Buona la prima

Good Time Blues Festival, il ringraziamento dell’organizzatore: “A Guglionesi e a chi ci ha creduto”

A qualche giorno di distanza dalla conclusione della prima edizione del Good Time Blues Festival, una scommessa per gli organizzatori e per il paese, arrivano i ringraziamenti e le riflessioni proprio di chi ha lavorato dietro le quinte, per mesi e settimane per far venire fuori da quelle riunioni online del lunedì sera un appuntamento nuovo che potesse diventare una bella e nuova esperienza per tutti.

“Sono sincero – scrive sulla sua pagina facebook Corrado Del Torto, tra gli organizzatori – la preoccupazione più grande relativa al #GoodTimeBluesFest era l’accoglienza dei guglionesani nei confronti dei turisti. Accoglienza che non si è fatta attendere e che ci ha regalato molte soddisfazioni – scrive sul suo profilo condividendo il pensiero con tutti.

Le testimonianze raccolte sono strepitose e continuiamo a ricevere messaggi di amicizia e riconoscenza da persone provenienti da tutto il mondo ma anche da italiani giunti per la prima volta in Molise grazie al Good Time Blues Fest.

L’impatto economico è importante e comprende più di 200 posti letto, i ristoratori, i bar, le attività artigianali e per poter crescere e migliorare è necessario condividere una visione di sviluppo.
Perché il Good Time Blues Fest ha funzionato? Credo sia giunto il momento di confrontarci e parlarne pubblicamente. Personalmente credo che la risposta sia articolata e complessa ma, principalmente, dipenda da due fattori:
1. Abbiamo puntato ad un target di turisti specifico. Il Good Time non è stato un “evento di massa”, come possiamo vedere in altri centri turistici d’Italia con numeri enormi, ma è stata una manifestazioni oggettivamente grande, per le nostre zone, con un numero di partecipanti tale da riuscire a gestire comunque l’ordine pubblico, la sicurezza e la pulizia del nostro piccolo Comune. Più saremo bravi a specializzarci sull’offerta e maggiori risultati otterremo sotto il profilo turistico, economico e culturale.

2. Discutendo con Adamo e Daniele abbiamo convenuto di fare attenzione affinché non praticassimo appropriazione culturale. È stato chiaro fin da subito che per la riuscita dell’evento dovevamo in primis noi stessi immergerci in punta di piedi nella cultura Blues e ringrazio Adamo per questo mio personale arricchimento.
Nello stesso tempo dovevamo creare le condizioni affinché i nostri stessi ospiti riuscissero ad incontrare e conoscere da vicino gli usi e le tradizioni di Guglionesi.

La cultura non si acquista ma si tocca con mano, la si cucina, si odora e assapora se necessario.

Entrambi i punti convergono perfettamente sulle attività extra organizzate in vari punti del paese vecchio così da coniugare la scoperta dei luoghi d’interesse storico – culturale alle tradizioni popolari quali, ad esempio, il tombolo, la produzione di pasta fatta in casa, la degustazione dell’olio e del vino locale.
Questa visione di sviluppo turistico – culturale è stata condivisa con una buona parte del tessuto sociale Guglionesano. Infatti hanno partecipato i colleghi dell’amministrazione comunale, i dipendenti comunali, l’associazione giovanile AGNG, singole persone, professionisti, la famiglia di Daniele Antenucci e l’intera famiglia di Adamo Ciarallo.
Questa condivisione ha permesso di raccogliere energie positive e di superare fatica e problemi. Senza l’empatia e la partecipazione attiva di queste splendide persone non ce l’avremmo mai fatta.

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Ben venga la discussione e l’analisi oggettiva del festival ma guai a limitarsi alla sola critica. Bisogna organizzarsi al più presto per creare una squadra che condivida una visione e che abbia voglia di lavorare.
Altrettanto importante è evitare una visione campanilista secondo la quale “Guglionesi è il posto più bello del mondo” e che “noi guglionesani siamo i migliori” perché il mondo è bellissimo, vario e bisogna viaggiare ed essere curiosi per poter migliorare e migliorarci.
Del resto la presenza di Giulia De Felice e di Domenico Ialonardi, rispettivamente di Rotello e Montecilfone, sono risultati fondamentali per la riuscita dell’evento.

