Il provvedimento della regione

Lotta al randagismo, istituito Tavolo tecnico regionale: “Problema rilevante”

Due anni dopo il piano di contrasto al randagismo adottato dall'ex commissario ad acta per la sanità Angelo Giustini, con un provvedimento del direttore generale per la Salute è stato colmato il ritardo denunciato dal Coordinamento delle associazioni animaliste che commenta: "Finalmente si interviene dopo dieci anni"

È stato istituito con una determina della Direzione generale per la Salute il Tavolo tecnico per le strategie e le azioni di contratto al randagismo. Le associazioni animaliste ne chiedevano da tempo l’attivazione che consentirà di affrontare quello che nel provvedimento firmato dalla dirigente regionale Lolita Gallo viene definito “un problema rilevante” che “incide fortemente sulla sicurezza della comunità, per le conseguenze sul piano della salute pubblica e dell’ambiente, della sicurezza personale e stradale”.

Il Tavolo tecnico regionale sarà “strumento di collaborazione e coordinamento tra i diversi soggetti coinvolti nella pianificazione e nell’attuazione di programmi e interventi di prevenzione e contrasto del fenomeno randagismo”, come previsto nel decreto dell’ex commissario ad acta Angelo Giustini (il numero 100 del 2020) che aveva adottato il piano pluriennale regionale per il contrasto al randagismo prevedendo un finanziamento da 180mila euro.

Al piano però non hanno fatto seguito azioni concrete. E il ritardo aveva suscitato le proteste dell’associazioni animaliste che avevano annunciato esposti in Procura contro Regione e Asrem proprio per il mancato impiego dei finanziamenti pubblici.

Al Tavolo tecnico, presieduto dal direttore regionale del Servizio prevenzione, veterinaria e sicurezza alimentare, parteciperanno un rappresentante per ogni Prefettura (Campobasso e Isernia), un rappresentante per ogni Comune con la popolazione al di sopra di 10.000 abitanti, tre rappresentanti per i Comuni con popolazione al di sotto dei 10.000 abitanti (che designerà l’Anci), un rappresentante dei Carabinieri Forestali della regione Molise, il Direttore della UOC di Sanità Animale del Dipartimento di Prevenzione Asrem (o un suo delegato), il Direttore della UOC di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche del Dipartimento di Prevenzione Asrem (o suo delegato); un rappresentante per ogni Ordine dei veterinari (Campobasso e Isernia), due rappresentanti della federazione delle associazioni di protezione animale della regione Molise.

“Dopo quasi 10 anni di mancata programmazione – commenta il Coordinamento Associazioni animaliste Molise – tutti i soggetti, pubblici e privati coinvolti nella lotta al fenomeno si confronteranno intorno ad un tavolo per capire come meglio mettere il atto le direttive impartite dal piano pluriennale approvato dalla giunta regionale nel Dicembre del 2020. Le dieci associazioni animaliste riunite in un coordinamento regionale, però, sono convinte che il gap creato in troppi anni di vuoto istituzionale ha portato il fenomeno a livelli difficilmente recuperabili. Solamente l’istituzione di un programma a lungo termine che operi incessantemente sul territorio, forse, potrà riportare in un prossimo futuro il randagismo a livelli accettabili. Le proposte dei volontari sono tante e spaziano dalla modifica di regolamenti legislativi agli obblighi da impartire ai diversi Enti tra cui in primis i Comuni che hanno sempre snobbato il fenomeno contribuendo a farlo diventare endemico sui propri territori. Ovviamente non solo le amministrazioni comunali sono colpevoli, i 4 Dipartimenti di prevenzione ed i veterinari liberi professionisti, sicuramente non hanno ottemperato pedissequamente alle direttive che la legge regionale n. 7 del 2005 impartisce loro riguardo soprattutto la vigilanza sui territori ed il coinvolgimento programmatico di tutti gli enti preposti. Le associazioni sperano in un cambio di passo anche da parte dei dirigenti regionali, visto che il triste fenomeno del randagismo non solo assorbe ingenti somme di denaro pubblico per la sua attuale gestione, ma ha raggiunto livelli di pericolosità sociale ed igienico-sanitaria veramente inopportuni per una nano realtà quale è quella molisana”.

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