L'Ospite

L'ospite

Lupi fuori dalla serie C, Campobasso col cuore stropicciato e ferito

Un fulmine a ciel sereno. Un lampo nel cuore; un cuore stropicciato, deluso, ferito. Nel profondo. L’ululato strozzato nella gola del lupo; tramortito, in attesa; struggente attesa. Una città col fiato sospeso, appena sopra la rabbia; un popolo graffiato, nell’anima e nell’orgoglio – ancora una volta – nel momento più bello: quello dell’entusiasmo. Il Campobasso vince sul campo, ma (si) perde tra le carte: una sconfitta, la più beffarda, giunta col ghigno in bocca nel labirinto dei burocrati, tra i ghirigori dei regolamenti e dei cavilli. Col tempo che fugge via, sempre più in fretta. La Covisoc, il Collegio di Garanzia del Coni: la stessa questione, le stesse argomentazioni, gli stessi sentimenti gettati sui tavoli di due organismi differenti. E da entrambi lo stesso verdetto. Atroce. Niente più serie C, niente più gloria, niente più festa; quella festa ch’era qui, così vicino, appena un attimo fa.

Una bocciatura gravida di amarezza e disorientamento per grandi e piccini, per una comunità intera; che adesso invoca chiarezza, desidera trasparenza…Sedotta e ormai seriamente affacciata sui sentieri dell’abbandono, dell’incubo. Che i ricordi, si sa, poi fanno il resto. Perché la storia a volte torna con sapori di fiele a imitare sè stessa, a rispecchiarsi nelle spire che ha già compiuto, nei sogni che ha già spezzato.

Resta, ora, l’ultimo atto. Il Tar. Un destino appeso a un filo, un amore col mal di mare. Orizzonti confusi, scialuppe che sembran pronte ad abbandonare una nave ormeggiata nel grembo di tempeste invisibili, eppure così lancinanti. Coi fantasmi del passato dietro, con retrogusti di tradimento a insidiare pensieri nuovi, con le ultime speranze cullate tra le dita come fossero i grani di un rosario consumato. Una preghiera disperata.

E in questi giorni convulsi, fatti di “lanci” sui social network e di piazze in fermento, si è espresso anche il sindaco Gravina: “Incontrerò la società. Sarà un momento di chiarezza, per capire dove si vuole andare. Il ricorso al Tar – ha spiegato il primo cittadino – è dirimente per qualsivoglia tipo di scelta o intervento che speriamo non sia necessario da parte dell’amministrazione comunale”. Resiste, dunque, una certa nebulosa attorno al futuro rossoblù. E tante incognite, tanti interrogativi stretti dentro una clessidra. Ma restano, pure, quei drappi ammainati su cuori delusi, quelle sciarpe ancora avvinghiate alla stagione dei titani. Restano gli occhi dei bimbi, sopra ogni altra cosa…A invocare ancora quei sogni con una perentoria tenerezza, a gridare in faccia a un fato ostile le ragioni dell’amore. Che questo gioco, dalle nostre parti, un gioco in fondo non lo è stato mai.

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