Altro tabù da abbattere, ai fini di uno sviluppo culturale e sociale profondo, è quello relativo ai fuori sede.
Guglionesi, come il resto del Molise, ogni anno perde la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze costretti ad emigrare pur di trovare lavoro e sicurezza economica. Capitale umano che si allontana con il proprio bagaglio culturale e professionale. Trovo inaccettabile non riuscire a valorizzare i nostri talenti emigrati in un’epoca dove l’iperconnessione è presente nella vita quotidiana di tutti e tutte noi. Come, del resto, accade in questo preciso istante. Il Good Time Blues Fest ne è un esempio calzante essendo stato organizzato tra Valencia, Roma, Milano, Guglionesi e Londra. Latitudini diverse ma una stessa visione.

Un ringraziamento speciale va a Cristiano Marra che da Milano ha prodotto delle mappe interattive utili affinché i nostri ospiti avessero a portata di mano tutte le indicazioni necessarie per trovare i luoghi d’interesse, le attività commerciali e le indicazioni. Ringrazio ancora Giovanni Perrotta e l’azienda d.r. Multiservice srl per lo splendido lavoro fatto nell’ex Aljope, l’associazione giovanile AGNG, Antonio Pio Romano, Antonio Giuliani e il gruppo folkloristico “I Guje”, Filomena Fricchione, Joseph Giuseppe Rocc Di Cesare, Franco Stivaletti, Ugo De Curtis, Michele Antonio Perrotta, Don Stefano, Giorgio Gagliardi, l’associazione Arci e tutte le merlettiste di Guglionesi, Giuseppe Martino, Lella Ionata e il centro Fitness Center, Emiliano Umbertino, Nicolas Santoianni, Giuseppina Pellegrino e le nonne del laboratorio della pasta, Pasquale Marcantonio, Antonio Scardocchia e la Confraternita di Sant’Antonio, Gianni Ciccarone e l’Odv s. Antonio tutta, Claudio Bavota e il team della pizzeria Belvedere, Franco e Antonella dell’Honky Tonk, Rolando il Pagatore, Sandro del Quinto Quarto, Luigi D’Alleva, Raffaele D’Alleva, i colleghi dell’amministrazione comunale, in particolar modo il sindaco Mario Bellotti, Luca Di Tomaso, Gennaro Lamanda e tutta la famiglia, Nicola Romanelli, Stefano Caruso e il Comitato di Sant’Adamo, Michela Bellocchio, Rocco Pelusi, Emiliana Mazzatenda, Annapina Ferrara del caseificio Ferrara e tutta la sua famiglia, Francesco Vernacchia di Molisun, Luigi Tulipano e Annarita D’Aulerio dell’oleificio Tulipano, Maria Antonietta De Lisio e la cantina De Lisio, Giulia De Felice del “Il Guardino di Rotello”, Domenico Ialonardi, Scott, Nico Crolla, Dalinda De Socio e Paolo De Socio, Alberico Del Torto, i dipendenti comunali Antonio Notarelli, Giuseppe Sisto, Giuseppe Raimondo, Emanuela Colarelli, Nicola De Marinis, Massimiliano Patavino, Daria Fatica, le forze dell’ordine, i carabinieri di Guglionesi, l’associazione giovanile AGNG, il Bar Paradise e la famiglia Di Tommaso, Domenico Dionisio del bar Viale, Massimo Pepe, Peppino del Bar 77, Nicolino Del Torto, Fernando Antenucci e tutta la sua famiglia, la fantastica Filomena, mamma di Adamo, le zie Pina e Rina, le sorelle Luigina e Teresa, Pasquale Festa, la bravissima Marisa Moscufo che mi hanno accolto e fatto sentire a casa e, ovviamente, i miei due amici Adamo Ciarallo e Daniele Antenucci, artisti che portano in alto il nome di Guglionesi in tutto il mondo.

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