La polemica

Cambiano le regole per i funerali, agenzie in rivolta: “Penalizzato chi ha investito”

La Federazione del comparto funerario italiano chiede il ripristino della vecchia normativa in una lettera inviata al presidente della Regione Donato Toma e al ministro Mariastella Gelmini. Le nuove norme era state approvate nel collegato al Bilancio approvato lo scorso maggio dal centrodestra col voto contrario di Pd e M5S

Lo scorso maggio, nella sessione di Bilancio, la maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale ha approvato nel collegato al bilancio anche le nuove Disposizioni relative al settore funebre. Norme che, dopo il no espresso in Aula da Pd e M5S, hanno provocato il malcontento delle agenzie molisane perchè fissano i nuovi requisiti per le sale del commiato e sul feretro. A farsi portavoce dei malumori degli operatori del comparto è la Federazione del comparto funerario italiano, Federcofit, che ha scritto al presidente della Regione Donato Toma e al ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini. La lettera, inviata anche alla Giunta regionale e ai consiglieri, chiede il ripristino della vecchia normativa.

“Critichiamo con forza la decisione assunta dal Consiglio Regionale del Molise di stravolgere alcuni elementi significativi delle norme che regolano il settore funebre”, riferisce la Federazione del comparto funerario italiano. “In particolare, è stata modificata la nozione di feretro, che in tutte le leggi regionali italiane indica la cassa sigillata con all’interno il defunto, mentre nelle nuove norme approvate e pubblicate dal Consiglio Regionale del Molise viene fatta decadere la necessità che la bara sia chiusa”, segnala Federcofit. “Ciò porta a consentire l’esposizione del defunto a bara aperta nelle sale del commiato, finora definite luoghi in cui per brevi periodi tenere in custodia ed esporre i feretri per i riti di commemorazione. Le nuove norme invece consentono alle sale del commiato una serie di operazioni tipiche degli obitori e delle case funerarie, come l’osservazione della salma e l’esposizione a bara aperta”.

Una normativa che genera “confusione tra casa funeraria e sala del commiato, che non è un mero fatto tecnico”, dal momento che le agenzie funebri avrebbero sostenuto investimenti importanti per adeguarsi agli standard igienici previsti.

“La casa funeraria – insiste Federcofit – è un luogo curato nei minimi dettagli, che ha richiesto investimenti cospicui, anche milionari, e che si può considerare il fiore all’occhiello di un’impresa che offre standard di qualità e di sicurezza elevatissimi. La nuova sala del commiato invece sarebbe poco più di una stanza che, per quanto adattata per rispettare alcuni requisiti igienico-sanitari, rimarrebbe un luogo di seconda o terza fascia in grado di operare una concorrenza di cui sarà difficile osservare la correttezza”.

“Chi lavora nel settore funebre sa bene quanto spesso le irregolarità, le imprudenze e le improvvisazioni sfuggano ai controlli e Federcofit stessa viene spesso chiamata in gioco proprio per segnalarle alle istituzioni su tutto il territorio nazionale. Il dato più spiacevole è che tutto avviene alle spalle delle famiglie gravate da un lutto, che nulla sanno di ciò che succede dietro le quinte del servizio funebre. Per questa ragione”, conclude Federcofit. La federazione delle agenzie funebri quindi ha chiesto il ripristino della vecchia normativa: “Abbiamo scritto una vibrante nota al presidente della Regione Molise Donato Toma, alla sua Giunta, a tutti i consiglieri regionali, nonché al ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, affinché vengano ripristinate le corrette e trasparenti norme precedenti. Per il bene degli imprenditori e dei cittadini”.

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