Sono stati i familiari di Raffaele Botticella a confermare che il corpo ritrovato in un bosco che ricopre una piccola collina sulla Gallinola era proprio quello del fioraio originario di Torrecuso, paese della provincia di Benevento. La moglie, il figlio e gli anziani genitori del 62enne si sono precipitati a Campitello Matese non appena appresa la notizia della scoperta del cadavere in una zona distante circa 800 metri in linea d’aria dal rifugio La Baita, nelle cui vicinanze Raffaele aveva parcheggiato la sua auto, una Polo nera. Poi era sparito.
Per tre giorni sono andate avanti le ricerche svolte con il coordinamento del Comando provinciale Vigili del fuoco e la supervisione della Prefettura di Campobasso, che ha attivato il Centro coordinamento soccorsi. Operazioni andate avanti in maniera incessante con l’impiego di personale altamente qualificato e mezzi di elevata tecnologia (droni, elicotteri ed altra strumentazione), oltre all’ausilio delle unità cinofile. Anche gli uomini del Cnsas, i militari dell’Arma del Comando di Bojano e i Carabinieri Forestali sono stati impegnati nelle ricerche.
L’area, molto impervia e difficile da percorrere, è stata suddivisa per competenze. E nel primo pomeriggio di oggi (12 luglio), intorno alle 14, il corpo di Botticella è stato ritrovato proprio nella zona assegnata dal Comando del 115 agli uomini della Guardia di Finanza, impegnati nelle ricerche con i cani del Servizio soccorso alpino di Roccaraso.
“Il corpo è stato ritrovato in una zona molto impervia che è stata suddivisa in aree in base al piano di coordinamento predisposto dai Vigili del fuoco con il Centro coordinamento soccorsi attivato dalla Prefettura di Campobasso domenica 10 luglio”, spiega il comandante del 115, l’ingegnere Fabio Panella. “La particolarità di questa zona è che siamo in un’area montana e molto impervia, nella quale ho chiesto l’impiego di personale professionale e dotato dell’attrezzatura adatta, altrimenti si correvano grossi rischi”.
Durante la mattina tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) e del SAGF (Soccorso Alpino della Guardia di Finanza) di Roccaraso si sono calati con tecniche alpinistiche in diversi dirupi e salti di roccia adiacenti la zona del ritrovamento dell’auto. Verso le 14 appunto il ritrovamento della salma che, dopo l’autorizzazione delle autorità competenti, è stata recuperata dal personale delle Fiamme Gialle e dai tecnici del Cnsas e trasferita sul pianoro di Campitello Matese a bordo di un elicottero della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Pescara. Sul pianoro, dove era presente il personale del 118 per la costatazione del decesso del 62enne, si è svolta l’ispezione cadaverica ad opera del medico legale.
I familiari avevano temuto il peggio quando Raffaele non aveva fatto rientro a casa, ma aveva lasciato la sua auto parcheggiata vicino al rifugio La Baita: una zona che lui conosceva molto bene dal momento che a Campitello Matese la famiglia possedeva un appartamento. L’uomo, poi, era un amante della montagna, spesso si dedicava alla raccolta dei funghi. Poche ore dopo il mancato rientro a casa, a Torrecuso, il figlio aveva diramato un appello sui social con la foto del padre e della macchina proprio per chiedere aiuto. Dalle informazioni apprese e che spiegano subito i forti timori della famiglia, il fioraio avrebbe deciso di commettere un gesto estremo dopo aver sistemato la sua situazione patrimoniale.
Il magistrato di turno deciderà se disporre il sequestro della salma per effettuare l’autopsia e chiarire le cause della morte del fioraio, oltre ad escludere altre cause, o se restituire il corpo dalla famiglia Botticella.
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