movimento”. “Per ora – conclude il senatore – mi sento di ringraziare tutti quelli che mi hanno supportato, dato consigli, criticato in maniera costruttiva. Continuerò a informare chi mi segue dalla mia pagina Facebook e dal mio blog su tutto quello che succederà in questi ultimi mesi di legislatura. Con una consapevolezza: i privilegi si acquistano, ma la dignità non si vende”.

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