Campobasso

Aumentano i contagi e il centro Covid non c’è ancora. Toma: “I soldi ci sono, ma senza l’ok da Roma i lavori non possono partire”

Contagi in aumento, il Ministero della Salute che sollecita le Regioni ad aumentare i posti letto e del padiglione Covid neppure l’ombra: preoccupa la situazione in Molise dove da mesi si attende una autorizzazione da parte della struttura commissariale di Roma per la realizzazione di un centro dedicato alla cura dei pazienti con Coronavirus

Doveva essere pronto già durante le ondate di contagi precedenti. Ma problemi tecnici e progettuali – che hanno inciso, in corso d’opera, anche sui costi – hanno congelato i lavori di realizzazione del cosiddetto padiglione Covid.

Il centro per la cura dei pazienti con Coronavirus oggi rischia di slittare ancora per la mancata risposta al Molise da parte della struttura commissariale romana che deve riesaminare il progetto.

Lo confermano sia il presidente della Regione, nonché commissario alla sanità, Donato Toma, che il direttore generale dell’Asrem (soggetto attuatore), Oreste Florenzano. Era stato proprio quest’ultimo, a marzo del 2022, a dichiarare che tutta la documentazione era stata spedita a Roma per la validazione ministeriale e che, una volta superato quest’ultimo scoglio, si sarebbe potuti partire coi lavori.

Centro covid, nuovo progetto inviato a Roma. Dg Asrem: “Dopo la validazione del Ministero, si parte”

Ma a distanza di quattro mesi permane una situazione di stallo. “Sono ancora in attesa della risposta da parte della struttura commissariale, non ho novità al momento”: questo ha detto oggi il dg Florenzano a Primonumero.

Lo stesso concetto lo esprime anche il governatore Toma spiegando che “abbiamo coperto l’incremento dei costi ma il centro Covid è di competenza della struttura commissariale romana e se non ci autorizzano entro la fine del mese provvederò io stesso a sollecitarli”.

Il problema, stando alla versione del presidente, è tutto nell’affidamento della gara: essendoci stato uno sforamento dei costi Asrem e Regione non sanno se dovranno rifare la gara ex novo o se, avendo Toma già trovato la copertura finanziaria idonea, poter procedere coi lavori affidati a un consorzio di imprese individuato già due anni fa.

Asrem e Regione, dunque, hanno le mani legate per questa mancata autorizzazione che non permette di prendere una decisione oggi più che mai urgente.

Con una circolare diramata ieri, 7 luglio, il Ministero della Salute ha sollecitato le Regioni, tutte, ad attivare da subito “le misure organizzative necessarie per fronteggiare nelle prossime settimane un incremento della domanda di assistenza sanitaria sia a livello ospedaliero che territoriale, garantendo l’adeguato ampliamento dei posti letto di Area Medica e di Terapia Intensiva dedicati al Covid, da modulare in base alle necessità contingenti, e la corretta e tempestiva presa in carico dei pazienti affetti da malattia da Sars-CoV-2 in relazione alle specifiche necessità assistenziali, con particolare riferimento alle categorie più fragili”.

E’ evidente che l’andamento della pandemia sta preoccupando le autorità sanitarie visto l’incremento costante dei casi in tutta Italia. Coi dovuti distinguo: otto regioni (Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto) sono classificate a rischio “alto di una epidemia non controllata non gestibile per la presenza di molteplici allerte di resilienza” mentre le altre 13 sono a rischio “moderato” (tra loro c’è anche il Molise oltre ad Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, le province autonome di Trento e Bolzano, Sardegna, Sicilia e Valle d’Aosta).

Questo, però, non deve rassicurarci troppo tanto che anche la cabina di regia nel suo report allegato alla circolare ministeriale ha ribadito “la necessità di continuare ad adottare le misure comportamentali individuali e collettive previste/raccomandate, l’uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani e porre attenzione alle situazioni di assembramento”.

commenta