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Vi guiderà a tutta la verità (che non è una sola)

SS. Trinità – Anno C
Vi guiderà a tutta la verità (Gv 16,12-15)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». 

Ci sono due messaggi che il vangelo di oggi ci propone ed entrambi riguardano il termine “verità” e devono interrogare ogni cristiano come anche ogni chiesa. Innanzitutto lo Spirito è chiamato Spirito di verità ed è proprio questa qualità dello Spirito (che è anche di Gesù, che ha detto: io sono la verità) a giudicare quei modi di presentarsi della chiesa o di chi si dice credente basati sulla finzione, sul volere mostrare ciò che non si è.

Quante volte si è anche maldestramente messo a tacere il male commesso per difendere ipocritamente il buon nome dell’istituzione, permettendo l’aumento esponenziale di vittime che hanno sofferto e soffrono, come nel caso della pedofilia.

L’altro messaggio riguarda proprio ciò che ricordiamo in questa festa: il mistero della Trinità a cui rimanda ciò che dice Gesù sul ruolo dello Spirito: egli ci deve guidare a tutta la verità, non solo ad una parte. E le verità fondamentali del cristianesimo sono due: Dio non è una sola persona ma tre e questo ha delle implicazioni anche a livello umano: non ci possono essere verità monolitiche, unici punti di vista, ma è necessario accogliere anche il punto di vista degli altri per arrivare ad una sintesi. Ciò che don Tonino bello chiamava “la convivialità delle differenze”.

E questo vale a livello di chiese che devono riconoscersi reciprocamente senza quei distinguo tanto cari ai linguaggi clericali ed ecclesiastici e vale molto di più se guardiamo alle diverse religioni o filosofie, senza accusarsi di relativismo (anche perché la relatività Dio l’ha scritta nella natura, Einstein insegna) e ancora di più se guardiamo alle relazioni tra popoli e stati. E l’altra verità è l’incarnazione, un Dio cioè che non teme di mescolarsi con la fragilità dell’uomo, anzi ne ha fatto il fiore all’occhiello del suo modo di presentarsi al mondo. E se Dio che è Comunità di persone, non si vergogna di chiamarci fratelli, quanto più noi dovremmo riconoscere che è nell’accoglienza reciproca e nell’ospitalità che diciamo la verità su noi stessi.

Don Michele Tartaglia

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